Il Salvatore di piccole città: Per pastori scoraggiati in luoghi dimenticati
Mio padre è stato un pastore per trent’anni nella campagna del Maine. Ha dedicato molti di quegli anni a pascere una parrocchia formata da tre piccole chiese, ognuna delle quali si trovava in una città diversa. Sono cresciuto conoscendo qualcosa delle gioie e dei sacrifici associati al prendersi cura di chiese che altri cristiani spesso non notano, in città di cui il mondo ignora l’esistenza.
Una gelida domenica d’inverno, così narra la storia, solo due signore anziane si presentarono al culto della mattina in una delle chiese. Mio padre chiese se volessero celebrare ugualmente il servizio. Acconsentirono. Predicò il sermone, guidò il canto, pregò e raccolse l’offerta. Dio fu adorato.
Negli anni successivi, sono stato testimone in prima persona dei trionfi e dei travagli del ministero nella piccola città in cui vivo, e ho avuto il privilegio di conoscere pastori di campagna da tutta la nazione e da tutto il mondo. Ho scoperto che molti di questi pastori di piccole città stanno svolgendo un lavoro pregevole. Hanno visione, energia, passione e capacità. E, come tutti gli altri pastori, hanno bisogno di essere incoraggiati.
Il ministero in piccoli centri è impegnativo, a volte ingrato, e di solito passa inosservato agli occhi del mondo esterno. L’incoraggiamento è prezioso. Marco 6:1-6 racconta la storia del ministero di Gesù nella sua città natale. Questo breve brano offre almeno tre grandi incoraggiamenti per quanti oggi stanno servendo per amore di Gesù in piccole città e zone rurali nel mondo.
Gesù ama i piccoli centri
Nazaret era un piccolo centro insignificante con una popolazione di forse 200–400 abitanti. Natanaele, il discepolo di Gesù, che veniva dalla più numerosa e prospera città di Cana, quindici chilometri più a nord, disprezzava Nazaret (Giovanni 1:46; 21:2). Ma il racconto di Marco ci fa capire che Gesù non condivideva quel disprezzo. Non solo egli andò a Nazaret; portò anche i suoi discepoli con lui, e arrivò lì con l’agenda piena, per insegnare e guarire.
Osserviamo che il Figlio di Dio, che avrebbe potuto andare ovunque, scelse questo piccolo paesino. Il suo non era esattamente l’approccio contemporaneo che mira a “raggiungere il centro della città”! Del resto, i Vangeli non ci mostrano mai un Gesù che cerca di nascondere o prendere le distanze dalle sue umili origini. Come osserva Ray Ortlund, Gesù continua a identificare se stesso come un uomo nato in una piccola città persino dopo la sua risurrezione e ascensione (Atti 22:8).
Cosa più importante, Marco 6 dimostra che l’amore e l’interesse di Gesù per Nazaret non era inconsueto; egli non stava riservando un trattamento preferenziale a Nazaret perché era la sua città natale. Il tempo che trascorse laggiù esprimeva piuttosto la sua cura per i luoghi di tutte le dimensioni, grandi e piccoli. Il versetto 6 dice che Gesù “andava attorno per i villaggi circostanti, insegnando”. Più avanti, Marco descrive il ministero di Gesù “nei villaggi, nelle città e nelle campagne” (Marco 6:56). Egli visitò persino fattorie (una buona traduzione della parola campagne).
Pastore di una chiesa in una piccola città, Gesù ama i piccoli centri. La tua città non è sfuggita alla sua attenzione. Egli la ama più di quanto tu la ami, e ti invita ad amarla di più — con il suo amore.
Gesù conosce le nostre sfide
Gesù conosce, in modo molto intimo, le difficoltà di ogni pastore scoraggiato di una chiesa in una piccola città. Dopotutto, egli stesso ha avuto un ministero difficile in una piccola città. Le cose non andarono bene per lui a Nazaret. Penso a un gruppo di pastori seduti attorno a un tavolo su sedie pieghevoli che mangiano il pranzo a sacco nel seminterrato di una chiesa mentre condividono le loro lotte. Gesù è lì con loro. Egli sta dicendo: “E’ vero, non ho potuto fare alcuna opera potente a Nazaret. La maggior parte di loro mi rifiutò. Quel terreno era duro”.
A Nazaret, Gesù ha dovuto affrontare un problema particolare comune alle piccole città: l’eccessiva familiarità. A quanto pare i suoi compaesani lo conoscevano troppo bene per conoscerlo veramente. Vedendo il ragazzo che era cresciuto tra di loro, non furono in grado di riconoscere che il Figlio di Dio era in mezzo a loro. Il suo insegnamento e i suoi miracoli li offesero.
Nelle zone rurali degli Stati Uniti che non sono progressiste come le grandi città post-cristiane, le fede e la cultura cristiana a volte rimangono accettabili. Spesso però questa accettazione del cristianesimo è più di facciata che una realtà profonda. Riguarda più l’andare in chiesa la domenica, i valori tradizionali e il cristianesimo culturale, e ignora la potenza e la presenza di Gesù.
Un mio amico ha fondato una chiesa piena di vita in una piccola cittadina del sud e ha subito opposizione dalle chiese locali più tradizionali. Un altro amico svolge un ministero per l’istruzione dei bambini in una zona rurale povera, e mi ha riferito che i non credenti del posto non gli hanno dato nessun problema — tutta l’opposizione che ha affrontato è provenuta dalle chiese. La familiarità (a causa dell’eredità culturale della tradizione cristiana) può generare disprezzo per una fede viva e vissuta nelle nostre piccole città, proprio come a Nazaret.
Ci sono molti altri modi in cui gli stessi aspetti della vita di una piccola città che amiamo possono creare ostacoli al vangelo. Legami molto fitti tra paesini possono creare una resistenza peccaminosa nei confronti della gente da fuori. Dare valore alla continuità e allo status quo può portare ad una riluttanza al cambiamento e all’adattamento. Il desiderio di opporre resistenza alla vita frenetica e alle innovazioni della città può promuovere, ironicamente, una forma di orgoglio per la mediocrità.
A volte le cose che amiamo delle nostre piccole città sono proprio quelle che renderanno difficile il ministero in esse. Gesù lo sa. Egli stesso lo ho sperimentato. Pastore di una chiesa in una piccola città, Gesù conosce le sfide che affronti.
Gesù vuole persone da piccole città
Pur facendo riflettere, l’esperienza di Gesù in una piccola città fa anche sperare. Il piccolo grande incoraggiamento nascosto in questo brano è che Gesù ha intenzione di salvare alcuni dei suoi compaesani. Due dei quattro fratellastri biologici di Gesù citati in questo brano hanno poi scritto due lettere del Nuovo Testamento. Giuda e Giacomo hanno conosciuto Gesù come loro fratello per molti anni, trascorrendo molto tempo con lui nella minuscola Nazaret. Alla fine però compresero che Gesù era molto più che il loro fratello — egli era il loro Signore, Messia e Maestro (Giuda 1; Giacomo 1:11).
Gesù vuole salvare discepoli dai piccoli centri. Egli ha dimostrato questo recandosi di persona in piccole città e mandando lì pure i suoi discepoli (Matteo 10:11; Luca 9:6). Successivamente i cristiani hanno continuato a seguire il suo esempio. Dopo la sua conversione, Paolo predicò “prima a quelli di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea” (Atti 26:20). Paolo e Barnaba predicarono nelle città di Listra e Derba, come pure nei paesi e nei villaggi controllati da queste città (Atti 14:6-7). Pastore in una piccola città, Gesù ama così tanto la tua piccola comunità che ha mandato te là. Egli vuole salvare discepoli tra i tuoi vicini di casa e concittadini.
Gesù ama i piccoli centri. Anche se egli sa che il ministero nei piccoli centri può essere difficile, egli va lì e vi manda pure i suoi seguaci. Fatti coraggio. Nella tua città ci sono persone che egli vuole salvare (Atti 18:10). Uniamoci con gioia a lui per raggiungerle.
Stephen Witmer (@stephenwitmer1) è il pastore di Pepperell Christian Fellowship a Pepperell, Massachusetts e professore aggiunto di Nuovo Testamento al Gordon-Conwell Theological Seminary. E’ il co-fondatore di Small Town Summits, un’organizzazione che serve le chiese e i pastori in zone rurali, e ha scritto Eternity Changes Everything e A Big Gospel in Small Places. Lui e sua moglie, Emma, hanno tre figli.
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