Prega per lacrime sante: Come reagire alle abominazioni che si commettono nella cultura
Non sappiamo quante lacrime sante sono versate dal popolo di Dio in America in risposta a “tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei” (Ezechiele 9:4). Questo articolo non vuole quindi essere una condanna, ma un appello — un appello per lacrime sante, nonché per qualunque ira santa si possa provare versando lacrime.
Uno dei motivi per cui non sappiamo quanto sono addolorati i cristiani in America è che Gesù ci ha insegnato a non far vedere agli altri che digiuniamo. Dovremmo asciugarci le lacrime prima di uscire dalle nostre stanzette (Matteo 6:17).
Raramente siamo in grado di discernere con precisione le reali motivazioni delle parole di una persona, e ancora meno di immedesimarci in esse. Questo è vero quando ci troviamo faccia a faccia con quella persona o quando siamo su Internet. Premesso che Gesù ha detto: “Dall’abbondanza del cuore la bocca parla” (Matteo 12:34), rimane comunque difficile avere la certezza del cuore spezzato che si nasconde dietro a parole dure.
La presenza o l’assenza di lacrime non è un segno infallibile del dolore del cuore. Nonostante ciò, le lacrime sante hanno un valore inestimabile quando, scendendo spontanee, aggiungono verità alle nostre parole o al nostro silenzio. E, malgrado ogni ambiguità, parole intrise di lacrime — sermoni, conversazioni, articoli, post su Facebook e tweet intrisi di lacrime — hanno un sapore diverso dalle parole aride.
Sette esortazioni sulle lacrime
Lo scopo di questo articolo è di incoraggiare i cristiani a pregare per chiedere a Dio lacrime sante. E’ una cosa che mi sta a cuore prima di tutto perché di recente l’ho notata molto chiaramente nella Scrittura. L’appello per lacrime sante pare urgente anche perché lo spirito astioso dei nostri tempi minaccia di prosciugarle o trasformarle in una recita. “L’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio” (Giacomo 1:20) — e non genera lacrime sante.
Alla luce di ciò che vedo nella Bibbia, queste sette esortazioni mi sembrano necessarie ai nostri giorni. Io, se non altro, penso di averne ho bisogno, e ti invito ad ascoltarle.
1. Fai attenzione ad una risposta emotiva a senso unico al male.
Paolo disse ai Filippesi che lacrime gli scendevano dagli occhi mentre scriveva il capitolo 3.
Perché molti camminano da nemici della croce di Cristo (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), la fine dei quali è la perdizione; il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra. (Filippesi 3:18-19)
Paolo mette insieme ciò che raramente vediamo unito — lacrime di dolore e denuncia sferzante.
Sono nemici della croce di Cristo.
La loro fine è la perdizione.
Il loro dio è il loro ventre.
La loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna.
Hanno l’animo alle cose della terra.
E scriveva tutto questo mentre aveva le lacrime agli occhi. Riesci a farlo? Entrambe le cose, non l’una o l’altra.
La tenerezza delle lacrime non gli impedì di scrivere parole dure. E l’essere critico non gli impedì di piangere. Egli non separo’ ciò che Gesù aveva unito: tenerezza (lacrime) e durezza (verità).
Gesù udì il silenzio impietoso dei farisei quando mise un uomo con la mano paralizzata davanti a loro e domandò: “E’ permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?” Come rispose al loro silenzio? Con entrambe le cose, non con l’una o l’altra: “Allora Gesù, guardatili tutt’intorno con indignazione, rattristato per la loro durezza di cuore ...” (Marco 3:4-5). Rattristato e indignato. Indignato e rattristato. Gesù era emotivamente integro. Noi siamo divisi in frammenti. Alcuni di noi si rattristano facilmente, altri si indignano facilmente.
L’integrità di Gesù, chiaramente, rifletteva l’immagine del Padre. Paolo scrisse in Romani 11:22: “Considera dunque la bontà e la severità di Dio”. Bontà e severità. Severità e bontà. Entrambe le cose, non l’una o l’altra.
Metti alla prova la tua indignazione. Le lacrime sante per la durezza del cuore umano sopravviverebbero al fuoco del tuo sdegno, o ne sarebbero consumate? Fai attenzione alle risposte emotive a senso unico al male. Cerca di essere emotivamente complesso come Gesù e Paolo. Apriti ad una vita emotiva che preveda entrambe le cose. Chiedi seriamente a Dio di darti lacrime. Non dire in modo fatalistico: “Non fa parte della mia personalità”. Chiedigli di fare un miracolo.
2. Stai attento alle lacrime teatrali. Fai attenzione a non programmare momenti di commozione nei tuoi sermoni. Guardati dall’annunciare su Twitter la tua compassione per la calamità più recente.
Sembra che Gesù avesse più avversione per l’ipocrisia che per tutti gli altri peccati relazionali.
Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro. (Matteo 6:1)
Quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico [o lacrimoso!] come gli ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia [con un aspetto lacrimevole] per far vedere agli uomini che digiunano… Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia [lava via le lacrime], affinché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. (Matteo 6:16-18)
Paolo disubbidì forse a questo insegnamento di Gesù quando parlò delle sue lacrime? Che differenza c’è tra l’antica versione della segnalazione della virtù che Gesù condannò, e la dichiarazione di Paolo che egli stava piangendo mentre scriveva Filippesi 3?
A rendere la domanda più difficile, va ricordato che questa non era l’unica volta che Paolo attirava l’attenzione sulle sue lacrime:
Per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime. (Atti 20:31)
Poiché vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte lacrime, non già per rattristarvi, ma per farvi conoscere l'amore grandissimo che ho per voi. (2 Corinzi 2:4)
Il mio suggerimento è che due cose difendono l’affermazione di Paolo circa le sue lacrime dalla condanna di Gesù: le sue motivazioni e i suoi ascoltatori.
Motivazioni: Gesù disse di non sbandierare le proprie virtù per avere come ricompensa la lode degli uomini. Paolo non andava in cerca di lode. Stava modellando come si ama. Egli scriveva per far conoscere ai Filippesi “l’amore grandissimo che ho per voi” (2 Corinzi 2:4). “Siate miei imitatori, fratelli” (Filippesi 3:17).
Ascoltatori: Gli ascoltatori di Paolo erano gli anziani di Efeso e due delle chiese che egli amava. Non stava annunciando al mondo (come accade su Twitter) le sue virtù. Stava condividendo il suo cuore con la sua famiglia. C’è un’enorme differenza tra dire ad una moglie che sta morendo: “Ho pregato per te con lacrime”, e dire al mondo intero che hai pregato per lei con lacrime.
In un’epoca come la nostra dominata dai social media, l’avvertimento è importantissimo. Guardati dalle lacrime teatrali. Fai attenzione a non comunicare quanto sei virtuoso in pubblico.
3. Non equiparare le lacrime fisiche alla realtà spirituale.
Le lacrime in se stesse non sono spiritualmente più importanti del sudore. Diventano spiritualmente preziose quando la loro origine è un’emozione suscitata dallo Spirito Santo. Questo è vero per tutte le manifestazioni fisiche: tremori, cadute, sbattere di ciglia, eruzioni cutanee, grida, sospiri, canti, pianti, risate. Nessuna di esse è un segno certo di alcunché di spirituale. Diventano manifestazioni spirituali quando sono il frutto dell’opera dello Spirito in risposta ad un’autentica visione di Dio in Cristo.
Notiamo questo nel caso di Esaù in Ebrei 12:16-17.
Che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento.
Esaù aveva disprezzato così tanto e così spesso le cose più preziose, che non fu più capace di ravvedersi. Dio lo aveva abbandonato alla durezza del suo cuore. Le sue lacrime non erano lacrime di ravvedimento. Erano lacrime di rammarico perché non poteva avere i doni di Dio, benché egli non avesse alcun amore per Dio.
Molte persone piangono per le conseguenze del peccato pur continuando ad amare il peccato. Perciò dentro di noi e nel counseling che diamo agli altri, dovremmo assicurarci di investigare il cuore che sta dietro alle lacrime.
4. Imprimi bene nella tua mente che la sovranità di Dio sul male che ci addolora non ci rende privi di lacrime, bensì ci sostiene nelle nostre lacrime.
Molte persone trasferiscono alla Bibbia la supposizione non biblica secondo cui se Dio decreta che un evento avvenga, sarebbe sbagliato piangere per esso. Né Gesù né Paolo condividevano tale supposizione.
Gesù insegnava che Dio aveva nascosto talune cose ai sapienti e agli intelligenti (Luca 10:21), ma comunque pianse per il fatto che queste cose fossero state nascoste a molti degli abitanti di Gerusalemme.
Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: “Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi.” (Luca 19:41-42)
Allo stesso modo, Paolo sapeva che Dio aveva indurito gran parte d’Israele.
Egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole. (Romani 9:18)
Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti. (Romani 11:7)
Un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non si entrata la totalità degli stranieri. (Romani 11:25)
Eppure, Paolo era ogni giorno in angoscia per la loro perdizione.
Ho una grande tristezza e una sofferenza continua nel mio cuore; perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne. . . . Il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati. (Romani 9:1-3; 10:1)
La sovranità di Dio sul male che li rattristava profondamente non impedì a Gesù e a Paolo di piangere. Li sostenne nelle loro lacrime. E’ l’unico motivo per cui ognuno di noi è salvato (Efesini 2:5-8), l’unico motivo per cui ognuno di noi è santificato (Ebrei 13:21), e l’unico motivo per cui ognuno di noi persevera fino alla fine (1 Corinzi 1:8-9). La sovranità di Dio non ci rende insensibili, ma incrollabili.
5. Quando la tristezza appesantisce la vita di lacrime, non smettere di fare il tuo lavoro. Fai un bel respiro, riconosci il dolore, credi nelle promesse, lavati la faccia, e vai a lavorare.
In questa vita non ci sarà mai un momento in cui saremo completamente liberi dal dolore. La Bibbia ci dice infatti di piangere con quelli che piangono (Romani 13:15), e in questo mondo c’è sempre qualcuno che piange. Dobbiamo imparare il mistero dell’essere “afflitti, eppure sempre allegri” (2 Corinzi 6:10). Sempre! Anche nel dolore. Entrambe le cose. Anche simultaneamente.
Che questi versetti siano l’insegna che è su di te mentre vai a lavorare con lacrime.
Quelli che seminano con lacrime,
mieteranno con canti di gioia.
Se ne va piangendo
colui che porta il seme da spargere,
ma tornerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni. (Salmo 126:5-6)
Prima di spiritualizzare questo salmo, guardiamo al contesto agricolo in cui fu scritto. Immagina di essere un contadino nella frontiera americana di 200 anni fa. Ti sei ritagliato la tua fattoria nel deserto. Vivi di ciò che la terra produce. Uno dei tuoi due figli è morto di recente. Tua moglie è malata. Tu stai piangendo, ma il seme va seminato. Se vuoi vivere, non hai scelta. Quindi, semini con lacrime. Vai a lavorare piangendo, ma non senza fede, perché hai una promessa, e un Dio di grazia che è sovrano.
6. Prega affinché Dio ti doni lacrime sante. Esse sono un’opera della grazia, non della natura. Le lacrime naturali sono dolci, ma le lacrime sante procedono dallo Spirito.
Migliaia di cristiani sono cresciuti in contesti familiari dove c’era poca sana emotività. Non c’era un piangere o un gioire santo. Le loro famiglie erano dominate dalla rabbia. Gran parte di questi cristiani sono emotivamente rachitici. Non provano facilmente compassione, e le lacrime scendono raramente. Questa ferita emotiva è vera per ognuno di noi, chi più e chi meno. Nessuno di noi sente costantemente ciò che dovrebbe sentire.
Che cosa dovremmo fare? Molti sono fatalisti. Dicono: “Sono fatto così”, e non credono che Dio possa fare qualcosa per dare loro il dono delle lacrime sante. Credo che un tale atteggiamento disonora Dio e danneggia l’anima.
Ho parlato con una donna qualche giorno fa. Mi diceva che durante l’università non riusciva a versare nessuna lacrima. Poi Dio entrò nella sua vita, e oggi piange con estrema facilità quando vede le persone soffrire. Non sappiamo quanta trasformazione emotiva Dio potrebbe produrre in noi, tuttavia dovremmo pregare intensamente per ricevere il dono delle lacrime sante.
Oh, fosse la mia testa piena d'acqua
e i miei occhi una fonte di lacrime!
Io piangerei giorno e notte
gli uccisi della figlia del mio popolo! (Geremia 9:1)
L’Ebraico dice letteralmente: “Chi darà alla mia testa dell’acqua e ai miei occhi una fonte di lacrime?” In altre parole, Geremia sapeva che le lacrime sante devono essere date. Esse sono un’opera della grazia, non della natura. Dovremmo supplicare per averle.
7. Rallegrati nella speranza che un giorno ogni lacrima di dolore sarà asciugata dal volto dei figli di Dio.
Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate. (Apocalisse 21:4)
Sono stato pastore per 33 anni. Durante quel periodo, gli unici uomini che ricordo di aver visto piangere erano uomini forti. Uomini maturi. Uomini sani. Alcuni hanno pianto sulle mie spalle. Altre se ne stavano seduti in silenzio mentre le lacrime cadevano sul tappeto. Insieme alle donne forti, non si vergognavano delle lacrime.
Ciò che mi interessa non è tanto l’integrità emotiva, quanto il modo in cui il popolo di Dio reagisce alle abominazioni della cultura. La parola stessa abominazioni è percepita da molti come contraria alle lacrime. Questo spiega il perché alcuni hanno paura delle lacrime. Pensano che le lacrime alterino la percezione della malvagità del mondo.
Il mio appello è per entrambe le cose. Essere risoluti nel chiamare male il male, e addolorati per il disonore arrecato al nome di Cristo, per la miseria che devasta il mondo causata dal peccato, e per la distruzione di anime umane. Sto pregando e supplicando per lacrime sante per un mondo empio — e per una chiesa che vive nel compromesso.
Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché la tua legge non è osservata. (Salmo 119:136)
John Piper (@JohnPiper) è insegnante di desiringGod.org di cui è anche il fondatore. E’ rettore del Bethlehem College & Seminary. Per trentatré anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano” e il recente Why I Love the Apostle Paul: 30 Reasons.
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