Come sviluppare il tuo discernimento spirituale
Portiamo il mondo in tasca. Dalle agenzie di stampa internazionali alle piattaforme dei social media, siamo costantemente assediati da bytes di notizie, commenti politici, opinioni culturali, teorie cospirative, blog e da sempre più esasperanti notifiche sulle ultime notizie. Un numero sbalorditivo di persone nel nostro pianeta (tre miliardi e mezzo) utilizzano e consumano questa offerta di media. Di fatto, la maggior parte di noi trascorre ogni giorno una media di tre ore sotto questo bombardamento incessante di informazioni.
Nel corso degli ultimi mesi si è visto quanto rapidamente le notizie e i social media possono suscitare paura, provocare rabbia e alimentare movimenti di opinione. Questo sovraccarico di informazione a volte è più di quanto possiamo sopportare e la difficoltà a capire cosa credere ha gettato credenti e non credenti nella disperazione e nello sconforto.
Nella Scrittura, i credenti sono ripetutamente ammoniti a vigilare e a essere consapevoli della differenza tra verità ed errore. Paolo supplicò così la chiesa di Tessalonica: “Esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male” (1 Tess. 5:21-22). In modo simile, Paolo incoraggiò gli Efesini a “[esaminare] che cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (Efesini 5:10-11). Il discernimento spirituale non è quindi opzionale per il credente ma è una necessità chiaramente imposta per vivere una vera vita cristiana. Tuttavia, molti credenti non sono mai stati adeguatamente istruiti su come sviluppare un discernimento spirituale autenticamente biblico. Questa istruzione è fondamentale nell’attuale surplus di informazioni.
Desiderare la saggezza
Il nostro desiderio di discernimento spirituale è direttamente collegato, a un livello più profondo, al nostro desiderio di saggezza. Questo tipo di saggezza va cercata, desiderata e perseguita da ogni credente. Nella frase iniziale dell’Istituzione della religione cristiana, Giovanni Calvino disse: “Quasi tutta la somma della nostra sapienza, quella che tutto considerato merita di essere reputata vera e completa sapienza, si compone di due elementi e consiste nel fatto che conoscendo Dio ciascuno di noi conosca anche se stesso”. Calvino ci ricorda che per ricevere la vera saggezza, e di conseguenza la capacità spirituale di discernere, è necessario iniziare da una giusta conoscenza del nostro Creatore. Senza dubbio egli aveva in mente Proverbi 9:10: “Il principio della saggezza è il timore del Signore”. L’attuale incapacità di discernere la verità dall’errore ha la sua origine in una fondamentale mancanza di conoscenza della santità e della gloria del Dio trino e della depravazione dell’uomo.
Come un padre che si rivolge al proprio figlio, l’autore di Proverbi implora: “Se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all'intelligenza, se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio” (Proverbi 2:3-5). Trovare la saggezza è più importante che trovare un tesoro nascosto ed essa andrebbe ricercata con una passione che supera quella per tutte le pietre preziose del mondo (Matteo 13:44-45). Perché in essa troviamo il nostro vero tesoro, Dio stesso, e senza di Lui falliamo miseramente nel discernere “il dio di questo mondo” (2 Corinzi 4:4).
Conoscere la verità
In un’epoca in cui siamo bombardati da “fake news”, la verità è un bene raro. Una seconda caratteristica della persona che desidera avere un corretto discernimento spirituale è conoscere la verità. In altre parole, tutto ciò che analizziamo va visto attraverso le lenti della verità, cioè della Parola di Dio. Paolo esortò il giovane Timoteo a custodire il deposito che gli era stato affidato (1 Timoteo 6:20) e a “[prendere] come modello le sane parole che hai udite da me, con la fede e l'amore che si hanno in Cristo Gesù. Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi” (2 Timoteo 1:13-14). Paolo qui usa un linguaggio militare per accentuare l’importanza di ciò che ci è stato affidato. Ogni credente è chiamato a conoscere la verità della Parola di Dio al punto da essere in grado di mantenere una posizione difensiva contro tutto ciò che intacca la Sua verità o cerca di violarla in qualunque modo.
Se ci guardiamo in giro è del tutto evidente che molti credenti non conoscono la verità e sono pertanto privi di difese contro gli assalti sempre più numerosi dell’errore. Un modo per correggere questa anomalia è esaminare il nostro consumo quotidiano di Scrittura. Stai riempiendo la tua mente e il tuo cuore con la Parola di Dio a tal punto che essa ti balza in mente mentre scorri i social media o guardi i notiziari? La tua reazione iniziale è di paura, terrore e disperazione, o ti vengono in mente le parole calme e rassicuranti del nostro Signore: “Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27)? Conoscere la verità spezza le catene dei valori del mondo e ci rende liberi di godere la gloriosa certezza che Dio è sovrano e controlla tutte le cose. La verità che ci è stata “affidata” deve essere conosciuta, con la mente e con il cuore, in modo da avere discernimento spirituale in un’epoca di errore.
Provare ogni cosa
Un terzo ingrediente per la crescita del nostro discernimento spirituale è imparare a provare ogni cosa. Combattendo contro problemi di falsità ed errori all’interno della chiesa, Giovanni dà un chiaro ordine ai suoi lettori in 1 Giovanni 4:1: “Provate gli spiriti”. La parola provate è una parola suggestiva nel Nuovo Testamento e deriva dalla parola che significa “la prova della robustezza del metallo”. In altre parole, questo tipo di prova richiede il fuoco, il fuoco della nostra conoscenza di Dio e della conoscenza della Sua Parola. Se siamo guidati dal desiderio di essere accettati dalla cultura o da un atteggiamento di comodo compromesso, non saremo mai persone che esercitano il discernimento. Non assoggettare la tua mente ai media di questo secolo e non farti mai guidare ciecamente nei sentieri preparati per noi dal nemico delle nostre anime. John MacArthur ha giustamente detto: “Se non siamo disposti ad esaminare attentamente ogni cosa, non possiamo sperare di poterci difendere da una fede spericolata”. Solo con un esame attento delle cose saremo in grado di discernere la luce dalle tenebre.
La nostra crescita nel discernimento spirituale dipende dal nostro desiderio di saggezza, dalla conoscenza della verità e dalla volontà di provare assolutamente ogni cosa attraverso le lenti di quella saggezza e verità. La prossima volta ti metti a scorrere le miriadi di bit di informazione, la tua crescita nel discernimento determinerà se la tua speranza è ancorata nella roccia solida di Cristo o nelle sabbie mobili di questo mondo.
Dustin W. Benge è vice presidente delle comunicazioni e professore associato di spiritualità biblica e teologia storica presso il Southern Baptist Theological Seminary a Louisville. È l’autore di The Loveliest Place.
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