Cinque realtà sulla risurrezione che danno nuova linfa alla nostra l’evangelizzazione

L’evangelizzazione si fonda sulla realtà della risurrezione. Se Gesù non è risorto dai morti, non ci sarebbe nessuna buona notizia da condividere: il peccato e la morte regnano ancora, noi adoriamo una divinità morta e in decomposizione, e i cristiani sono persone da compatire perché patetiche e vittime di un inganno. Al contrario, se la risurrezione è vera, ogni cristiano è tenuto a condividere questa buona notizia liberamente e con grande gioia.

In 1 Corinzi 15:12-20, Paolo sostiene che per il cristiano tutto si basa sulla realtà della risurrezione. Ecco cosa significa in concreto per la nostra evangelizzazione.

1. Poiché la risurrezione è vera, l’annuncio del Vangelo porta frutto e produce una fede che dona vita.

A motivo della risurrezione, i morti ritornano in vita con le parole. Questo è il miracolo della predicazione del Vangelo. La proclamazione del Vangelo non è solo un’attività che porta frutto, essa produce la fede che conduce alla vita eterna. L’evangelizzazione non è una cosa vana, improduttiva, vuota e sterile. Perché? Perché Gesù è risuscitato dai morti, siede alla destra del Padre e sta chiamando persone a sé proprio ora attraverso la nostra testimonianza verbale.

Condividi la buona notizia di Gesù perché Dio la userà per portare nuova vita.

2. Poiché la risurrezione è vera, possiamo parlare di Dio agli altri.

I cristiani sono dei falsi testimoni se Cristo non è risuscitato dai morti: “Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano” (1 Cor. 15:15). A motivo della risurrezione, possiamo essere dei legittimi testimoni di Dio in un mondo perduto che muore.

Tu non sei un venditore di fumo o un imbonitore. Tu hai ricevuto l’approvazione e il mandato del Creatore dell’universo. Tu puoi e devi parlare con convinzione, amore e fervore, supplicando i perduti di credere. Puoi essere attraente e gentile nella tua evangelizzazione, ma anche profondamente sincero perché Dio ti ha mandato come suo testimone alle sue pecore perdute.

3. Poiché la risurrezione è vera, i tuoi peccati sono stati perdonati.

Se la risurrezione è falsa, allora sei condannato all’inferno per sempre: “E se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati” (1 Cor. 15:17). A motivo della risurrezione, i tuoi peccati sono stati perdonati alla croce. Il tuo perdono è stato compiuto, suggellato e confermato. Nulla può cancellare ciò che Cristo ha compiuto sulla croce.

In che modo questa promessa dà nuova linfa alla nostra evangelizzazione? Possiamo condividere la buona notizia con libertà e gratitudine. Puoi testimoniare gioiosamente di Gesù perché la tua malattia allo stadio terminale—il peccato—è stata guarita, per sempre. Hai il privilegio di condividere la cura con tutti quelli che ti ascolteranno. Niente più sensi di colpa o vergogna. Sei stato perdonato. Il sangue di Gesù è più forte di ogni peccato. Il debito del tuo peccato è stato pagato.

4. Poiché la risurrezione è vera, chi muore in Cristo vivrà per sempre.

Paolo scrive in 1 Corinzi 15:18: “Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti”. Non ci sarebbe speranza per nessuno se Cristo non fosse risuscitato. Tutti saremmo destinati a morire, a perire e a soffrire i tormenti eterni lontani da Dio. A motivo della risurrezione, tutti quelli che muoiono in Cristo vivranno per sempre. Tutti quelli che hanno creduto in Cristo e lo hanno seguito staranno con Gesù per l’eternità. Nessuna morte eterna. “O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (1 Cor. 15:55).

Possiamo quindi proclamare questa speranza eterna: credi in Cristo e sarai con lui per tutta l’eternità. Puoi parlare con franchezza al capezzale del moribondo. Puoi avere grande fiducia che i tuoi cari defunti non soffrono più. Coloro che appartengono a Cristo vivranno in eterno.

5. Poiché la risurrezione è vera, viviamo una vita invidiabile.

La vita cristiana sarebbe una vita triste e pietosa se la risurrezione è falsa: “Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini” (1 Cor. 15:19). A motivo della risurrezione, i cristiani vivono vite invidiabili. Conoscere Gesù Cristo—nella sua morte e risurrezione—supera di gran lunga qualsiasi altra cosa nell’intero universo. Sì, anche nella sofferenza. Sì, anche se decapitati, oppressi o emarginati. Sì, anche se siamo considerati persone strane, di vedute ristrette o dei fanatici religiosi. Come Paolo, possiamo dire: “Ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore” (Filippesi 3:8). Possiamo cantare allegramente: “Alleluia, tutto quello che ho è Cristo. Alleluia, Gesù è la mia vita!”

Puoi avere tutta la fiducia del mondo che le parole che pronunci portano vita in abbondanza e vita eterna. Tu hai una risposta che dà un senso a tutte le domande sulla vita. Puoi rallegrarti nella speranza eterna che Dio ti ha riservato nel cielo proprio ora. Puoi promettere che la vita forse non diventerà più facile nel breve termine—un cristiano potrebbe anche dover pagare un grande prezzo e soffrire—ma che Cristo offre una speranza viva, un’eredità futura, una gioia ineffabile e la salvezza della tua anima (1 Pietro 1:3-9). Ne sarà valsa la pena.

Per questo motivo, mentre la Pasqua si avvicina, rifletti su 1 Corinzi 15:58: “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”. Le tue preghiere per i perduti, le tue conversazioni spirituali intenzionali e i tuoi sforzi per costruire una relazione di amore con chi non conosce Gesù non sono vani. Sii saldo. Niente di quello che viene fatto per Dio è vano. Pertanto, abbonda nell’opera dell’evangelizzazione.

Lascia che la realtà della risurrezione dia nuova linfa, motivi e incoraggi il tuo amore e il tuo zelo evangelistico. Che Dio possa darti la gioia di far conoscere Gesù a qualcuno per la prima volta questa Pasqua.


Steven Lee è il pastore che segue i piccoli gruppi e l’impegno sociale della College Church a Wheaton, Illinois. Puoi seguirlo su Twitter.

DISCLAIMER: Gli articoli postati da Impatto Italia esprimono le posizioni e la sensibilità dell’autore.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©TGC. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.thegospelcoalition.org/article/5-resurrection-realities-that-reorient-our-evangelism/

© IMPATTO ITALIA