Fondare chiese tra timori e solitudine
Quando mio figlio era più piccolo, avevamo una routine serale. Mi sedevo sul bordo del suo letto e gli leggevo una storia. Poi era il momento di cantargli una canzoncina mentre gli grattavo la schiena. Gli rimboccavo le coperte e mi incamminavo verso la porta, ma poi arrivavano le domande. “Puoi guardare dentro il mio armadio e controllare che non ci sia niente dentro? Puoi lasciare accesa la luce del corridoio? Puoi cantarmi un’altra canzoncina? Per quanto tempo resterai sveglio?”
Esausto dopo una lunga giornata, in quei momenti mi sentivo frustrato, finché compresi che cosa stava succedendo. Mio figlio era spaventato, e ogni sua domanda era il tentativo di trattenermi nella sua cameretta un po’ più a lungo. Nel momento in cui uscivo dalla stanza, la sua immaginazione si scatenava. Ma finché gli ero vicino, sapeva che non aveva nulla da temere. La mia presenza faceva tutta la differenza.
Una cosa è essere spaventati, ma avere paura e sentirsi soli è pressoché insostenibile. I miei colleghi fondatori di chiesa, soprattutto quelli nuovi, possono riconoscersi in questo.
Di solito sperimentiamo le nostre paure e ansie più profonde nei primi anni della fondazione. Ci sono moltissime incognite. Qualcuno verrà nella nostra chiesa? Avremo risorse sufficienti per portare avanti l’opera alla quale Dio ci ha chiamato? Le persone resteranno con noi mentre cerchiamo di dare una stabilità alla chiesa? Domande come queste corrono senza sosta nella mente di un nuovo fondatore.
La presenza della paura
Nei miei primi anni di fondazione, ero quasi paralizzato dal terrore. C’è stata una domenica in cui avevamo più persone a guidare l’adorazione che nella congregazione. C’è stata quella volta in cui ho guardato nella nostra cassetta delle offerte e ho visto 4 dollari più un buono di un fast food locale. In più occasioni, le persone parevano entusiaste della missione della nostra nuova chiesa, ma nel giro di pochi mesi si trasferirono in un’altra chiesa.
Sebbene queste situazioni mi avessero riempito di panico, erano state le mie aspettative e supposizioni a provocare la maggior parte della paura nel mio cuore. Forse non sono abbastanza bravo come predicatore. Non potremo mai offrire quello che offre la chiesa in fondo alla strada. Feci abbastanza passi falsi all’inizio da sapere che se Dio avrebbe edificato la sua chiesa, lo avrebbe fatto nonostante i miei migliori sforzi. I dubbi sulle mie capacità crearono in me una delusione che mi accompagnava costantemente.
Qual è stato allora l’antidoto per questi sentimenti? Iniziai ad andare a caccia di risposte. Partecipai a tutte le conferenze sulla fondazione di chiese. Offrii caffè a tutti i fondatori di chiesa che potevo, cercando la pillola magica che avrebbe placato le mie paure. Lessi libri e ascoltai presentazioni sulla fondazione di chiese fino a perdere il conto. Ma ci misi anni per capire che avevo bisogno di una persona, non di un principio. Avevo bisogno di più della presenza di qualcuno che di consigli pratici.
La compagnia di Cristo
Diversi brani della Scrittura sono stati fondamentali per me durante la fondazione della chiesa, specialmente Matteo 28:18-20. La maggior parte dei fondatori sanno quanto facilmente le chiese possono farsi distrarre dalla missione. Ogni volta che tornavo a questo testo, mi ricordava il nostro obiettivo principale, il perché lavoriamo per fondare chiese nonostante le nostre paure. Siamo chiamati a fare discepoli. Tutte le volte che leggevo questo testo, mi rendevo conto che stavo ignorando la consolazione che Gesù offre nel versetto 20: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.
Questo era quello che mi mancava agli inizi della fondazione della chiesa. Mi sentivo costantemente solo e spaventato. Mi sentivo come se l’opera fosse interamente sulle mie spalle. Mi mancava l’incoraggiamento che Gesù aveva offerto ai suoi discepoli. Egli non li aveva chiamati alla missione senza assicurare loro anche la sua presenza e potenza.
La vicinanza di Dio
Quando decidi di fondare una chiesa, non hai nessuna idea di cosa aspettarti nei mesi futuri. Puoi permettere che questa incertezza porti la tua mente a immaginare scenari che provocano panico, o puoi lasciare che ti porti a Dio. Come un figlio che sa di non avere nulla da temere quando è con il proprio padre, anche noi dovremmo gustare la vicinanza del nostro Padre celeste e contare su di essa (Giacomo 4:8).
Fondare chiese può essere un’impresa spaventosa e solitaria. Ma Dio ha promesso di essere sempre con noi mentre proclamiamo la buona notizia che Cristo salva i peccatori. È la sua opera, ed egli è con noi mentre andiamo, facciamo discepoli, li battezziamo e insegnamo loro.
Anche se probabilmente ci saranno molte giornate buie mentre stabilisci e fai crescere la tua famiglia di fede, non sarai da solo in quei momenti. Il Padre tuo è vicino, e la sua presenza è più che sufficiente per aiutarti ad andare avanti quando non sai cosa porterà il domani. Fratelli, perseverate in Cristo.
John Piper (@JohnPiper) è fondatore e insegnante di desiringGod.org e preside del Bethlehem College & Seminary. Per 33 anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church, Minneapolis, Minnesota. E’ autore di più di 50 libri, tra cui Desiderare Dio: meditazioni di un edonista cristiano e il più recente Why I Love the Apostle Paul: 30 Reasons.
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