E se?
Quando le persone si chiedono “e se?”, quello che in realtà stanno facendo è reimmaginare la situazione attuale. Stanno immaginando una realtà migliore.
“E se?” è una domanda che noi cristiani siamo chiamati a farci. Il vangelo ci impone di reimmaginare la realtà; non come una vaga speranza ma come qualcosa che potrebbe realmente accadere mediante la potenza di Dio. Dopotutto, con lui niente è impossibile (Matteo 19:26).
Guardando alla nostra situazione attuale—fatta di degrado, pervasa dal peccato, sconvolta dalla confusione e dalla devastazione—ci chiediamo: “E se?” e, alla luce della risurrezione, vediamo una realtà completamente diversa grazie all’opera compiuta da Gesù Cristo. Questo dovrebbe spingerci a impegnarci in questo mondo in modo radicale.
Nel fondare chiese, abbiamo l’opportunità unica di vedere gli “e se?” diventare realtà. Vedete, le chiese di nuova fondazione—a causa del loro grande desiderio di avventurarsi nel mondo esterno e fare qualcosa di nuovo, di relazionarsi con nuove culture in un modo guidato dalla teologia, con innovazione missionale e coinvolgimento culturale— possono produrre un cambiamento davvero consistente. Questo perché quando fondiamo chiese, lo facciamo nell’attesa piena di speranza che il vangelo trasformerà le persone.
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E se, attraverso la fondazione di chiese sane, vedessimo sempre più persone venire alla fede nel Signore Gesù Cristo, e credere in lui come Signore e Salvatore? E se, attraverso la fondazione di chiese sane, vedessimo più persone che amano sinceramente Dio e il prossimo? E se, attraverso la fondazione di chiese sane, vedessimo persone sacrificare le loro vite per fare discepoli—considerando il grande mandato come se fosse davvero il grande mandato, e non soltanto come un grande suggerimento?
Se così fosse, in quale mondo vivremmo? Che tipo di città e paesi avremmo? Come si tratterebbero le persone e come si relazionerebbero tra di loro?
E se noi—come famiglia globale e diversificata di chiese che fondano chiese — facessimo davvero nostre le parole di Gesù in Marco 9:35: ‘Se qualcuno vuol essere il primo, sarà l'ultimo di tutti e il servitore di tutti’?
Il vangelo mette le cose sotto-sopra, o potremmo anche dire che il vangelo ci fa capire che noi — peccatori ribelli —siamo quelli che sono sotto-sopra, e in Cristo Dio ci fa vedere le cose per come sono veramente. Quando fondiamo chiese, entriamo in certi contesti e diciamo alla gente che sta vivendo in una falsa realtà. C’è un’altra narrativa secondo cui vivere, una narrativa vera e migliore. Dio ha creato il mondo affinché funzionasse in un certo modo, ma noi lo abbiamo stravolto. Il lavoro della fondazione di chiese entra in questi ambienti con il desiderio di vedere le cose ritornare come avrebbero dovuto essere.
Sotto-sopra
E se noi fondassimo chiese che sono un esempio del cuore di servo di Cristo? E se, nel nostro ministero, mettessimo i bisogni degli altri prima dei nostri? (Marco 10:42-45) E se rinunciassimo ai nostri diritti e svuotassimo noi stessi per amore degli altri? (Filippesi 2:5-8) E se rinunciassimo alle nostre preferenze personali e ambizioni egoistiche, prendessimo la nostra croce e seguissimo Gesù insieme? (Luca 9:23)
E se la maturità e la leadership si misurassero non solo in base al colore della propria pelle, allo status sociale, all’età o all’istruzione, ma piuttosto in base alla devozione per Dio, al carattere personale e all’essere un leader che serve?
E se la guardia giurata o il giardiniere, che è un credente maturo nella fede, fosse uno degli anziani di una chiesa agiata piena di dirigenti aziendali? E se la donna che pulisce le case in periferia durante la settimana conducesse uno studio biblico in quelle stesse case nel fine settimana? E se il leader di un movimento o di una denominazione cristiana nazionale fosse il fedele pastore locale di una piccola chiesa di campagna, che semplicemente ama Dio e gli uomini e vuole vedere molte persone raggiunte dal vangelo?
E se vedessimo più chiese collaborare, mettendo da parte le proprie preferenze personali e condividendo le risorse per avere un impatto su un numero maggiore di persone e di contesti?
Nel fondare chiese sane che fondano chiese sane, non dobbiamo limitarci a immaginare queste cose. Con la potenza di Dio, possiamo farle diventare realtà. La nostra preghiera è che diventeremo un movimento di chiese umili mosse dalla grazia di Dio, dall’amore di Cristo e sostenute dalla potenza dello Spirito Santo, in modo da poter assistere a un grande cambiamento nel luogo in cui viviamo, lavoriamo e giochiamo. Allora il nostro e se potrà diventare realtà—il modo in cui Dio voleva che fossero le cose, in cui Egli è visibile in tutto lo splendore della sua gloria.
One, la moglie Confidence e le loro figlie Amara e Keeya, vivono a Pretoria, Sudafrica. Guida Rooted Fellowship; una chiesa vangelocentrica e transculturale impegnata nel fare discepoli. One è anche il Direttore del Network Acts 29 Southern Africa.
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