Come pregare quando la prognosi è infausta
Con la stagione dei raffreddori e dei virus che incombe, è probabile che tu o qualcuno che conosci si sia ammalato di recente. Se sei come me, forse non hai pregato assiduamente che Dio ti avrebbe guarito. Generalmente pensiamo di sapere come i malanni tipici di stagione si evolvono, e anche se potremmo pregare per un pronto recupero, ci aspettiamo che passino comunque.
Ad ogni modo, tendiamo a pensare in modo diverso riguardo la preghiera quando ci troviamo davanti a una malattia terminale o cronica. La nostra risposta iniziale potrebbe essere quella di cercare disperatamente l’intervento del Signore, ma quando dobbiamo fare i conti con la diagnosi, le domande su come o se pregare per la guarigione diventano più complicate. Se Dio è sovrano e ha permesso questa malattia, mi sto sottomettendo alla sua volontà se desidero e chiedo la guarigione? Se chiedo la guarigione e non vengo guarito, a un certo punto il mio chiedere può diventare una forma di scontento? Sono tenuto a pregare per la guarigione? E cosa dovrei aspettarmi se lo faccio?
Attualmente la mia famiglia si trova ad affrontare una diagnosi di cancro terminale per mia madre, per cui queste per me non sono domande puramente teoriche. Nel cercare di rispondere ad esse, penso sia utile iniziare delineando ciò che possiamo essere sicuri che la Bibbia dice sulla sofferenza e la preghiera e ciò che possiamo essere sicuri che essa non dice. Questo crea un fondamento per porre domande più complesse e personali sulle nostre situazioni specifiche.
Dio e la nostra sofferenza
Di che cosa possiamo essere sicuri riguardo Dio davanti alle malattie croniche e terminali? Nulla succede al di fuori del suo controllo (Salmo 115:3; Giobbe 42:2). La sofferenza e la malattia non sono necessariamente un segno della sua disapprovazione, anche se Dio le usa (Giovanni 9:3). Egli ha scopi specifici per ciò che fa attraverso la sofferenza (Giobbe 1-2), e userà ogni sofferenza e difficoltà per fini redentivi (Romani 8:28-39).
La sofferenza e la malattia sono una conseguenza della caduta e non fanno parte della creazione buona e perfetta di Dio (Genesi 3:16-19). Dio si preoccupa profondamente della nostra sofferenza (Giovanni 11:35; Marco 1:41).Quando Cristo ritornerà e ristabilirà ogni cosa, la malattia e la sofferenza non ci saranno più (Apocalisse 21:4). Ma anche prima di quel giorno, Dio ama dare ai suoi figli doni buoni e ascolta le loro preghiere (Giacomo 1:17; Matteo 7:7-11).
Cosa ci viene detto di fare
Possiamo inoltre essere sicuri di quello che ci è stato detto di fare. In modo simile alle istruzioni di Paolo di pregare in ogni tempo (1 Tess. 5:16-18; Efesini 6:18; Filippesi 4:4-7), Giacomo ci esorta a pregare nei momenti difficili e in quelli felici, ma anche in modo specifico per la guarigione dalla malattia (Giacomo 5:13-14). Senza porre alcuna condizione, Giacomo dice ai suoi lettori di chiamare i loro anziani affinché essi “preghino [per loro], ungendoli d’olio nel nome del Signore” (v. 14). Egli non solo invita i suoi lettori a pregare per la guarigione quando sono malati, ma in realtà li incoraggia a farlo.
Ma l’aspetto che forse tendiamo a trascurare è l’atteggiamento con cui ci viene detto di pregare, in particolare nell’insegnamento di Gesù. In Luca 18, Gesù racconta una parabola sulla preghiera nella quale un giudice ingiusto viene “importunato” da una vedova insistente al punto da farle finalmente giustizia (vv. 1–8). La parabola viene introdotta con queste parole: “Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi” (v. 1).
In modo simile, nel suo insegnamento sulla preghiera in Luca 11:8, Gesù parla dell’amico che chiede con “importunità”. In entrambi i casi, sembra che Gesù ci esorti ad avere un atteggiamento di fervore, spudoratezza e perseveranza, come se stesse dicendo: “Vi prego, disturbatemi pure!”
Infine, ci viene detto di avere fede. La Scrittura è chiara nell’affermare che è importante pregare con fede (Marco 11:23-26; Matteo 21:21-22; Giacomo 1:5-8)— una fede che riposa non su un esito specifico, ma in Dio stesso come nostro Padre buono, potente e onnisciente.
Cosa possiamo aspettarci
Cosa dovremmo aspettarci quando preghiamo? La guarigione dipende dalle nostre preghiere o dalla quantità di fede racchiusa nelle nostre preghiere?
Qui occorre tenere in tensione un paio di cose. La prima è che le nostre preghiere sono efficaci. In Giacomo 5, è evidente che, anche se possiamo non comprendere esattamente cosa preghiera compie o come la compia, essa “ha una grande efficacia” (v. 16). Dio usa ogni nostra preghiera per i suoi scopi.
Secondo, Dio non è vincolato dalle nostre preghiere, nemmeno dalle preghiere di coloro che potremmo considerare più santi, giusti o meritevoli. Paolo pregò tre volte perché gli venisse tolta la “spina nella carne”, una cosa che la maggior parte degli studiosi ritiene essere una malattia fisica, e gli fu detto di no (2 Corinzi 12:7-9). Nel giardino di Getsemani Gesù pregò per un’alternativa alla croce, se fosse stato possibile, e gli fu detto di no. L’immagine biblica della preghiera non è una formula nella quale abbastanza fede unita a fervore equivale a ricevere ciò che chiediamo.
Cos’è la sottomissione e cosa non è
Infine, possiamo essere certi di cosa è e cosa non è la sottomissione alla volontà di Dio. La sottomissione non è priva di domande—pensiamo a quando Maria chiese a Gabriele come avrebbe potuto avere un figlio dal momento che era vergine (Luca 1:34) o quando il salmista supplica ripetutamente per sapere “fino a quando” andrà avanti la sua sofferenza.
Non è nemmeno priva del desiderio di un cambiamento delle circostanze. L’espressione “fino a quando?” è essenzialmente un modo per dire: “Quando finirà tutto questo? Non lo voglio!” Paolo desiderò e chiese che il suo disturbo fisico gli venisse tolto; Gesù desiderò e chiese un altro modo per compiere l’espiazione. La sottomissione alla volontà di Dio non esclude interrogativi, desiderio di sollievo o persino paura—ma è priva di pretesa e sfiducia.
Come pregare
Dopo aver posto questo fondamento biblico, cosa possiamo concludere su come pregare un Dio sovrano per le malattie croniche e terminali?
1. Possiamo essere fiduciosi che quando preghiamo per la guarigione, stiamo riconoscendo che la malattia non fa parte del piano originario di Dio per questo mondo. La preghiera è un atto di giusta sottomissione a Dio che è in linea con la storia generale della redenzione.
2. Quando siamo malati, siamo invitati a pregare apertamente per la guarigione —fino al punto di essere importuni. Dagli esempi di Paolo e Gesù, vediamo che possiamo fare questo ripetutamente e fino alla fine, come Gesù pregò la notte stessa prima di essere crocifisso. Siamo invitati ad esprimere il nostro desiderio per qualcosa di diverso da quello che Dio ha permesso nelle nostre vite, e questo non è in contrasto con la sottomissione alla sua volontà.
3. Non ci viene comandato di pregare all’infinito per la guarigione né la guarigione ci viene promessa se lo facciamo. A un certo punto, Paolo smise di pregare. Possiamo essere certi che Dio opererà nella nostra malattia e attraverso di essa, che egli la tolga o no. Ci è sufficiente sapere che Dio ci invita a pregare, che opera in noi e ci ascolta.
4. Sappiamo che la preghiera non è un gioco in cui cerchiamo di capire come premere il pulsante giusto o trovare la formula giusta di fede più le richieste corrette per essere fedeli o ottenere ciò che vogliamo. Possiamo avere fiducia che se invochiamo il Dio che opera in ogni sofferenza, egli sarà con noi e userà il nostro dolore.
Esamina il tuo cuore
Cosa dovresti fare se stai affrontando una malattia terminale o cronica? Come con molte cose nel discepolato, non c’è una risposta valida per tutti. La fedeltà al Signore può assumere forme diverse in base alla propria storia personale.
Ad una persona, lo Spirito Santo potrebbe sussurrare sommessamente: Prega per perseveranza; la mia grazia ti è sufficiente. Ad un’altra, egli potrebbe dire: Perché non stai pregando per la guarigione? Ti sei rassegnato a questa malattia perché credi che io non ti possa guarire?
Dovremmo chiederci quali sono le motivazioni che ci spingono a pregare e perché preghiamo in un certo modo. Se stai pregando per la guarigione, perché lo fai? Se non stai pregando per la guarigione, perché non lo fai? Quando ci chiediamo cosa Dio vorrebbe che facessimo, dovremmo fare l’esegesi non solo delle Scritture ma anche dei nostri cuori. Mentre lo facciamo, possiamo conformare le nostre preghiere alla Parola di Dio, rimanendo saldi su ciò che egli ha detto e su chi egli è.
Christy Gambrell si è laureata in teologia esegetica e in counseling presso il Covenant Theological Seminary. È un’insegnante biblica e vive a Lookout Mountain, Georgia, con suo marito e i loro tre figli. Christy e la sua famiglia sono membri della Lookout Mountain Presbyterian Church.
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