Che cosa significa essere Riformato
Ogni anno vado a recuperarmi la definizione della parola Riformato che scrissi per la prima volta qualche anno fa. Credo che valga la pena rileggerla ogni dodici mesi circa. Con tutto quello che leggo e studio durante l’anno, credo sia interessante tornare a questa definizione per vedere cosa cambierei e in quali punti la migliorerei. Credo sia anche un esercizio di umiltà vedere a quali parti della definizione ho dato più importanza a spese di altre. Per questo motivo oggi ho pensato di dare una definizione della parola Riformato, confidando che la cosa possa essere utile ai lettori di questo sito. Anche se Calvinismo e Riformato non sono del tutto sinonimi, la maggior parte delle persone li considera tali. Poiché le differenze tra i due termini sono sottili, li userò come sinonimi.
E’ importante capire che poiché la tradizione Riformata deriva dalla Riforma Protestante, il termine Riformato non è sbucato dal nulla, ma è stato coniato per dare una risposta biblica agli eccessi e alle distorsioni della chiesa cattolica romana. I Riformatori, essendo tornati alla Scrittura, cercarono saggiamente di riedificare la chiesa in modo fedele sugli insegnamenti del Nuovo Testamento. Pertanto, professando la teologia Riformata, una persona sta implicitamente rifiutando altre teologie, come quella Cattolica (in contrapposizione alla quale nacque la teologia Riformata) e quella Arminiana (che sorse più tardi in contrapposizione alla teologia Riformata). Benché il Calvinismo sia antecedente l’Arminianesimo, fu codificato nei cinque punti soltanto dopo l’ascesa dell’Arminianesimo. In un certo senso, il Calvinismo è stato sia la causa della nascita dell’Arminianesimo sia una reazione all’Arminianesimo. Potremmo anche dire che l’Arminianesimo è una risposta alla teologia Riformata, e che la codificazione del Calvinismo è una risposta all’Arminianesimo.
Ci sono numerose manifestazioni della fede cristiana che si basano, almeno in parte, sugli insegnamenti di Gesù Cristo e della Bibbia. Possono essere distinte in quattro divisioni principali: Ortodossi Orientali, Cattolici Romani, Protestanti e Sette. Il Protestantesimo può essere diviso molto facilmente in due fazioni: Arminiani e Riformati. La grande maggioranza dei Protestanti si attiene alla dottrina Arminiana. Il nostro interesse adesso è rivolto alla minoranza che si considera Riformata. Tendenzialmente si tratta di persone che frequentano Chiese Presbiteriane o Chiese Battiste Riformate, benché ce ne siano anche in altre chiese. Purtroppo ci sono molte chiese che in passato erano Riformate e che continuano a dichiararsi tali, pur avendo abbandonato la teologia Riformata ormai da molto tempo.
Stranamente, è difficile trovare una definizione valida di Riformato. Benché molti affermino di conoscere la fede Riformata e sono pronti a darne una definizione, poche sembrano essere imparziali e adeguate. Ecco qualche esempio preso da una ricerca su Google:
Un termine utilizzato per riferirsi a una tradizione teologica che trae ispirazione dagli scritti di Giovanni Calvino (1510-64) e dei suoi successori. In genere si usa questo termine al posto di “Calvinista”.
Con riferimento alla Riforma, ne indica la teologia e/o coloro che vi aderiscono. E’ anche utilizzato per distinguere: a) Il Calvinismo dal Luteranesimo, o b) Il Calvinismo del continente europeo dal Calvinismo Scozzese, meglio noto come Presbiterianesimo.
Entrambe sono definizioni molto sintetiche che però non colgono in pieno il significato della parola. Una definizione molto migliore e più completa si trova sul sito Five Solas, in cui il Professore Byron Curtis, docente al Geneva College, divide la definizione in quattro parti che intendo esporre nel dettaglio. Le prime due parti definiscono le convinzioni su cui si fonda il Protestantesimo e le ultime due sono esclusivamente Riformate. Secondo Curtis, essere Riformato significa:
1. Confessare il consenso dei primi cinque secoli della chiesa:
Teismo classico: Un Dio onnipotente e benevolo, distinto dalla creazione.
Trinitarianismo di Nicea e di Calcedonia: un solo Dio in tre persone eternamente esistenti, uguali in potenza e in gloria.
Cristo, l’uomo-Dio, l’unico mediatore tra Dio e l’uomo, incarnato, crocifisso, risorto, asceso e che ritornerà presto.
Umanità creata a immagine di Dio, ma tragicamente caduta nel peccato e con un estremo bisogno di essere riconciliata con Dio mediante Cristo.
La Chiesa Visibile: la comunità dei redenti, nei quali dimora lo Spirito Santo; il corpo mistico di Cristo sulla terra.
La chiesa, unica, santa, cattolica e apostolica.
I Sacramenti: segni visibili e suggelli della grazia di Dio, che ci provvedono l’amore di Cristo nel nostro grande bisogno.
La vita cristiana: caratterizzata dalle virtù teologiche fondamentali della fede, della speranza e dell’amore.
A questo punto sarebbe corretto dire che ci troviamo di fronte a una dichiarazione di fede Protestante più che a una dichiarazione di fede Riformata. Da questo elenco osserviamo che i cristiani Riformati aderiscono a tutte le dottrine fondamentali insegnate nella Bibbia. Queste dottrine hanno costituito il fondamento della chiesa primitiva e sono basate sugli insegnamenti della Bibbia così come interpretati dagli apostoli e dai padri della chiesa. Molti di questi credi furono alterati o perduti con la crescita del potere e dell’autorità della Chiesa Cattolica dal quinto secolo in avanti. In tutta la storia ci sono stati piccoli gruppi isolati e spesso perseguitati di credenti non-Cattolici che aderivano a molti se non a tutti questi punti dottrinali, che furono però in ampia misura perduti fino alla loro riscoperta al tempo della Riforma.
Notiamo che la definizione del Professor Curtis si basa in gran parte su una comprensione Presbiteriana di diverse dottrine. I Riformati Battisti potrebbero essere in disaccordo sui sacramenti intesi come segni e suggelli. Mi permetto di suggerire che i credenti Riformati hanno un’alta considerazione dei due sacramenti, sebbene siano presenti alcune differenze su come essi vanno interpretati e amministrati.
2. Confessare i quattro sola:
L’autorità della Scrittura: Sola Scriptura (Sola Scrittura)
La base della salvezza: Sola Gratia (Sola Grazia)
Il mezzo della salvezza: Sola Fide (Sola Fede)
Il merito della salvezza: Solus Christus (Solo Cristo)
Di nuovo, queste sono le basi del Protestantesimo tanto quanto della tradizione Riformata, anche se purtroppo la maggioranza dei Protestanti non s’imbatte mai in questi termini. Questi sono i principi che guidarono la Riforma Protestante del 16° secolo e che la separarono dalla Chiesa Cattolica Romana. Questi quattro punti dottrinali si fondano interamente sulla Bibbia e hanno rappresentato la forza propulsiva teologica alla base del neonato movimento Protestante.
3. Confessare i segni distintivi della fede Riformata:
Nella salvezza: monergismo non sinergismo. Solo Dio salva. Tale monergismo implica l’acrostico T.U.L.I.P., i Cinque Punti del Calvinismo del Sinodo di Dordt:
T = Total Depravity (depravazione totale) U = Unconditional Election (elezione incondizionata) L = Limited Atonement o Particular Redemption (espiazione limitata o meglio, redenzione particolare) I = Irresistible Grace (grazia irresistibile) P = Perseverence and Preservation of the Saints (perseveranza finale dei santi).
Questi cinque distinti punti dottrinali sono noti anche come i cinque punti del Calvinismo perché furono esposti per la prima volta da Giovanni Calvino quando la Riforma era in pieno fervore. Essi si fondano interamente sulla Bibbia. Quando si parla di essere Riformati, il più delle volte ci si riferisce a questi cinque punti dottrinali. Gran parte delle chiese evangeliche (non-Riformate) non professa tutti questi punti. Alcune ne professano due o tre (a volte anche quattro), ma la maggioranza le rifiuta a favore della teologia Arminiana che è essenzialmente sinergistica, basandosi sulla cooperazione tra l’uomo e Dio.
4. Altri segni distintivi Riformati:
Il Professor Curtis prosegue elencando altri punti dottrinali che considera peculiari ai Riformati. Essi includono: il principio regolatore del culto, la teologia del Patto (la Chiesa è il Nuovo Israele – rinveniamo molto spesso questa teologia nel battesimo dei bambini, ma si ripercuote anche sull’escatologia e su molte altre dottrine) e la vita intesa come religione (i cristiani non hanno né lavori né carriere; hanno vocazioni [chiamate]). Non considero l’adesione a questi principi necessaria affinché una persona si consideri Riformata e immagino che la maggioranza dei cristiani Riformati sia d’accordo con me. E’ su queste distinzioni che si riscontrano alcune delle differenze tra Calvinista e Riformato.
5. Infine: in tutte le cose, Soli Deo Gloria – in tutte le cose solo a Dio sia la gloria.
Questa è, di nuovo, una verità che tutti i cristiani dovrebbero dichiarare, in modo esplicito o implicito. In tutte le aree della vita dobbiamo dare la gloria solo a Dio.
Che cosa significa dunque tutto questo? Essere Riformati significa aderire agli insegnamenti tradizionali della Bibbia – professare la dottrina insegnata da Gesù, da Paolo e dagli apostoli. La Scrittura è considerata l’autorità finale in materia di vita e di fede e tutta la dottrina Riformata è fondata sulla Bibbia. Sono persuaso che la dottrina Riformata non è nient’altro che gli insegnamenti di Gesù, degli Apostoli e della totalità delle Scritture. Se non fosse per il peccato dell’uomo, non dovremmo fare nessuna distinzione tra il Cristianesimo biblico e la fede Riformata.
Se sei interessato a conoscere meglio la tradizione Riformata, sono disponibili molte eccellenti risorse. Eccone alcune tra le mie preferite:
Christian Handbook di Peter Jeffery, un pregevole libretto che ho recensito qui nel mio blog e che presenta la fede cristiana secondo una prospettiva Riformata (Una recensione molto sintetica).
Putting Amazing Back Into Grace di Michael Horton. Si tratta di una valida e giocosa introduzione ai Cinque Punti (la mia recensione).
Desiderare Dio di John Piper. Non è per i deboli di cuore, ma spiega molto bene i principi Riformati (Discerning Reader reviews).
What Is Reformed Theology? di R.C. Sproul (Discerning Reader reviews).
The Doctrines of Grace di James Boice (Discerning Reader reviews).
Cinque Punti. Verso un’esperienza più profonda della grazia di Dio, John Piper, Firenze, Edizioni BE, 2014.
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