Adamo ed Eva erano persone reali?

Come la Storia dipende dalla loro storia


L’insegnamento delle Scritture sul tema delle origini dell’uomo è fondamentale per comprendere il resto della Bibbia. È essenziale anche per la nostra comprensione di chi siamo come essere umani in relazione a Dio e al resto della creazione. Ciò non dovrebbe sorprenderci, dato che ogni cultura nella storia ha avuto una serie di racconti sulle origini che rispondono a domande simili. La teoria dell’evoluzione ha questo ruolo per molti uomini contemporanei. È una storia che spiega le origini più che una spiegazione tecnica di processi scientifici.

Il genere umano si è evoluto gradualmente da varie forme di vita inferiori, a partire da un processo puramente naturalistico fino a raggiungere lo stato attuale (come insegna l’evoluzione naturalistica)? In questo caso, il racconto biblico della creazione di Adamo ed Eva è, nel migliore dei casi, un mito figurato che potrebbe descrivere la condizione umana, ma che è del tutto sganciato dagli eventi reali.

Oppure il lento progresso continuo verso l’umanità è stato guidato da Dio e forse indirizzato in modo determinante da lui, prendendo una coppia (o un clan) di ominidi e conferendo loro qualcosa di speciale (un’anima”) che li ha resi una specie completamente nuova (come sostenuto dall’evoluzione teistica)? In questo caso, i racconti della Genesi potrebbero rappresentare eventi storici, ma solo in forma piuttosto stilizzata.

Oppure le nostre origini provengono da un unico atto creativo divino speciale e istantaneo dalla polvere della terra (come sostenuto dalla dottrina della creazione speciale)? Quest’ultima visione interpreta gli eventi della Genesi come una rappresentazione accurata di eventi storici reali.

Le risposte a queste domande sono fondamentali per determinare il resto della nostra comprensione del significato del cosmo e del suo destino.

Figli e figlie di Adamo

I dati biblici sono concordi nel considerare Adamo ed Eva come esseri umani reali a cui può essere ricondotta tutta la discendenza dell’umanità. Questa rappresentazione inizia già in Genesi 4, quando Adamo ed Eva hanno rapporti sessuali e generano figli, uno dei quali uccide l’altro. In Genesi 5 troviamo una lunga genealogia dei discendenti di Adamo, la cui progenie col tempo dà origine a tutte le nazioni del mondo elencate in Genesi 10. I contenuti di questi racconti sono riportati in genealogie simili nei libri di Cronache e Luca, che elencano i discendenti di Adamo fino agli israeliti che fecero ritorno dall’esilio (1 Cronache 1–9) e fino a Gesù Cristo (Luca 3:23-38).

Anche Gesù considera il racconto dell’unione iniziale tra Adamo ed Eva la base storica per la santità del matrimonio (Matteo 19:5-6), mentre l’argomentazione di Paolo in Romani 5 e 1 Corinzi 15 poggia non solo sull’esistenza reale di Adamo ed Eva ma anche sulla loro specifica caduta nel peccato. Inoltre, diversi testi neotestamentari si riferiscono a Caino e Abele, i primi figli di Adamo ed Eva, come a veri individui storici (Matteo 23:35; Ebrei 11:4; 1 Giovanni 3:12 e Giuda 11).

In Romani 5:12-19, il ragionamento di Paolo poggia su Adamo come preciso individuo storico le cui scelte personali hanno avuto ripercussioni su tutta la sua posterità. Secondo Paolo, Adamo è stato il nostro capo federale, la cui disobbedienza nella caduta ha fatto entrare il peccato nel mondo, e con esso, la morte (Romani 5:12). Ogni essere umano che è morto, è morto a causa del peccato di Adamo e dell’impatto che esso ha su tutti noi. Il suo peccato originale significa che tutti veniamo al mondo con una natura depravata e spiritualmente morta, incapaci di scegliere il bene. A causa di quel primo peccato, non abbiamo più lo stesso tipo di arbitrio che aveva Adamo prima della caduta.

La conformazione della Scrittura

Questo breve sguardo alla testimonianza della Scrittura su Adamo ed Eva rivela pure una conformazione della trama biblica che è in conflitto con la storia evoluzionista, sia nella variante naturalistica che in quella teistica. Agostino, per esempio, ha tracciato la storia dell’arbitrio umano in quattro fasi basate sulla descrizione biblica della creazione e della redenzione. All’inizio, prima della caduta, gli uomini avevano la reale scelta di peccare o di non peccare. Quella libertà è andata perduta dopo la caduta: ora non siamo liberi di non peccare.

Potremmo avere la capacità di scegliere di peccare in modi diversi: per esempio, nel nostro orgoglio potremmo crearci un repertorio di opere moralistiche piuttosto che sprofondare in ogni forma di peccato. Tuttavia i pensieri del nostro cuore e i frutti di questi pensieri sono fondamentalmente malvagi (Romani 8:5-8). Soltanto con la nuova nascita abbiamo la capacità di cominciare a fare ciò che è giusto e con la giusta motivazione, ossia la gloria di Dio. E sarà soltanto quando saremo pienamente redenti in cielo che saremo liberi al punto di non peccare più, che è quello che significa essere veramente liberi.

L’interpretazione di Agostino del racconto biblico assegna pertanto una conformazione particolare alla storia cosmica: una creazione buona, la caduta nel peccato, la redenzione e la consumazione. Questa è una prospettiva piuttosto diversa sulla natura della storia rispetto alla concezione della veduta evoluzionistica, la quale (nelle sue versioni religiose) solitamente prevede il progresso in avanti dell’anima.

La storia evoluzionistica delle origini inizia con un mondo caotico che lentamente e gradualmente si auto-organizza (secondo la concezione naturalistica) o viene progressivamente organizzato da Dio (secondo la concezione teistica) per raggiungere infine uno stato di ordine e “bontà”. Ad ogni modo, in entrambe le concezioni questo stato di bontà viene raggiunto necessariamente soltanto verso la fine della storia, dopo una lunga storia di lotta e conflitto.

Buona all’inizio

Rispetto alla versione evoluzionistica delle origini, il racconto biblico della creazione ha una conformazione nettamente diversa: esso inizia con un mondo del quale Dio dice: “È buono” (Genesi 1:18). Poi, a causa del peccato dell’uomo, troviamo il mondo in cui ora viviamo, una creazione caotica e lacerata che geme per le conseguenze della maledizione del peccato, e che attende di essere redenta da Dio (Romani 8:19-22). L’anticipo di questa nuova creazione è arrivato con la venuta di Cristo, tanto che chiunque è in lui ha iniziato a partecipare ai suoi effetti (2 Corinzi 5:17). Tuttavia, la pienezza di questa nuova creazione si avrà soltanto al ritorno di Cristo.

È così che gli autori della Scrittura espongono la storia (vedi, per esempio, 1 Corinzi 15:21-24, 45). È evidente che Dio avrebbe potuto rivelare una storia della creazione con una conformazione più in armonia con la narrativa evoluzionistica, se avesse scelto di farlo. In realtà, è significativo che la maggioranza delle narrative più antiche sulla creazione del Vicino Oriente hanno una conformazione simile a quella della narrativa evoluzionistica moderna, iniziando con il caos e finendo con un (vulnerabile) cosmo.

La conformazione della narrativa in Genesi, e di quella esposta in altre parti delle Scritture, è però piuttosto diversa, e fondamentalmente incompatibile con il racconto evoluzionistico. L’umanità, insieme al resto della creazione, non si è evoluta gradualmente dal caos al buono. Piuttosto, la creazione, con Adamo ed Eva quale suo coronamento, era buona all’inizio.

La nuova creazione e il vangelo

Comprendere il ruolo di Adamo ed Eva nella storia è fondamentale anche per comprendere il vangelo. Se non capiamo il problema che è iniziato nel giardino, non possiamo avere una cornice adeguata per comprendere la soluzione di Dio al Calvario.

In Romani 3:23, Paolo spiega la nostra condizione attuale in questo mondo: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. In Efesini 2:1-2, Paolo dice: “Eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo”. A causa della nostra discendenza da Adamo, come Paolo spiega in Romani 5, siamo tutti peccatori per natura, colpevoli davanti a Dio. Come ci ricorda il profeta Isaia, il nostro problema non sono solo i nostri atti palesemente peccaminosi; all’infuori di Cristo, la nostra stessa giustizia è come un abito sporco agli occhi di Dio (Isaia 64:6). Dato che un Adamo reale ci ha fatto sprofondare, come suoi discendenti, nella colpa e nel peccato, abbiamo bisogno che un altro rappresentante, un secondo Adamo, prenda il nostro posto.

Al contrario, nella religione evoluzionistica non c’è una condizione di buono originario nella creazione. Il “male” umano fa semplicemente parte della disgregazione caotica e del disordine dell’universo che alla fine sarà superato dal progresso. In quest’ottica, Gesù non è venuto per annullare la caduta di Adamo e per vivere una vita perfetta al posto nostro. Essa dichiara invece che Gesù mi mostra un modello di com’è la vita nella nuova creazione. Io dovrei cercare di vivere imitando il suo esempio, salvando me stesso mediante le mie opere buone (forse con un piccolo aiuto da parte di Dio).

Un nuovo paradiso per un nuovo popolo

Oltretutto, la caduta derivante dal peccato di Adamo ha un impatto profondo non solo sull’umanità ma su tutta la creazione. In Romani 8:19-25, Paolo descrive la creazione che aspetta con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Questa è la speranza che abbiamo come credenti in Cristo: non solo la salvezza individuale, ma il rinnovamento di tutta la creazione, che è stata sottoposta alla vanità a motivo del peccato di Adamo.

Proprio come l’Adamo storico è stato il nostro capo federale in virtù della creazione, da cui abbiamo ereditato una natura peccaminosa che conduce alla morte fisica e spirituale, anche Gesù Cristo è entrato nella storia per essere il capo federale di una nuova umanità, la chiesa, la quale riceve una giustizia che le viene imputata mediante la fede in lui, che porta a vivere alla presenza di Dio per sempre.

La posta in gioco nella discussione sulla storicità di Adamo ed Eva e sulla loro creazione immediata dalla polvere della terra non è quindi semplicemente creazione contro evoluzione in termini di origine dell’universo; è fondamentalmente evoluzione (salvezza per opere) contro nuova creazione (salvezza per grazia) in termini della nostra salvezza. La storicità di una prima coppia originale, Adamo ed Eva, è fondamentale per una corretta comprensione della nostra redenzione e della consumazione dell’universo, come pure delle nostre origini.


Iain Duguid è professore di Vecchio Testamento al Westminster Seminary, Philadelphia, e autore di diversi libri, tra cui The Whole Armor of God: How Christ’s Victory Strengthens Us for Spiritual Warfare. Nato in Gran Bretagna, Duguid è stato un missionario in Liberia prima di conseguire un dottorato di ricerca in Vecchio Testamento presso la Cambridge University. Lui e la moglie, Barbara, hanno sei figli adulti. 

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