Non lasciare le donne ai margini nella tua chiesa in via di fondazione
Era un giorno che aspettavo sin dalla nascita della nostra chiesa. Dopo anni di preghiera e di preparazione e di mesi passati a formare una squadra, finalmente sentivamo di avere una chiesa-famiglia, un gruppo di persone affiatate e legate tra di loro. Oggi era il primo giorno dei gruppi comunitari. Mio marito e alcuni uomini del suo team si erano preparati da mesi.
“Allora, qual è il programma per tutti i bambini?” domandai a mio marito quel mattino. Mi guardò un pò sorpreso e disse: “A dirti il vero non ci avevo proprio pensato”.
Ci mettemmo a ridere. A volte viviamo in due mondi completamente diversi. Io non vado da nessuna parte senza pensare ai miei figli, perché passo tutto il giorno con loro. Mio marito, invece, per gran parte del giorno deve solo pensare a dove andare e a cosa fare.
Fondare una chiesa ci ha dato molte opportunità di capire quanto senza dubbio sia diversa la nostra esperienza nel mondo, ma ha anche dimostrato quanto abbiamo bisogno l’uno dell’altro.
Quando per la prima volta abbiamo iniziato a parlare e a pregare di fondare una chiesa, la spinta a portare avanti questo progetto veniva dalla chiamata di Dio a fare discepoli. Fondare una chiesa era un modo per compiere quella chiamata. La decisione è stata presa di comune accordo; entrambi, pur in modi diversi, serviamo, facciamo sacrifici e investiamo nella nostra chiesa locale, ma con lo stesso slancio e con un’unica missione.
Una cosa da uomini?
Tuttavia, anche se entrambi siamo impegnati a servire la chiesa locale, non abbiamo avuto sempre la stessa esperienza. Fondare chiese spesso sembra “una cosa da uomini”. Le risorse fornite, la formazione ricevuta e le relazioni che si formano tendono a essere soprattutto a misura d’uomo.
Oggi, molte delle nostre chiese sembrano operare come se la grande missione della fondazione di chiese e di fare discepoli fosse affidata solo a poche persone fedeli. Le donne tendono a essere sottorappresentate, sottoutilizzate e a fare da spettatrici silenziose in questi gruppi.
Io e mio marito condividiamo però la stessa convinzione: non solo le donne sono utili in una chiesa di nuova fondazione, ma sono essenziali per compiere la chiamata di Cristo di andare e fare discepoli. Non si possono fare discepoli senza il contributo delle donne. Senza le donne, la missione ne risente.
Del resto, il Grande Mandato è rivolto al sacerdozio di tutti i credenti, ai fratelli e alle sorelle allo stesso modo. Fatta eccezione per il ruolo di pastore/anziano, la Bibbia è chiara: le donne sono chiamate ad avere un ruolo attivo in ogni aspetto della vita della chiesa di Cristo. Quando le donne sono sottorappresentate o sottoutilizzate, la chiesa non rispecchia adeguatamente l’immagine di Dio, e la nostra missione comune ne risente.
In realtà, per la Bibbia le donne sono collaboratrici. Paolo dice che Evodia e Sintìche “hanno lottato (collaborato nella versione inglese, N.d.T) per il vangelo insieme a me” (Filippesi 4:3). Anziché considerare il ruolo di guida dell’uomo in contrasto con la collaborazione delle donne nel vangelo, Paolo insegnò che queste due cose vanno a braccetto.
Benché questa osservazione trovi molti pastori concordi, la teologia di una chiesa non è sempre allineata alla sua pratica. Non è sufficiente che un pastore accetti in via teorica che alle donne è permesso partecipare attivamente nella chiesa; deve capire che le donne sono essenziali per la missione della chiesa.
I pastori che fondano chiese hanno un’opportunità unica, che è quella di servirsi dell’autorità che Dio ha dato loro per creare una nuova cultura e mettere fine alle distorsioni dannose diffuse in molte chiese per decenni. E le donne attive nella chiesa hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare i pastori a favorire questo tipo di cultura.
Ricerca la partecipazione delle donne
Per il fondatore di chiese questo potrebbe sembrare un compito ambizioso. Le risorse sono poche, c’è mancanza di guide spirituali, l’elenco delle cose da fare è infinito. Anche se non hai ancora vie formali per il coinvolgimento femminile, ci sono delle cose pratiche che puoi fare, anche adesso, per formare e modellare la tua chiesa in modo che essa dichiari il valore e la dignità delle tue sorelle. Eccone tre.
1. Invita le donne a far sentire la loro voce
Le donne sono state create per rispecchiare il carattere e la natura di Dio in modi che tu, come uomo, non puoi. Il loro contributo è fondamentale. Rifletti su come stai creando vie percorribili affinché le donne apportino il loro contributo. Dio ti ha dato autorità; usala per pascere e guidare chi è affidato alla tua cura, specialmente le donne.
2. Individua leader potenziali e investi in loro
Nella tua chiesa ci sono donne che hanno doni su cui devi investire in modo intenzionale. Trova queste donne e sii intenzionale nell’equipaggiarle in vista dell’opera del ministero. Sii un convinto sostenitore della loro crescita. Dipenderai da loro in futuro.
3. Inserisci le donne nella tua visione del discepolato
Il discepolato delle donne non dovrebbe essere un fatto isolato ma un’estensione della tua guida pastorale. Prendi questa responsabilità sul serio. Mantieniti informato su quello che le donne della tua chiesa stanno leggendo e ascoltando e sulle risorse a cui stanno attingendo. Prendi l’iniziativa nel creare strutture e mezzi sani per investire nelle donne e in cui le donne possono investire, invita le donne a servire in ambiti di leadership idonei a loro e a partecipare alla vita della chiesa.
Una parola per le donne
Il pastore-fondatore non può portare questo peso da solo. Ha bisogno del coinvolgimento volontario delle donne della sua chiesa per contribuire a favorire una cultura che dà la priorità a questa missione. Signore, il vostro pastore ha bisogno di voi. Questi sono tre modi pratici per servire.
1. Sii disponibile
Prendi sul serio il sacerdozio di tutti i credenti. La missione di andare e fare discepoli è stata data a te. Fai sapere al fondatore di chiesa che hai compreso la serietà della chiamata, e sii pronta e disposta a servire. Fai domande del tipo “Come posso rendermi più utile?” e “Quali sono i bisogni maggiori della nostra chiesa?” Presta la tua voce alla discussione con umiltà ed esercita la dignità che Dio ti ha dato con fedeltà e rispetto.
2. Sii ammaestrabile
La tua voce non avrà molto effetto o valore se non è pervasa dalla Parola di Dio. Investi nella conoscenza della Parola. Fatti una cultura biblica. La chiesa soffre quando le donne non conoscono e non amano la Parola.
3. Sii fedele
In gioco c’è la rinomanza di Gesù. Tieni dunque bene a mente le priorità di Dio per la tua vita, e dedica la tua vita a fare discepoli in qualunque contesto ti trovi. Fondare chiese è caotico. Forse nella tua chiesa non ci sono programmi per garantire i mezzi formali per la partecipazione, ma puoi sempre investire la tua vita nel fare discepoli.
Noi, maschi e femmine creati a immagine di Dio, siamo “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché [proclamiamo] le virtù di colui che [ci] ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2:9). Questo discorso non è tanto su come mettere le donne nelle condizioni di fare qualcosa, quanto su come tutta la chiesa può essere fedele al Grande Mandato.
Fratelli e sorelle, la vostra partecipazione congiunta e le vostre caratteristiche uniche sono necessarie per la missione della chiesa. Non si può avere l’uno senza l’altro. Pastori, fate posto alle donne. Donne, prendete la chiamata sul serio. Che le nostre chiese possano riflettere l’immagine di Dio più chiaramente nei giorni a venire.
Alyssa Poblete è moglie di Chris e madre di Geneva e Haddon. La sua famiglia ha fondato King’s Cross Church nella Contea di Orange (California), nella primavera del 2017. Alyssa ha studiato letteratura inglese alla Concordia University e ha lavorato per alcuni anni nel ministero di una chiesa locale. La sua passione è di vedere le donne collegare la potenza trasformatrice del vangelo alla loro vita quotidiana attraverso una sempre maggiore conoscenza della Parola di DIo. Puoi seguirla su Twitter.
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