Combattere per Cristo
Fondare chiese è uno sport di squadra, non uno sforzo solitario. Per fondare chiese in modo efficace è necessario avere guide sane affiancate da uomini e donne ripiene di grazia che seguono Cristo con determinazione, concentrazione, perseveranza, coraggio e speranza. Questi ministri del vangelo sono quelli che combattono per la fede su base quotidiana, perché è responsabilità di tutti quelli che sono stati trasformati dal vangelo difendere il vangelo. Va oltre ed è diverso dal semplice proclamare il vangelo, per quanto sia importante. Qualche volta è combattimento e difesa, e richiede “sudore, lacrime e sangue”.
La breve epistola di Giuda è stata scritta per esortare la chiesa a “combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 3). Qualunque cosa stesse accadendo, era tragica e pericolosa. Giuda era vigile e voleva che la chiesa fosse concentrata. Notiamo che questa lettera non è scritta in modo specifico alle guide della chiesa, non ci sono riferimenti a pastori, anziani, vescovi e diaconi. Questa epistola è indirizzata a tutti i “chiamati, amati, custoditi” (Giuda 1). Questa è una lettera per il popolo di Dio, che dice chiaramente che il compito di combattere la fede è responsabilità di tutta la “squadra”.
L’urgenza del vangelo
Non sappiamo già che il Vangelo è sempre sotto minaccia e che è sempre necessaria una vigilanza costante? Tuttavia, a volte accade che la situazione sia particolarmente critica e che la minaccia sia molto reale. Questa è la situazione di cui sta parlando Giuda. Vorrei suggerire che questa è la situazione che la chiesa globale affronta in questo momento, e in particolar modo la chiesa nel mondo occidentale. Per chi di noi abita questa parte del mondo, questa breve ma interessante lettera è pertinente in modo curioso e avvincente.
Il problema di cui si parla in Giuda è causato dagli insegnanti, quelli che hanno la possibilità e l’opportunità di influenzare la chiesa. Non è chiaro come fossero nominati o approvati, fatto sta che stanno allontanando dalla fede i cristiani professanti. Si erano infiltrate nella chiesa persone che avevano una comprensione diversa del vangelo e uno stile di vita diverso da seguire (Giuda 4). E’ interessante notare che la chiesa è l’ultima linea difensiva. La fede “trasmessa una volta per sempre” era minacciata, e la chiesa doveva affrontale la minaccia e assumersi le sue responsabilità. Giuda scriveva perché la chiesa non si rendeva conto della pericolosità della situazione e quindi non si facevano i conti con la minaccia. Giuda presume che i suoi lettori conoscano il vangelo e che siano capaci di farsi avanti e agire.
Qualunque sia il nostro ruolo o la nostra funzione nella chiesa, nessuno di noi può restare passivo. Se sei una guida, il tuo compito è di insegnare il vangelo. Se sei “solo” un membro, la tua responsabilità è di assicurarti che i tuoi leader lo stiano facendo! Combattere per la fede è una responsabilità e un progetto comunitario. L’indifferenza e l’apatia indeboliscono e danneggiano irreparabilmente l’opera del vangelo. Fondare chiese significa che i cristiani sono coinvolti in un combattimento strenuo, caparbio, sostenuto e persistente.
Minacce al vangelo
La natura dello specifico falso insegnamento forse non è rivelata, ma il quadro complessivo che emerge è alquanto familiare.
Questi falsi insegnanti sono empi, promuovono un atteggiamento di fare quello che ti piace, con chi ti piace, quando ti piace e come ti piace (Giuda 4). Il test principale della nostra dottrina è il nostro modo di vivere, e la nostra dottrina si adegua per soddisfare i nostri desideri. Secondo Paolo in 1 Corinzi 12:3, la confessione di fede più elementare è “Gesù è il Signore”. La sottomissione alla guida di Gesù e l’obbedienza alla sua parola sono aspetti fondamentali dell’essere un cristiano. La grazia non significa che il modo di vivere sia irrilevante, e le nostre azioni rivelano quando i nostri desideri distorti ci governano al posto del nostro Salvatore.
Giuda 5-7 mostra che questo non va preso alla leggera. In ciascuno di questi esempi il Signore giudicò con fermezza. I falsi insegnanti rifiutarono di credere alla parola, di accettare il loro ruolo di servitori e di onorare il piano di Dio. In ciascuno di questi esempi, non solo essi furono ostinati e costanti nella loro disobbedienza, ma amavano il loro peccato e ne gioivano.
Questi falsi dottori erano dei visionari. Essi davano importanza alla rivelazione immediata, e la loro autorità derivava dalle loro visioni. Avendo questo come fondamento logico essi “contaminano la carne, disprezzano l’autorità e parlano male delle dignità” (Giuda 8). Non si curano dell’autorità, non la rispettano, e pensano di sapere di più degli apostoli, delle scritture e delle guide esperte. Questi sono egoisti pseudo-spirituali, che ingannano altri essendo loro stessi ingannati.
Giuda li respinge con forza. Essi sono quelli “ai quali è riservata l’oscurità delle tenebre in eterno” (Giuda 7, 13). Essi sono smascherati non solo a livello delle loro azioni e insegnamenti ma anche in termini delle loro motivazioni. E’ chi sono oltre a quello che dicono che minaccia il vangelo (Giuda 16). La chiamata della chiesa non è solo a combattere i falsi insegnanti, ma anche a sfidarli.
Spesso è qui che ci sentiamo più a disagio. Conduttori di chiesa, preparate e incoraggiate coloro che servite a essere coinvolti e fiduciosi nel combattimento per Cristo?
Discepolo, sei preparato e disposto a opporti alla menzogna, anche quando si va sul “personale”? Stanno succedendo molte cose nella chiesa in generale, e c’è una pressione sempre maggiore sui cristiani affinché cambino il loro atteggiamento su diverse questioni.
Ciò che rende questa epistola così pertinente alla nostra situazione è la predominanza della sessualità. Il riferimento agli angeli in Giuda 6 allude a un fatto del Vecchio Testamento in Genesi 6:1-2 in cui degli angeli concupirono donne, l’episodio di Sodoma e Gomorra (Giuda 7) riguardava gli uomini della città che chiedevano a Lot di consegnare i suoi ospiti per avere rapporti sessuali con loro, e l’espressione “contaminano la carne” (Giuda 8) è una frase che include peccati sessuali di vario genere, omosessualità inclusa.
Questa è la pressione che è esercitata sulla chiesa ai nostri giorni. Sebbene i cristiani abbiano sempre avuto una diversa etica sessuale rispetto alla cultura circostante, parecchi leader di alto profilo hanno ceduto sulla questione. La sessualità è la questione determinate della cultura occidentale, e lo sta diventando per la chiesa. Ma Giuda ci chiama a rimanere risoluti e saldi. Non possiamo invalidare migliaia di anni di storia o mercanteggiare su alcuni testi quando tutto l’insieme della narrativa biblica è categorico a riguardo.
E’ su questo punto che dobbiamo combattere.
CH Spurgeon disse questo:
Se io professo con voce alta e chiara ogni porzione della verità di Dio eccetto quel piccolo punto che il mondo e il diavolo stanno attaccando in questo momento, non sto confessando Cristo, per quanto audacemente io stia professando Cristo. La fedeltà del soldato si dimostra laddove infuria la battaglia; e se rimane fedele su tutti gli altri campi di battaglia, ma non su questo è come se si stesse dando a una fuga disonorevole se si tira indietro su quel punto… Non è sufficiente che il predicatore affronti le questioni del passato, anche se dobbiamo conoscerle, ma deve applicare la Bibbia alle questioni del suo tempo. Come disse Martin Lutero: “Se il vangelo non è rilevante alle questioni dei nostri tempi, non è affatto vangelo”. Non affrontare le questioni del giorno, ma fare salti indietro nel passato o nel parlare positivo, significa tradire la chiamata che ci è stata affidata. Non vivo nel passato, ma vivo oggi in virtù della sovranità di Dio per combattere per lui, impegnandomi in questo nella mia generazione fino al Suo ritorno!
Il vangelo è sotto minaccia, è sotto attacco e dobbiamo stare in guardia e decisi a combattere.
Fiducia nel Vangelo
Giuda vuole però che la chiesa sappia che non solo ha la responsabilità di combattere, ma anche quella di prendersi cura e di dedicarsi agli altri (Giuda 23). Nel nostro combattere, non dobbiamo diventare irascibili, ma assumere un ruolo di responsabilità gli uni per gli altri. “La fede” non è solo la cosa per la quale combattiamo, è anche lo strumento per il nostro incoraggiamento e la nostra crescita.
E quindi dobbiamo conservarci nell’amore di Dio, nella sua maestà in tre persone (Giuda 20-21). Apparteniamo a lui, esistiamo per lui e viviamo per lui. La cura all’interno della Trinità deve caratterizzare la chiesa. Come persone che hanno ricevuto misericordia, dobbiamo essere misericordiosi. Come persone che sono state salvate, dobbiamo annunciare la salvezza. Anche da combattenti non siamo chiamati a essere criminali teologici.
E così, una volta che Giuda ha terminato il suo compito di denunciare i falsi insegnanti e di chiamare ogni credente all’azione, può terminare la sua epistola con una stupenda prosa di profonda e sublime fiducia nel vangelo. Può concluderla con fiducia e serena certezza.
Anche quando il mondo è contro di noi e il pericolo incombe, Cristo può preservarci da ogni caduta. Anche quando i falsi insegnanti minacciano e seducono, Cristo può farci comparire davanti al Padre suo irreprensibili e con gioia.
Entriamo nella mischia con questa fiducia e, con grazia e coraggio, affrontiamo i nemici di Cristo, anche se una volta erano nostri amici.
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