Leggere la Bibbia al contrario: Perché il papa ha modificato il Padre nostro

Mentre va scemando il polverone creatosi intorno all’approvazione di papa Francesco della modifica alla traduzione del Padre nostro, c’è un’importante prospettiva sulla vicenda che non ha ricevuto molta attenzione, ossia le implicazioni della motivazione addotta dal papa per la modifica.

La decisione del papa di approvare la modifica della traduzione tradizionale “non ci indurre in tentazione” (traduzione CEI, la Nuova Riveduta legge “non esporci alla tentazione”, N.d.T.) a “non lasciarci cadere in tentazione” si basa su questa motivazione:

“Sono io a cadere, non è lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto”, ha spiegato Francesco intervistato dalle televisioni italiane sulla modifica della frase. “Un padre non fa questo. Un padre aiuta ad alzarsi subito. Quello che ti induce alla tentazione è Satana, quello è l’ufficio di Satana”.

Altri hanno soppesato le difficoltà a livello esegetico e teologico della modifica proposta. Non è una questione nuova. Dieci anni fa scrissi un articolo intitolato “Dio ci ‘induce in tentazione’?

In questo articolo vorrei far notare che la motivazione addotta dal papa rivela un approccio alla Scrittura che ne intacca l’autorità. Il suo approccio consiste nel fare quella che potremmo chiamare “una verticale ermeneutica”. Vede le cose al contrario.

Chi dice quello che i padri fanno?

Stando dritti in piedi, noi diremmo: “La Bibbia insegna che Dio fa questo e quello. Dovremmo quindi cercare di scoprire la saggezza e la bontà del perché egli agirebbe in quel modo”. Ma stando a testa in giù, potremmo dire: “Sappiamo già ciò che è saggio e buono prima che la Bibbia ce lo dica. Quindi, se questo testo ci dice che Dio agisce in modo contrario a quello che sappiamo, ne concluderemo che il testo in questione non può avere quel significato, o che è errato”.

I cristiani progressisti più audaci affermano che il testo è sbagliato; quelli meno audaci sostengono di attenersi all’autorità della Bibbia pur cambiandone il significato per adattarlo all’idea che si sono fatti di Dio. In entrambi i casi, l’autorità si è spostata dal cielo alla terra.

Il papa dice: “Un padre non [induce i suoi figli alla tentazione]. Un padre aiuta ad alzarsi subito. Quello che ti induce alla tentazione è Satana. E’ il suo ufficio”. Questo significa vedere le cose al contrario. Dio è un padre buono con i suoi figli, un padre perfetto. E poiché egli è Dio, e non un semplice uomo, le sue perfezioni non vanno limitate delle nostre prospettive fallibili di cosa fa un padre buono. Avendo una saggezza perfetta, e conoscendo ogni cosa, il nostro Padre celeste fa cose che nessun padre terreno dovrebbe fare.

Quello che nessun padre terreno fa

Per esempio, nessun padre terreno dovrebbe prendere la vita di suo figlio come sacrificio per altri. Ma questo è ciò che Dio fece al suo unico Figlio, nel quale si compiaceva.

Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!  . . . Ma il Signore ha voluto stroncarlo con i patimenti. (Isaia 53:4, 10; vedi Atti 4:27-28)

Nessun padre terreno dovrebbe prendere la vita di suo figlio per risparmiargli un destino peggiore, cioè l’inferno. Eppure, a volte Dio fa questo.

Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore [in questo caso con la morte], per non essere condannati con il mondo. (1 Corinzi 11:30-32)

Nessun padre terreno dovrebbe prendere la vita dei figli di suo figlio per dimostrare la fedeltà di suo figlio, ma questo è ciò che fece Dio con i figli di Giobbe.

“Un gran vento, venuto dall'altra parte del deserto, ha investito i quattro canti della casa, che è caduta sui giovani; essi sono morti; io solo sono potuto scampare per venirtelo a dire». Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò a terra e adorò dicendo: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa. (Giobbe 1:19-22)

Nessun padre terreno dovrebbe mandare la carestia nella terra dei suoi figli. E nessun padre terreno dovrebbe consegnare uno dei suoi figli alla schiavitù per farne lo strumento di salvezza dei suoi fratelli. Ma Dio fece entrambe le cose.

Poi chiamò la carestia nel paese e fece mancare il pane che li sostentava. Mandò davanti a loro un uomo,
Giuseppe, che fu venduto come schiavo
. (Salmo 105:16-17)

Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. (Genesi 50:20)

Il punto qui non è se Dio ci “induce alla tentazione”. Il mio punto è: Dovremmo capire se lo fa o meno dalla Scrittura, non dalle idee che ci siamo fatti di quello che i padri buoni fanno. Le nostre idee sono limitate e distorte dal peccato e dalla cultura. Dobbiamo costantemente correggerle in base a ciò che la Bibbia insegna.

Non indurci in tentazione

La Bibbia insegna che dovremmo pregare: “Padre nostro . . . non ci indurre in tentazione”. Significa proprio “condurre” o “portare” (vedi anche Luca 5:18; 12:11; 1 Timoteo 6:7; Ebrei 13:11). Il che potrebbe significare:

Padre, giacché “i passi dell’uomo li dirige il Signore” (Proverbi 20:24), ti preghiamo che in nessuna tentazione in cui tu ci avrai condotto resteremo intrappolati e risucchiati senza alcuna via di uscita. Perché tu sei fedele, e hai promesso che con la tentazione ci darai anche la via di uscirne, affinché la possiamo sopportare (1 Corinzi 10:13).

Caro Padre, fa’ per noi quello che facesti per Gesù, quando egli fu “condotto (!) dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo” (Matteo 4:1). Tu lo riempisti con la parola di Dio e, benché condotto alla crisi della tentazione dal tuo Spirito, non fu trascinato nel peccato, ma trionfò mediante la tua parola (Matteo 4:4, 7, 10). Ti preghiamo ferventemente affinché possiamo ricevere quella stessa grazia, ovunque tu ci condurrai. Amen.


John Piper (@JohnPiper) è insegnante di desiringGod.org di cui è anche il fondatore. E’ rettore del Bethlehem College & Seminary. Per trentatré anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano” e il recente Why I Love the Apostle Paul: 30 Reasons.

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