Non devi fare tutto
Sono un pastore con 38 anni di esperienza che adesso serve in una chiesa multietnica poco fuori città. E non mi sono mai sentito così sopraffatto.
Anche se non sto impiegando più ore nella cura pastorale, sto investendo tempo nel dolore e nell’empatia, per non parlare di tutte le ore a rimuginare sulla minaccia di (e l'opportunità di) mostrare amore, giustizia, unità e missione con i problemi di oggi. Non sono troppo impegnato, ma mi sento più stanco, per molte ragioni, incluse situazioni di assistenza pastorale, razzismo, ingiustizia, rivolte, COVID, faziosità politica, ideologie culturali non bibliche e mancanza di adorazione congregazionale; a volte mi metto a letto sentendomi appesantito, solo per svegliarmi nella stessa condizione.
Alcuni giorni mi sento paralizzato e non sono sicuro su cosa fare a riguardo. Alcuni giudicheranno questo come una mancanza di fede. Può essere. Tuttavia, non ha senso negarlo e sono sicuro di non essere solo.
Cosa ha fatto Gesù?
Dio mi ha aiutato a superare questa paralisi ricordandomi il commento di Gesù che i poveri saranno sempre con noi (Giovanni 12:8). Gesù sta insegnando che lo svantaggio, e tutto ciò che ne consegue, sarà una realtà sempre presente e inesorabile. La Scrittura è chiara che i mali umani, come l'oppressione, il pregiudizio, la parzialità, il classismo, le tensioni razziali, l'ingiustizia, la malattia, la solitudine, la prigionia, la fame e le ineguali opportunità saranno sempre con noi. I miei migliori sforzi non potranno mai sradicare definitivamente questi mali.
Quindi abbiamo bisogno della saggezza divina che ci guidi. E a tal fine, facciamo bene a guardare a come Gesù, la Sapienza di Dio incarnata, ha gestito i bisogni sempre presenti e intransigenti della vita.
L'elenco delle cose da fare di Gesù sembrava non finire mai. La mattina dopo c'era sempre un'altra folla bisognosa. E ha lasciato un sacco di "affari in sospeso" quando è tornato in Cielo.
Gesù non riuscì a fare tutto, in un dato giorno o durante la sua vita, anche se come Dio avrebbe potuto farlo. Invece, ha dedicato la sua vita terrena ad opere di predicazione del Vangelo, guarigione, giustizia, misericordia, cura dei poveri e reietti, liberazione dei demonizzati e molto altro ancora. Ha fatto tutto questo sapendo che non tutti i bisogni intorno a lui sarebbero stati soddisfatti. Non ha riparato ogni ingiustizia nel suo tempo sulla terra. Da questo, traggo questa conclusione: Gesù non ha fatto queste cose per porre fine alla loro esistenza. Le ha fatte perché era una persona giusta e buona, e queste sono le cose giuste e le persone buone fanno.
Questa prospettiva ci libera dalla paralisi indotta dal bisogno e dal sovraccarico ministeriale. L'obiettivo della nostra vita non è "portare tutto a termine". L'obiettivo è essere fedeli.
Lo scopo della vita non è portare tutti nel mondo alla fede, ma condividere il Vangelo con coloro che ci circondano. Non è per sradicare la povertà, ma per aiutare i poveri. Non è per aggiustare il mondo così non ci saranno più rifugiati, ma per essere una persona che accoglie e serve lo straniero. Non è porre fine a tutte le ingiustizie, ma rendere giustizia. Non è per alleviare tutta la miseria, ma per confortare i miserabili e alleviare il loro dolore. Non siamo chiamati a creare un mondo libero dal razzismo, ma ad avere cuori e istituzioni liberi dal razzismo che rispettano, servono ed elevano tutti, indipendentemente dal colore della pelle.
Non siamo chiamati a creare un'utopia. Questo è il lavoro di Dio.
Ecco la speranza per quelli di noi che a volte fissano con occhi vitrei e insensibili un mondo pieno di dolore. Tu ed io non riusciremo mai a fare tutto. Ma possiamo fare la mossa successiva che è davanti a noi. C'è qualcosa su cui possiamo mettere le mani e qualcuno a cui possiamo dare il nostro cuore. Ed è quello che il Signore ci chiede.
Il nostro scopo non è cambiare il mondo nella nostra vita, ma scegliere alcune buone opere nelle prossime 24 ore.
L’ordine delle cose
Potremmo non fare la differenza ( anzi quasi certamente non la faremo ) nel grande ordine delle cose. In effetti, questo è il motivo per cui Gesù dovrà tornare per fare nuove tutte le cose. Il cambiamento cosmico è affar suo, non nostro. Tuttavia, non molto tempo prima di tornare in cielo per preparare un posto per noi, lasciò questo incarico: “Fatele fruttare fino al mio ritorno” (Luca 19:13). Riguarda gli affari del Padre. Fai quello che puoi. Non ci dice di aggiustare o finire tutto. Dobbiamo semplicemente amministrare ciò che ci ha dato per un fine degno e santo.
Quindi come dovrebbe essere quando sembra esserci troppo da fare? Come possiamo fare qualcosa oggi senza essere sopraffatti da tutto? Ecco alcuni suggerimenti:
Se sei sposato, sii fedele a tuo marito o tua moglie.
Se sei single, sii devoto a Gesù.
Se sei un genitore, ama ed educa tuo figlio oggi
Se hai responsabilità nella leadership, servi con umiltà e bene
Se ti viene improvvisamente una persona in mente, prega per lui o lei.
Chiedi a qualcuno come sta, e soffermati abbastanza a lungo per ottenere una risposta.
Parla del Vangelo a qualcuno.
Rispondi con gentilezza, ma coraggiosamente e correggendo, quando ascolti commenti razzisti
Chiedi ad un non credente come puoi pregare per lui o per lei
Mettiti in contatto con qualcuno che è culturalmente diverso da te, e ascolta.
Offri un pasto ad un genitore single.
Se appartieni ad una maggioranza etnica, chiedi ad un fratello o una sorella appartenente una minoranza come puoi pregare, alla luce degli eventi recenti.
Metti Cristo e la grazia al centro nella tua attività sui social media.
Scegli di non credere ad ogni cattiva notizia, anche quando riguardano un opponente o dei nemici.
Nota se ci sono poveri ed oppressi nelle vicinanze e vedi se c'è qualcosa che puoi fare per (o con) loro oggi.
Nota chi è solo e invitalo dentro.
Se proviamo a fare tutto, presto smetteremo di fare qualsiasi cosa. È più saggio imparare da Gesù che non era in una corsa frenetica per "fare tutto" mentre era sulla terra. Abbandoniamo l'illusione di diventare crociati che cambiano il mondo, ambiziosi di moltiplicare i nostri successi, ma miriamo semplicemente a fare alcune cose buone nel nostro tempo, sapendo che farà tutto nel Suo.
Tim Shorey è pastore della Risen Hope Church, una chiesa multietnica di Drexel Hill, Pennsylvania. Oltre a Respect the Image: Reflecting Human Worth in How We Listen and Talk, è anche autore di Worship Worthy: Alliterative Adoration e 30/30 Hindsight: 30 Reflections of a 30-Year Headache. È sposato con Gayline da 42 anni, ha 6 figli e 13 nipoti. Per maggiori informazioni, visita il sito www.timothyshorey.com.
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