Tre suggerimenti per i fondatori di chiesa su come affrontare le critiche

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I fondatori di chiesa sono costantemente bersagliati dalle critiche. Facciamo i pastori in un’epoca fatta di casse di risonanza, consumismo e bias di conferma. Le decisioni che prendiamo per le nostre chiese vanno regolarmente incontro a critiche da ogni fronte. Sei troppo politicizzato. Non sei abbastanza politicizzato. Sei troppo liberale. Sei troppo conservatore. E’ troppo rischioso tornare a riunirsi. Perché non ci stiamo ancora riunendo? Non ho intenzione di mettermi la mascherina. E così via.

Nel guidare le nostre chiese attraverso le particolari sfide del 2020, tutti sembrano avere opinioni contrastanti e non vedono l’ora di dirci dove stiamo sbagliando. E’ estenuante.

Recentemente ho partecipato a un incontro in Michigan con altri 12 fondatori di Acts 29 per la prima volta dall’inizio della pandemia. Nel passato di solito trascorrevamo i nostri incontri condividendo aggiornamenti dal ministero e celebrando le vittorie del regno gli uni con gli altri. Ma questo incontro ricordava di più un gruppo di soldati martoriati dalla guerra che si curavano e si fasciavano le ferite attorno al fuoco raccontandosi le loro battaglie.

La responsabilità di prendersi cura del popolo di Dio porta popolarità. La nostra leadership incontra disapprovazione. Le critiche piombano addosso a tutti noi, e saperle gestire in modo da manifestare la bellezza del vangelo è fondamentale. Questi sono tre suggerimenti per i fondatori di chiesa su come affrontare le critiche.

Affronta le critiche con umiltà

All’inizio del mio ministero, il mio istinto per quanto riguarda le critiche era quello di tirare dritto, o di fare lo spavaldo e mettermi sulla difensiva. A posteriori, mi rendo conto che gestire male le critiche giustificate (e anche quelle infondate) spesso ostacolava la mia crescita personale e pastorale. In parole povere, gestivo male le critiche, perché mancavo di umiltà. Quando veniamo criticati, la nostra carne ci spinge a diventare combattivi per difendere il nostro orgoglio ferito. Ma l'orgoglio porta l’opposizione di Dio, mentre l’umiltà ci fa avere la sua grazia (Giacomo 4:6).

Credo che coltivare l’umiltà sia simile al giardino di mia nonna. Piantare i semi, concimare il terreno ed estirpare le erbacce alla fine produce una meravigliosa varietà di fiori e un’incantevole vegetazione. Allo stesso modo, l’umiltà va coltivata in modo intenzionale. Avere una disposizione di cuore mite, simile a quella di Cristo, non è una cosa che succede all’improvviso.

Fratelli, mettiamo a morte ogni traccia di orgoglio che si annida nei nostri cuori (Romani 8:13). Contempliamo la gloria del Signore affinché diventiamo più simili a lui (2 Corinzi 3:18). E quando arrivano le critiche, scegliamo di ascoltare con attenzione, rispondere con umiltà e ravvederci laddove necessario.

Prendi le critiche come un’opportunità

Molti credenti sono diventati così consumisti, che vedono la chiesa e il ministero pastorale attraverso le lenti di Yelp. Valutano negativamente la tua performance e se ne vanno se le loro aspettative non sono soddisfatte. Non è facile, ma dovremmo considerare le critiche che ci vengono rivolte come un’opportunità per riflettere, ravvederci e riformarci.

Per reagire bene alle critiche, devi filtrarle attraverso persone fidate e obiettive. E’ utile avere un gruppo di consiglieri pastorali, persone che amano Cristo e la sua chiesa abbastanza da mostrarti con grazia eventuali insidie, evidenziare opportunità di crescita, o dirti di continuare per la tua strada.

Sappiamo tutti che alcune critiche sono malevole e ridicole. E se invece le considerassimo come un’opportunità inaspettata? Spesso riceviamo critiche in aree del nostro ministero dove pensiamo che stiamo facendo bene le cose. Magari non dobbiamo rinnovare completamente un programma o la nostra filosofia di discepolato, ma forse possiamo usare le critiche non richieste come conferma che stiamo andando nella direzione giusta o per fare qualche piccola modifica.

Porta le critiche alla croce 

Diversi mesi fa, la nostra chiesa ha ospitato un evento evangelistico. Era un periodo un po’ caotico a causa di uno spostamento imprevisto in un altro edificio, ma abbiamo fatto degli aggiustamenti al volo e portato a termine l’evento. Abbiamo benedetto diverse famiglie e condiviso Cristo, così l’ho considerato un successo. Ad ogni modo, il giorno dopo un amico e membro di chiesa si è lamentato con una certa rabbia di come secondo lui le cose erano state organizzate male. Esternamente, sorrisi, annuì e incassai le critiche; ma dentro di me, ribollivo di rabbia e mi sentivo ferito e deluso.

Ancora una volta, ho avuto la sensazione che fare del mio meglio non era stato sufficiente e che i miei sforzi non erano stati apprezzati. Mi sono sentito valutato miseramente come una recensione negativa su Yelp. Fondatore di chiesa, ti è mai capitato? Il morso della critica ti ha privato della tua gioia, del tuo sonno e della tua pace? In momenti come questi, dobbiamo aggrapparci allo stesso vangelo che siamo chiamati a proclamare.

Quando le critiche ti fanno sentire un fallito senza speranza, ricorda che sei stato crocifisso con Cristo e che la tua vita è nascosta in lui (Galati 2:20-21; Colossesi 3:1-4). Quando sei tentato a basare la tua identità sulla valutazione che gli altri danno ai risultati del tuo ministero, ricorda a te stesso che la tua posizione di figlio amato dal Padre è stata consolidata da Dio il Figlio (1 Giovanni 3:1). Non prendere a cuore le critiche; portale alla croce.

In quest’epoca di indignazione, non c’è carenza di bastian contrari. Così come ci dedichiamo alla formazione teologica e pastorale, noi fondatori di chiesa dobbiamo essere preparati a gestire le critiche. Possiamo riceverle con umiltà, riconoscendole come un’opportunità, e lasciare che aumentino la nostra dipendenza da Cristo e il nostro amore per lui. Egli conosce bene cosa sia l’opposizione, ed è desideroso di servirci quando affrontiamo l’opposizione. Andate avanti, fratelli stanchi, e lasciate che la gloria del vangelo abbia l’ultima parola.


Tyler St. Clair è il pastore principale di Cornerstone Church di Detroit, Michigan. E’ anche a capo di Church in Hard Places nel Network U.S. Midwest di Acts 29. Tyler è sposato con la sua migliore amica, Elita, e ha cinque fantastici figli. Puoi seguirlo su Twitter.

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