Mi abbandonerà adesso?

La paura è stata una compagna costante, seppur indesiderata, dell’umanità sin dalla caduta. I timori possono spaziare dal panico per le creature con molte zampe al senso di impotenza davanti alla diagnosi di un dottore. Ma pensiamo per un momento alla paura diffusa, anche tra cristiani, della nostra infedeltà.

Anche solo una rapida occhiata alle parole del nostro Signore dovrebbe produrre in noi un desiderio profondo di non essere infedeli. E’ una questione di gioia. I credenti, più di ogni altra cosa, non devono essere ateistici. L’eternità è in gioco, e le corone vengono tolte a coloro che non tengono fermamente quello che hanno (Apocalisse 3:11). Non mancano brani di avvertimento che spianano la strada alla grazia che fortifica mentre combattiamo per ricevere l’approvazione eterna che i nostri cuori bramano: “Va bene, servo buono e fedele” (Matteo 25:21).

Eppure, la paura di non essere fedeli al Signore non è quella che ci tiene svegli a fissare il soffitto nell’ora buia dell’anima, o quando le speranze svaniscono, le finanze si prosciugano, le relazioni crollano o la persecuzione infuria.

Verrà in aiuto?

Se vogliamo essere onesti con noi stessi, nei momenti di prova e sofferenza dentro di noi tende ad esserci una voce che non si leva contro la nostra infedeltà ma mette in discussione la fedeltà di Dio.

Verrà in aiuto? Farrà ciò che egli ha promesso? Provvederà? Guarirà? Salverà? Mi darà forza? Mi terrà saldo?

La paura che paralizza l’anima che il Signore non sia fedele è degna di un’accesa battaglia. Infatti, dobbiamo lottare contro il timore che il Signore non sia fedele. Come lo dobbiamo combattere? Posso suggerire un viaggio attraverso Narnia?

Una delle grandi gioie di passare del tempo a Narnia sono le immagini che abbiamo di Aslan. Una in particolare mi colpisce. Mentre Lucy pronuncia l’incantesimo dal Libro degli Incantesimi per fare apparire le cose nascoste, Aslan le appare di nuovo. Lucy è sorpresa dalla sua affermazione che lei ha avuto un ruolo da svolgere nel renderlo visibile. “Eccome”, disse Aslan. “Non penserai che mi sottragga alle regole che io stesso ho dettato?” Questo mi colpì perché mi ha ricordato che la mia obbedienza a Dio è un'obbedienza subordinata: Dio mantiene la sua parola. Egli resta sempre fedele.

Mettiamo in pratica la sua parola

La nostra obbedienza è certamente richiesta nella Scrittura. Dobbiamo mettere in pratica la parola e non ascoltarla soltanto, illudendo noi stessi (Giacomo 1:22). In un senso reale, l’anima di una persona è appesa a un filo per quanto riguarda la sua obbedienza gioiosa o disobbedienza ingannevole. Per quanto sia importante ascoltare la parola di Dio, la testimonianza della Scrittura è che il fine di un vero ascolto è l’azione.

Quello che Giacomo ha scritto con proposizioni, Gesù l’ha illustrato mediante l’immagine di una casa costruita.

Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia. Assomiglia a un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta un'alluvione, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto smuoverla perché era stata costruita bene. Ma chi ha udito e non ha messo in pratica, assomiglia a un uomo che ha costruito una casa sul terreno, senza fondamenta; la fiumana l'ha investita, e subito è crollata; e la rovina di quella casa è stata grande. (Luca 6:47-49).

Quando siamo solo degli uditori della parola di Dio, ci inganniamo e corriamo lo stesso pericolo di una bella casa priva di fondamenta solide. Per grazia, decidi di essere come l’uomo che ha costruito la sua casa incrollabile su un solido fondamento mettendo in pratica la parola.

Perché Dio mantiene la Sua parola

Ma c’è un fondamento più efficace e molto più stabile. Tutta la realtà poggia su questo fondamento. La creazione, la redenzione, la santificazione e la glorificazione poggiano su questo fondamento. Il nostro Dio mette in pratica la sua parola.

Il nostro Dio è fedele nel mantenere ciò che egli ha promesso perché egli è giusto nel suo carattere. Come Aslan chiese a Lucy: “Non penserai che mi sottragga alle regole che io stesso ho stabilito?” La testimonianza delle Scritture da Genesi 1 ad Apocalisse 22 è che il nostro Dio farà ciò che egli ha detto. Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d’uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola? (Numeri 23:19)? Lo ha detto? Non lo farà?

La fedeltà di Dio è intessuta nella sua natura. Nella proclamazione del suo nome a Mosè, la fedeltà non è una caratteristica minore. Egli è ricco in fedeltà (Esodo 34:6). Le immagini poetiche del cantico di Mosè mostrano chi è il Signore mediante l’immagine di una rocca degna di fiducia. “Egli è la rocca, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto” (Deuteronomio 32:4).

Potrebbe esserci sconcerto più grande nell’intero universo di un Dio infedele che viene meno alla sua parola?

Ricorda la Sua fedeltà 

Mentre Giosuè si preparava a uscire di scena, nelle sue ultime esortazioni ricordò a Israele che neppure una di tutte le buone parole che il Signore aveva pronunciato su di loro era caduta a terra, tutte si erano compiute (Giosuè 23:14). Il salmista provvede cibo delizioso per la nostra anima ogni volta che usciamo fuori e guardiamo in alto all’immensità del cielo. “O Signore, la tua benevolenza giunge fino al cielo, la tua fedeltà fino alle nuvole” (Salmo 36:5).

Un raggio di speranza penetra attraverso le nuvole oscure dell’esilio in Lamentazioni. “Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!” (Lamentazioni 3:21-23). Egli è “il Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento” (Giacomo 1:17). Combattiamo con tutte le nostre forze contro la paura di un Dio infedele.

L’incredulità umana non influisce sulla fedeltà del Signore. “Che vuol dire infatti se alcuni sono stati increduli? La loro incredulità annullerà la fedeltà di Dio? No di certo! Anzi, sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo, com'è scritto: «Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato»’” (Romani 3:3-4). C’è una buona ragione per questo. “Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso” (2 Timoteo 2:13).

La dichiarazione più straordinaria e giusta dalla testimonianza della Scrittura è che al di sopra di ogni cosa il nostro Dio Trino è fedele a se stesso.

Egli non ti abbandonerà adesso 

C’è un grande incoraggiamento nel sapere che il nostro Dio è fedele a se stesso. La fermezza spirituale dinanzi alla paura trova la sua fonte nella fedeltà di Dio a se stesso. La sua fedeltà verso di noi è il frutto della sua fedeltà a se stesso. E’ qui che la speranza nelle circostanze più difficili trova terreno fertile per fiorire. Questo è il terreno di battaglia dove la paura che il Signore sia infedele è combattuta con le unghie e con i denti. Quando ho paura, io confido in te, che sei profondamente e giustamente impegnato ad esaltare la gloria del tuo nome fedele (Salmo 56:3).

La base della nostra speranza è la fedeltà del nostro Signore alla sua parola. Egli ci ha promesso grandi cose. Non le farà forse? Pensi che egli si sottrarrà alle regole che egli stesso ha stabilito? Se dobbiamo mettere in pratica la sua parola e non ascoltarla soltanto, ciò si basa essenzialmente sul fatto che Dio mette in pratica la sua parola. La paura dell’infedeltà di Dio è una paura irrazionale. Per grazia, come Giobbe, fai un patto con gli occhi della tua fede per mantenerli fissi sulla realtà della fedeltà di Dio.

Perciò, manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse (Ebrei 10:23).


Lewis Guest IV (@satisphid) è pastore associato della Jubilee Community Church. E’ un insegnante della Bibbia e di teologia presso il Bethlehem College & Seminary, dove si è laureato. Lui e sua moglie, Elizabeth, hanno due figli. 

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