In che modo il dubbio può lasciare posto alla certezza della salvezza?
Mary entrò nel mio ufficio per discutere un suo dilemma personale. Aveva da poco fatto domanda presso un’agenzia missionaria per essere presa in considerazione per una missione all’estero. Durante il colloquio iniziale con l’agenzia, non era riuscita a dare una risposta adeguata alla semplice domanda: “Hai la certezza della tua salvezza?”
Donna sulla trentina, Mary era diventata cristiana ad un certo punto della sua adolescenza. Almeno così pensava. Diverse volte si era fatta avanti in chiesa quando si faceva l’appello per la salvezza. Aveva pregato per ricevere Cristo durante la serata conclusiva di un campo estivo. Mary aveva risposto all’appello per ricevere Cristo durante una grande campagna evangelistica e aveva espresso il suo desiderio di seguire il Signore al suo consigliere spirituale. E aveva regolarmente recitato la preghiera del peccatore. Mary aveva risposto decine di volte al vangelo di Gesù Cristo con ravvedimento e con fede. Tutto bene, giusto? Il problema era che Mary non era sicura se quegli eventi e preghiere fossero validi, se era davvero diventata una cristiana. Pensava di esserlo. Sperava di esserlo. Ma non era sicura di essere diventata una seguace di Gesù Cristo.
Le amiche avevano cercato di aiutare Mary facendole domande come: “Hai ricevuto Cristo?” “Quando hai detto la preghiera del peccatore?” “Dov’eri quando sei diventata una cristiana?” Erano domande per aiutarla fatte con le migliori intenzioni, ma il problema di Mary era che aveva difficoltà a indicare il come, il quando e il dove della sua salvezza. Anzi, aveva risposto così tante volte alla chiamata del vangelo che non era in grado di dire quale di quelle risposte l’aveva realmente salvata. Oltretutto, in nessuna di quelle occasioni Mary aveva sentito il peso del suo peccato abbandonarla, né udito il coro degli angeli che cantano — segni della salvezza che le sue amiche avevano condiviso con lei per darle la certezza della salvezza. Mary non era perciò sicura di essere una cristiana. Per di più, nel caso lo fosse, non era sicura che sarebbe rimasta cristiana per tutta la sua vita. E l’agenzia missionaria a cui si candidò era giustamente preoccupata per lei e insistette affinché facesse chiarezza su questo aspetto importantissimo.
Così Mary venne da me. Durante i mesi successivi mi occupai di Mary per aiutarla ad avere la certezza della salvezza. Riporto di seguito una bozza di ciò che ho condiviso con Mary. Partiamo da una definizione: la certezza della salvezza è la fiducia soggettiva (che è privilegio di tutti i veri credenti) di rimanere cristiani per tutta la vita. E’ la certezza interiore che Dio li ha salvati sulla base dell’opera del Figlio al posto loro, e l’applicazione di quel beneficio mediante l’opera dello Spirito Santo.
E’ importante dire che la certezza della salvezza è fondata sulla perseveranza dei santi. La perseveranza è l’opera potente di Dio nel preservare i cristiani per tutta la loro vita mediante la Sua potenza e la loro costanza nella fede, fino al compimento della loro salvezza. Come sottolinea Pietro nella sua benedizione al Signore: “Nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi” (1 Pietro 1:3-5). L’eredità della vita eterna è garantita per i cristiani poiché la potenza di Dio li custodisce infallibilmente dalla tentazione, dagli attacchi dei demoni, dalla persecuzione, e dal peccato che sembra travolgerli. In tal modo, non possono abbandonare la fede e scadere dalla salvezza. Tuttavia, la potenza di Dio nel custodirli non agisce indipendentemente dalla perseveranza nella fede dei cristiani. Dio, che è fedele alle Sue promesse e onnipotente per compiere la Sua volontà, non solo salva il Suo popolo, ma custodisce anche i suoi fedeli mentre camminano con Lui per fede—giorno dopo giorno— dando loro alla fine la vita eterna promessa. Sulla base di quest’opera divina di preservazione, i cristiani godono il privilegio della certezza della loro salvezza.
Nello specifico, che cosa ha fatto Dio e che cosa sta facendo per noi che ci dà la costante fiducia che saremo di Cristo per sempre? Come ho detto a Mary, se vogliamo avere la certezza della salvezza nel modo migliore, dobbiamo riporre la nostra fede sull’opera del Dio trino e sulle promesse della Sua Parola.
Iniziamo dai potenti atti misericordiosi di Dio Padre. I cristiani sono stati scelti da Dio in Cristo “prima della creazione del mondo” (Efesini 1:4). Con la Sua elezione, il Padre li ha segnati eternamente per il Suo piano di salvezza. Dio li ha uniti a Cristo; mediante questa unione con Cristo, il Padre assicura loro ogni beneficio della salvezza (Romani 6:1-11; Galati 2:20; 3:28; Efesini 2:4-7; Colossesi 3:1-5). Dio li ha giustificati, ossia li ha dichiarati non colpevoli, ma giusti. Questa giustificazione non ha niente a che fare con il merito o il guadagnare il favore di Dio con le buone opere; piuttosto, essa è offerta sulla base dell’obbedienza perfetta di Cristo, della sua morte e della sua risurrezione, e della fede in Lui (Romani 3-8; Galati 2:15-3:29). Tramite l’adozione, Dio è il loro Padre. Ha preso un popolo di peccatori—nemici che erano separati da Lui—e li ha fatti diventare per sempre membri della Sua famiglia, i Suoi amati figli (Giovanni 1:12; Galati 4:4-7; Efesini 2:13-22).
I potenti atti misericordiosi di Dio Padre sono alla base della certezza della salvezza.
La certezza della salvezza è basata poi sugli impegni e sulle preghiere del Figlio. Cristo si impegna incessantemente a conservare i Suoi seguaci, a non perdere mai uno di loro, e a dare loro la vita eterna. Gesù ci assicura: “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Giovanni 6:37-40; cf. 10:27-30). Oltre ai Suoi impegni, il Figlio rivolge preghiere incessanti per la salvezza dei Suoi seguaci. Contrapponendo il sacerdozio del vecchio patto con il Sommo Sacerdote del nuovo patto—Gesù Cristo—Ebrei sottolinea: “Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare; egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette. Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro” (Ebrei 7:23-25; cf. Giovanni 17:24).
Gli impegni e le preghiere del Figlio sostengono la certezza della salvezza.
Il fondamento della certezza della salvezza continua con la testimonianza dello Spirito Santo. Ancora prima che le persone diventino cristiane, la Sua convinzione di peccato, di giustizia e di giudizio turba i loro cuori (Giovanni 16:8-11). Lo Spirito è il responsabile della rigenerazione, l’opera che consiste nel rimuovere la vecchia natura fatta di tenebre e morte e innestare al suo posto la nuova natura fatta di luce e vita (Giovanni 3:3-8; Tito 3:5). La sua opera nel suggellare i cristiani indica che essi appartengono a Dio per sempre (Efesini 1:13-14; 4:30); la Sua opera, infatti, è descritta in termini di pegno, primizie, caparra della salvezza (2 Corinzi 1:22; Efesini 1:14; Romani 8:23; 2 Corinzi 5:5). Inoltre, lo Spirito Santo rende testimonianza al loro spirito che essi sono davvero figli di Dio (Romani 8:16). E per tutta la loro vita, lo Spirito è coinvolto nella trasformazione dei credenti all’immagine di Cristo (2 Corinzi 3:18) in modo da renderli sempre più simili a Cristo (Galati 5:16-25).
La testimonianza dello Spirito Santo sostiene la certezza della salvezza.
In aggiunta all’opera del Dio trino, la certezza della salvezza si fonda anche sulle promesse della parola di Dio. La Scrittura promette la vita eterna, e la sua certezza, a tutti coloro che ricevono il Figlio per fede: “E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1 Giovanni 5:11-13; cf. Giovanni 3:36; 5:24).
La certezza, quindi, diventa una questione di avere fiducia nelle promesse della Parola di Dio. Ma non è sufficiente dire a persone come Mary di avere fiducia in Dio. Queste persone vogliono avere fiducia, ma spesso per loro è difficile. E’ utile quindi condividere con loro le promesse della Scrittura, con questa aspettativa: “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17). Condividendo in modo regolare e costante la Parola con loro, e invitandole a meditare continuamente sulle sue promesse di salvezza, la fiducia crescerà e queste persone otterranno la certezza della salvezza.
Le promesse della Parola di Dio sostengono la certezza della salvezza.
I potenti atti misericordiosi del Padre. Gli impegni e le preghiere del Figlio. La testimonianza dello Spirito Santo. Le promesse della Parola di Dio. Soltanto dopo aver radicato la certezza della salvezza su questo fondamento incrollabile dovremmo fare appello alla fede e all’obbedienza dei cristiani. Ma come nel caso delle amiche di Mary, spesso iniziamo da questi aspetti soggettivi e ci concentriamo su di essi: il come, il quando e il dove della nostra conversione. Le buone opere che stiamo compiendo. Il nostro avere fede in Dio e fare la Sua volontà. Ma se ci concentriamo su questi aspetti soggettivi, la certezza della salvezza si appoggerà su un fondamento precario.
Un richiamo di questo genere non è sbagliato in se stesso, ma va messo al posto giusto. Dopotutto, la certezza della salvezza si fonda sui potenti atti misericordiosi del Dio trino e sulle promesse della Sua Parola e non in qualche percezione soggettiva: fede, esame delle opere buone, professione di fede personale, progressi nella santificazione, e come simili. La percezione soggettiva non va però minimizzata, ma va portata in ringraziamento a Dio. Mentre i credenti contemplano l’incredibile trasformazione che hanno subito (ora conoscono Dio, confidano in Cristo, seguono lo Spirito, adorano il Signore, ripudiano il peccato, desiderano la parola, amano il prossimo), dovrebbero essere attirati alla sorgente di questo cambiamento (la stupenda opera di Dio) e giustamente affermare: “Devo essere salvato, perché soltanto l’opera della grazia e dell’amore di Dio può spiegare questo miracolo!”
Arriviamo adesso al resto della storia: dopo mesi di studio e meditazione sui potenti atti misericordiosi del Dio trino e sulle promesse della Sua Parola, Mary ottenne la certezza della sua salvezza. La mia speranza è che ciò che ho condiviso possa aiutare chi non ha ancora questa certezza, e che possa essere un mezzo per discepolare altre persone che soffrono per la mancanza della certezza della salvezza.
Come ha promesso Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).
Parte di questo materiale è adattato da Gregg R. Allison, 50 Core Truths of the Christian Faith: A Guide to Understanding and Teaching Theology (Grand Rapids: Baker, 2018), 273-80.
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