Perché la fondazione di chiese è il piano prioritario del Nuovo Testamento

Paolo ebbe durante la notte una visione: un macedone gli stava davanti, e lo pregava dicendo: “Passa in Macedonia e soccorrici”. Appena ebbe avuta quella visione, cercammo subito di partire per la Macedonia, convinti che Dio ci aveva chiamati là, ad annunciare loro il vangelo.(Atti 16:8–10)

Non è curioso che gli apostoli non abbiano mai aperto un Bar cristiano? Non hanno mai lanciato una linea di scarpe costose fatte con la colla per aiutare i bisognosi. Paolo fabbricava tende, probabilmente ecologiche, forse di commercio equo solidale, ma non per essere alla moda e sensibile ai temi sociali, bensì per guadagnare soldi e generare profitti per fondare chiese.

Sebbene alcuni di questi tentativi non siano necessariamente malvagi, non costituiscono la priorità del vangelo della chiesa del Cristo risorto. Il Nuovo Testamento ha il chiodo fisso della fondazione di chiese, e se vogliamo essere cristiani del Nuovo Testamento anche noi dovremmo averlo.

Il secondo capitolo degli Atti non è l’unico capitolo del libro degli Atti da volere ardentemente applicare nella tua chiesa. Anche in Atti 1-28 ci sono delle cose molto interessanti.

Impara dal primo secolo

Il cristianesimo del primo secolo ha molto da insegnare a noi cristiani del ventunesimo secolo. Ecco ciò che i primi cristiani facevano di continuo:

Essi:

  • Andavano (Matteo 28:18-20).

  • Erano testimoni (Atti 1:8).

  • Facevano discepoli (Matteo 28:18-20).

  • Fondavano chiese (Atti 1-28).

E facevano queste cose solo perché il Signore Gesù lo aveva detto. Egli non ci ha comandato di aprire un emporio di cartoline cristiane—non l’ha comandato nemmeno a loro—ma la visione apostolica del Nuovo Testamento è la diffusione a macchia d’olio della notizia di un falegname Galileo crocifisso e risorto, che pagò per i nostri peccati e che regna quale Imperatore dell’Universo, e che invita i peccatori a essere perdonati e accettati da lui.

Nessuna tazzina di caffè può fare questo se non la chiesa. Esistiamo per questo.

La risposta di Paolo alla richiesta di aiuto

Un macedone supplica di essere soccorso, e che cosa si fa dunque? Paolo, Sila, Timoteo e Luca, di che cosa pensano che i Macedoni abbiano bisogno?

Del vangelo (Atti 16:10).

La Macedonia è soccorsa attraverso la fondazione della chiesa di Filippi.

Fondare Chiese. Portare il Vangelo.

In quale modo Paolo soccorse Corinto? Egli vi fondò una chiesa. E la città di Tessalonica? Fondando un’altra chiesa. A Efeso Paolo mescolò le carte? Affittò forse una palestra dove organizzare incontri di wrestling con la crocifissione come tema? Naturalmente no, fondò una chiesa.

La speranza della tua città e della mia consiste nella fondazione di chiese vangelocentriche, piene di persone che vivono vite vangelocentriche e che riversano su altri la grazia di Dio. Chiese piene di discepoli che vivono la missione e che risplendono come luci nelle tenebre, e che invitano le persone spiritualmente morte a rivivere in Gesù Cristo e a dimorare nel Regno di Dio.

Le nostre città non hanno bisogno di altri spettacoli e attrazioni. A questo scopo ci sono già i cinema multisala, gli stadi e le videoteche. Le nostre città non hanno bisogno dell’introduzione di nuovi servizi ma del nostro andare missionale, del nostro fare discepoli e della nostra testimonianza. Questo significa fondare chiese.

Abbiamo la potenza di Dio che fa tremare i demoni, che libera i prigionieri, che può salvare un ladrone sulla croce, che può consolare una prostituta, che può redimere un ubriaco, che può guarire un ipocrita religioso, e che può darci tutto quello che cerchiamo, tutto ciò per cui siamo stati creati. Quella potenza, quella parola, quel nome, quella persona è Gesù.

Questa è la strategia missionale numero uno del Nuovo Testamento. Non è cambiato niente dai tempi di Atti 28. Non possiamo migliorare quello che Luca, il caro medico, ha scritto per noi.  Dare più importanza a qualunque altra strategia è la cosa più stupida che potremmo mai fare. Questa strategia è antica, consolidata, e del tutto soprannaturale.

E magari, chissà, un giorno sentiremo queste parole: “E vi fu grande gioia in quella città” (Atti 8:8).


Questo post è stato pubblicato per la prima volta da J.A. Medders, Pastore della Chiesa Redeemer di Tomball (Texas). Puoi leggere altri articoli di Jeff nel suo blog all’indirizzo www.jamedders.com. Puoi trovarlo anche su Twitter: @mrmedders. Scopri il nuovo libro di Jeff, Gospel Formed, su www.gospelformed.com.

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