L’opera dello Spirito nella vita e nel ministero
Vogliamo riflettere su una delle principali convinzioni all’interno di Acts 29, ossia l’opera dello Spirito Santo nella vita e nel ministero. Questo è ciò che affermiamo:
Riconosciamo la necessità della presenza dello Spirito Santo che dà potenza a ogni aspetto della vita e del ministero, e dipendiamo da essa.
Si noti che confidiamo in modo specifico sulla necessità dell’opera dello Spirito per le nostre vite, quelle degli altri, e per tutti i nostri ministeri.
Esaminiamo l’opera dello Spirito e come opera lo Spirito, oltre ad alcune implicazioni per noi oggi.
L’opera dello Spirito
L’opera dello Spirito è vasta portata perché Dio opera per mezzo del suo Spirito. Infatti, possiamo dire che tutto quello che fa il Padre, lo fa anche lo Spirito; più precisamente, possiamo dire che Dio Padre lo compie per mezzo del suo Spirito. Perciò Dio parla per mezzo del suo Spirito mediante i profeti (Neemia 9:30); Dio crea mediante il suo Spirito (Salmo 104:30); Dio è presente per mezzo del suo Spirito (Salmo 139:7); e altro ancora.
Ma l’opera dello Spirito nella salvezza si concentra su Gesù, per mezzo del quale il Padre compie la salvezza. Gesù dice che avrebbe mandato lo Spirito Santo in un modo nuovo dopo la sua dipartita con lo scopo specifico di glorificare lui (Giovanni 16:12-15). Questo significa in modo particolare che lo Spirito convince di peccato e riguardo a Gesù quelli che ascoltano il messaggio del vangelo. Paolo dice che possiamo conoscere la verità del vangelo solo per mezzo dello Spirito (1 Corinzi 2:6-16). Questo è il ministero di “riflettore” dello Spirito: fare luce su Gesù in modo che possiamo vederlo chiaramente.
Perciò quando leggiamo che il Signore aprì il cuore a Lidia per rispondere al messaggio di Paolo (Atti 16:14), dovremmo intenderlo nel senso che lo fece per mezzo del suo Spirito. Quando leggiamo che la mano del Signore era con quelli che annunciavano il vangelo in modo che molti si convertirono al Signore (Atti 11:21), dovremmo intenderlo nel senso che lo Spirito era all’opera.
Lo Spirito, dunque, è la sorgente di nuova vita spirituale in noi (Giovanni 3:5-8). Lo Spirito ci fa vedere la verità del vangelo e ci porta a confidare in Cristo. Per questo motivo Paolo afferma che per essere “in Cristo” per mezzo della fede è necessario avere lo Spirito (Romani 8:9).
Lo Spirito dà anche potenza alla nostra vita spirituale. Ciò include guidarci nella santità in modo da produrre il suo frutto (Galati 5:16-26); rendere possibile la relazione con il Padre (Romani 8:14-16; Galati 4:1-6); farci annunciare il vangelo con franchezza (Atti 4:31); portare l’unità tra i credenti (Efesini 4:3; Filippesi 1:27); e provvedere i doni necessari a servire nella chiesa (1 Corinzi 12:4-11). In questo modo lo Spirito in noi è il pegno che garantisce l’opera futura di Dio in noi (Efesini 1:13-14; 2 Corinzi 5:5). Tutte queste cose fanno parte della benedizione del nuovo patto che è contraddistinto dall’opera dello Spirito (Geremia 31:31-34; Gioele 2:28-32).
Nella vita cristiana è possibile avanzare solo per mezzo dello Spirito. Anche se dobbiamo credere, ubbidire, combattere il peccato, servire e altro ancora, tutte queste cose dipendono dall’opera precedente e dall’opera continua dello Spirito in noi. Questo avrà profonde implicazioni per il ministero come vedremo più avanti.
Come opera lo Spirito
Gran parte dell’opera dello Spirito è interiore e nascosta a noi. Ci sono tuttavia due legami fondamentali nella Scrittura che dobbiamo capire e apprezzare.
Il primo è il legame tra lo Spirito e la parola di Dio. Gesù stabilisce uno stretto legame tra lo Spirito e le parole di verità (Giovanni 16:12-15), come pure Paolo (1 Corinzi 2:6-16; Efesini 3:5). Lo Spirito rivela la verità all’origine (l’ispirazione della Scrittura) e poi rivela quella verità mentre le persone leggono la parola (illuminazione della Scrittura). La spada dello Spirito è quindi la parola di Dio (Efesini 6:17).
La potenza dello Spirito nella conversione non agisce con una rivelazione “automatica” alle persone bensì predicando il vangelo, che lo Spirito poi usa (1 Corinzi 2:4). L’autore dell’epistola agli Ebrei cita il Salmo 95 introducendolo in questo modo: “Come dice lo Spirito Santo…” (Ebrei 3:7). Lo Spirito parlò nel Salmo 95 per mezzo di Davide e parla ancora a noi oggi nel Salmo 95. Per poter ascoltare il Dio che parla per mezzo del suo Spirito, leggiamo la sua parola.
Nel corso della storia della chiesa alcuni hanno frainteso l’opera dello Spirito nei credenti, lasciando intendere che la parola di Dio è superflua, o è una sorta di appoggio per quelli che non sono capaci di ascoltare correttamente lo Spirito. Tali posizioni non colgono il legame tra parola e Spirito. In realtà, la presenza dello Spirito sarà visibile nell’amore per la parola di Dio, nella sua corretta comprensione e nel suo annuncio.
Il secondo legame fondamentale è tra l’opera dello Spirito e il popolo di Dio. Dio opera mediante il suo Spirito per mezzo di altre persone. Un ottimo esempio di questo si trova nella discussione sui doni in 1 Corinzi 12. I doni sono doni dello Spirito mediante i quali Dio agisce nelle vite delle persone (1 Corinzi 12:4-6). Usando questi doni, i credenti sono edificati nella fede. Ciò significa che i credenti devono usare i doni dello Spirito affinché Dio operi mediante il suo Spirito.
Allo stesso modo, essere ricolmi di Spirito si manifesta nel parlarsi gli uni gli altri (Efesini 5:18-19). Il parlare del vangelo si ha per mezzo di persone mediante lo Spirito (1 Pietro 1:12). Disprezzare i precetti che Dio impartisce tramite strumenti umani significa disprezzare l’opera di Dio mediante il suo Spirito (1 Tessalonicesi 4:8).
Pertanto, benché molta dell’opera dello Spirito sia di tipo personale (chiamiamo Dio “Padre” per lo Spirito) non dobbiamo individualizzare la sua opera. La nostra comprensione dello Spirito deve sempre essere legata alla nostra comprensione della chiesa, il popolo di Dio ripieno dello Spirito. Lo Spirito sarà attivo mentre interagiamo gli uni con gli altri. Per potere quindi sperimentare l’opera dello Spirito non me ne starò per conto mio, ma mi lascerò coinvolgere completamente nella vita della chiesa.
Entrambi questi legami ci dicono che lo Spirito si serve di “mezzi ordinari”, la parola di Dio e il popolo di Dio. Vi è dunque un’ordinarietà soprannaturale nel ministero. Trascorriamo tempo con le persone, organizziamo la vita della chiesa, annunciamo la parola, pratichiamo ospitalità, e nel fare questo, lo Spirito opera.
Implicazioni per noi oggi
Quello che dovrebbe essere chiaro a questo punto è la veridicità della nostra affermazione iniziale: la necessità dell’opera dello Spirito nella vita e nel ministero. La vita cristiana è per definizione una vita generata dallo Spirito e potenziata dallo Spirito; non c’è nessun altro tipo di vita cristiana. Il ministero cristiano è compiuto nello Spirito e mediante lo Spirito; non c’è un altro tipo di ministero.
Ne derivano alcune profonde implicazioni.
1. Umiltà
Restiamo umili perché non “otteniamo” nulla. Forse stiamo pianificando di fondare una chiesa o forse ne abbiamo fondate una decina, ma sappiamo che è Dio che fa crescere per mezzo del suo Spirito. Nel guardare in avanti parleremo del nostro bisogno che sia lui a operare; nel guardare indietro pronunceremo parole di gratitudine per la sua opera.
Ci affaticheremo molto, ma sappiamo che tutto quello che facciamo è il frutto dell’opera di Dio in noi (1 Corinzi 15:10; Colossesi 1:29). Dio può compiere grandi cose attraverso di noi. Sappiamo però che è Dio che edifica la sua chiesa (Matteo 16:18).
Potremmo avere doni che Dio usa per portare alla fede le persone e farle crescere nella fede. Sappiamo però che i nostri doni provengono dallo Spirito, e qualunque cosa otteniamo attraverso di essi è frutto della sua opera.
Abbiamo perciò molti motivi per restare umili. Il ministro Puritano Richard Baxter, che Dio ha usato per compiere grandi cose, si definì “una penna nella mano di Dio”. Chiedeva poi: “Quale lode è dovuta a una penna?” Non si elogia la “penna”, si elogia lo scrittore. Siamo quello che siamo attraverso l’opera dello Spirito; otterremo tutto quello che otterremo nel nostro ministero attraverso l’opera dello Spirito, e in questo modo rimaniamo umili. Tutta la lode va a lui.
2. Dipendenza
Rimaniamo dipendenti dall’opera di Dio per mezzo del suo Spirito perché non c’è crescita senza di lui. Non c’è vera crescita nella nostra vita senza l’opera benevola dello Spirito che ci illumina e ci fortifica. Non possiamo svolgere nessun ministero che abbia valore se lo Spirito non ci dà i suoi doni e non opera per mezzo di noi.
Dipendiamo dunque dallo Spirito. Questa dipendenza dallo Spirito alimenta l’umiltà cui abbiamo accennato e ci farà essere grati per ogni risultato che avremo ottenuto, ma sarà visibile con maggiore evidenza nella preghiera. Una chiesa che prende sul serio l’opera dello Spirito, prega in modo serio. Siamo talmente consapevoli della nostra impotenza di portare le persone alla fede e della nostra incapacità di far crescere le persone nella fede (inclusi noi stessi) che gridiamo a Dio affinché egli agisca. Questo è anche quello che vediamo nelle preghiere di Paolo per le sue chiese (p. es. Efesini 1:17).
Nell’accingerci a fondare chiese saremo sulle nostre ginocchia per esprimere la nostra profonda dipendenza su Dio. E negli anni futuri con una nuova chiesa ben stabilita e avviata, dovremmo restare sulle nostre ginocchia in preghiera.
3. Fiducia
L’opera dello Spirito ci renderà anche molto fiduciosi. Non possiamo convincere le persone del loro bisogno di Gesù o mostrare loro Gesù chiaramente, ma lo Spirito può. Non possiamo creare unità nella chiesa o far crescere le persone nella santità, ma lo Spirito può. Non possiamo capire la parola o annunciarla con potenza da noi stessi, ma lo Spirito può.
Nel cominciare a fondare una nuova chiesa possiamo essere fiduciosi, a causa dell’opera dello Spirito. Nelle difficoltà e nei problemi del ministero, possiamo essere fiduciosi a causa dell’opera dello Spirito.
E’ uno strano tipo di fiducia, perché nella nostra cultura conosciamo solo la fiducia che proviene da dentro di noi; siamo abituati alla fiducia che viene dal credere in noi stessi. Ma qui la sorgente della fiducia è al di fuori di noi; è dovuta al fatto che crediamo in lui. Ma questa fiducia riposta esternamente nella persona e nell’opera dello Spirito significa che possiamo essere fiduciosi in noi stessi e in quello che facciamo, perché è lui che opera in noi e attraverso di noi.
La necessità dell’opera dello Spirito nel ministero si manifesterà in una fiducia umile e dipendente.
Graham Beynon è un servitore della Grace Church. E’ anche il Direttore della Free Church Training all’Accademia Teologica Oakhill, a nord di Londra. E’ sposato con Charis e ha tre figli: Cara, Isaac e Jed. Graham ha scritto diversi libri, tra i quali: Emotions: Living Life in Colour (2012, IVP), Mirror, Mirror: discover your true identity in Christ (2008, IVP), Last Things First: Living in the light of the future (2010, IVP), Planting for the gospel: a hands on guide to church planting (2011, Christian Focus).
Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.
L’uso del presente articolo sono autorizzate dall’editore originale ©Acts29. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.acts29.com/work-spirit-life-ministry/
© IMPATTO ITALIA