La fondazione di chiese e l’idolo dell’immediatezza

“Credo che il peccato che più affligge i pastori, soprattutto i pastori evangelici, è l’impazienza”. — Eugene Peterson

Devo confessare una cosa che mia moglie e il mio staff possono confermare. Mi piace fare le cose in fretta. Guido, leggo, penso, decido, scrivo, mangio e cammino in fretta. Guai a chi se la prende comoda negli aeroporti o che ha l’ardire di guidare l’auto sotto il limite di velocità nella corsia di sorpasso!

Troppo spesso la mia preghiera è stata: Signore, dammi pazienza ORA.

Anche se negli ultimi anni ho imparato a rallentare. A prestare attenzione al passo dello Spirito nella nostra chiesa. A fermarmi davanti al Signore.

L’idolo dell’immediatezza

In generale, i fondatori di chiese dei paesi occidentali sono pazienti come un bambino di 4 anni in viaggio verso le vacanze. Non siamo ancora arrivati? Quanto ci vuole ancora? dice la vocina proveniente dal sedile posteriore del nostro cuore.

Sono stato pastore di megachiese con oltre diecimila membri, di chiese in casa con una decina di persone in tutto, e di chiese di dimensioni comprese tra queste. Ogni volta, il mio cuore ha subito il fascino dell’immediatezza. Il desiderio idolatrico della gratificazione immediata è presente in ogni contesto ministeriale, ma può assillare noi fondatori di chiese mentre cerchiamo di gestire la tensione tra un’abbondanza di visione e la scarsità di risorse.                     I fondatori di chiese sono soggetti quotidianamente alla tentazione di muoversi a un passo diverso da quello dello Spirito. Guardiamo alla nostra congregazione, e notiamo l’incongruenza tra ciò che desideriamo per essa e ciò che vediamo effettivamente.

I leader che si bruciano, che rovinano il loro matrimonio, e che mandano all’aria il loro ministero sono quelli impazienti. C’è da stupirsi se i libri sapienziali della Bibbia contrappongono la pazienza all’orgoglio? Per esempio, Ecclesiaste 7:8 dice: “Vale più la fine di una cosa, che il suo principio; e lo spirito paziente vale più dello spirito altero”.

L’impazienza è l’orgoglio di credere che i miei tempi siano migliori di quelli di Dio.

Il ministero non affrettato di Gesù 

Come tutti i corridori che si schierano sulla linea di partenza per la loro prima corsa importante, i fondatori di chiese devono imparare a controbilanciare l’adrenalina che ti spinge fuori dai blocchi di partenza alla velocità della luce con un passo sostenibile. I pastori, dopotutto, sono dei maratoneti e non degli sprinter.

Eppure, la trinità diabolica che Jim Elliot definì “rumore, fretta e folla” ci priva facilmente della nostra gioia. Certamente non c’è nulla di sbagliato in una chiesa numerosa che continua a crescere. Ma non dovremmo forse stare attenti alle stesse cose che Satana ha usato per tentare Gesù all'inizio del suo ministero pubblico?

Prima di tutto c’era la fretta della gratificazione immediata: “Ordina che queste pietre diventino pani (Matteo 4:3). Secondo, c’era la tentazione di rivelare la sua identità con un segno spettacolare: Se tu sei veramente il Figlio di Dio, dimostralo. Gettati dal tempio e lascia che gli angeli ti afferrino al volo” (Matteo 4:5-6, parafrasato). Per finire, Satana mise nel suo amo l’esca della gloria e del potere dei regni del mondo (Matteo 4:8-9).

Ognuna di queste tentazioni —immediatezza, riconoscimento e gloria—ha a che fare con la tempistica. Prima o poi il digiuno di Gesù sarebbe finito, la sua identità di Messia sarebbe stata rivelata, e la gloria dei regni del mondo sarebbe appartenuta a lui.

Ma non ancora.

E in quel “non ancora”, Gesù si fida con pazienza dei tempi del Padre. Nei Vangeli non lo vediamo andare mai di fretta. Perché allora noi andiamo sempre di fretta?

Correre al passo dello Spirito

Nel suo libro dal titolo illuminante: The Patient Ferment of the Early Church, (Il fermento paziente della chiesa primitiva) Alan Kreider suggerisce che la pazienza fosse una delle virtù essenziali della vita dei primi cristiani sotto il dominio dell’impero Romano. Poiché Dio è paziente, decisero che “fidandosi di Dio, avrebbero dovuto essere pazienti—senza voler controllare gli eventi, senza farsi prendere dall’ansia o dalla fretta, e senza mai usare la forza per raggiungere i loro fini”. Che grande saggezza troviamo qui per fondare chiese!

Rallentare il passo del ministero per aumentarne la longevità è un passo in avanti, non indietro, verso la produttività.                                                                                                                                        

La chiesa occidentale non ha bisogno di altri leader che imitano le stelle cadenti, attraversando per breve tempo l’orizzonte di conferenze e podcast. Abbiamo invece bisogno di contadini che conoscono le stagioni e sanno che cosa significa aspettare.

Poiché a Dio appartiene il dominio ed egli è più appassionato alla sua missione di quanto lo siamo noi, possiamo rilassarci nei faticosi ritmi del seminare, innaffiare e raccogliere—e lasciare i risultati a lui. Come ci ricorda Giacomo 5:7-8:

Osservate come l'agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell'ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

In un’epoca di grande fretta, dobbiamo re-imparare a esercitare la pazienza. E se non facessimo soltanto delle preghiere esageratamente grandi per le nostre chiese, ma accettassimo anche le limitazioni divine attraverso una regola di vita che porta alla longevità?

E se riservassimo la stessa attenzione che dedichiamo ai piani strategici per l’inaugurazione sensazionale di una nuova chiesa a quelle abitudini della leadership che ci fanno arrivare fedeli al traguardo (per esempio, pluralità effettiva, amicizie sincere, osservanza regolare del Sabato, e un tempo di preghiera senza fretta)? E se fossimo più preoccupati del nostro cammino con Gesù che del nostro lavoro per Gesù?                                                                                                                                                    

La pazienza cresce quando ci ricordiamo che non abbiamo bisogno di sapere che cosa ci aspetta dietro l’angolo e che dobbiamo soltanto fissare il nostro sguardo su di lui. Colui che ha inventato il tempo non è mai in ritardo sulla tabella di marcia. E in questa gloriosa verità c’è la potenza per affrontare qualsiasi cosa. Anche l’attesa.


Adam Ramsey guida Liberti Church nella regione della Costa d’Oro (Australia) ed è inoltre il direttore del network Australia/Nuova Zelanda di Acts 29. Adam ama veramente Gesù; crea dei ricordi con sua moglie, Kristina, e i loro cinque figli; predica il vangelo; e prepara fondatori di chiese. Puoi seguirlo su Twitter.

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