Senza lo Spirito Santo non ci sarebbe nessuna espiazione sostitutiva

Quando i cristiani pensano all’espiazione, la loro attenzione è rivolta, a ragione, su Gesù Cristo, il crocifisso. Tuttavia, per quanto ciò sia corretto, il Figlio non è stato l’unico membro della Trinità a essere coinvolto in quell’atto di sacrificio per il peccato dell’uomo.

Pensiamo infatti all’attività del Padre nella morte di suo Figlio. Dopotutto, l’inquietante grido di abbandono di Gesù dalla croce fu: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:35, che richiama il Salmo 22:1). Poi, con il suo ultimo respiro, Gesù gridò ad alta voce: “Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio” (Luca 23:46). Queste parole di Gesù sottolineano il ruolo del Padre nell’espiazione.

Meno evidente è il ruolo dello Spirito Santo. Ciò è vero in generale, dal momento che la teologia sta cercando di rimediare alla ben poca considerazione che spesso ha avuto per lo Spirito e la sua opera nella creazione, nella salvezza e nella consumazione. L’opera dello Spirito Santo che  è stata più trascurata è probabilmente il suo ruolo nell’espiazione. E questo ci porta al nostro soggetto, con la sua duplice enfasi: (1) il ruolo dello Spirito Santo (2) nell’espiazione sostitutiva penale.                                                                                                                                      

Questa seconda enfasi si rende necessaria a causa del crescente numero di attacchi da parte di alcuni sulla sostituzione penale (Green e Baker; Weaver; Boersma; Heim; Baker). Altri sostengono che la sostituzione penale è al cuore del concetto di espiazione (Packer). Ma prima di allontanarci troppo dal nostro soggetto, è necessaria una definizione.

Definire l’espiazione sostitutiva penale

L’espiazione sostitutiva penale è un’interpretazione o un’illustrazione di ciò che la morte di Cristo sulla croce ha compiuto. Come ho scritto da qualche altra parte, i suoi fondamenti principali sono:

  1. L’espiazione si fonda nella santità di Dio che, essendo perfettamente santo, odia il peccato e lo punisce.

  2. La condanna per il peccato va pagata.

  3. Gli uomini non possono pagare la condanna per i loro peccati e vivere; anzi, la condanna è la morte.

  4. Soltanto Dio può pagare la condanna per il peccato, ma egli deve partecipare alla natura umana per poter pagare per gli uomini.

  5. Mediante la sua morte, l’uomo-Dio, Gesù Cristo, ha espiato il peccato dell’uomo.

  6. L’espiazione è stata compiuta in questo modo (“dottrina della sostituzione penale”).

Questa definizione mette giustamente in evidenza il ruolo centrale del Figlio, ma c’è molto altro da dire, perché il Figlio non agisce mai da solo.

Le operazioni inseparabili e la Santa Trinità

Poiché Dio è trino, l’opera della seconda persona non è mai sganciata dall’opera della prima e della terza persona. Questa è quella che storicamente va sotto il nome di dottrina delle operazioni inseparabili. Significa che in ogni opera divina, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo agiscono in modo unitario con una sola volontà e un solo potere. Per esempio, nell’atto divino della creazione, Dio il Padre creò il mondo per mezzo della Parola (Giovanni 1:3)—l’azione di Dio il Figlio—mentre Dio lo Spirito Santo aleggiava sul caos iniziale (Genesi 1:2). Anche qui, le tre persone agirono in modo unitario nell’opera divina dell’espiazione. Nello specifico, il Padre mandò il Figlio per incarnarsi e sacrificare se stesso come sostituto per il peccato dell’uomo (Giovanni 3:16-17; Galati 4:4-5; 1 Giovanni 4:10). Il Figlio acconsentì volontariamente a essere mandato dal Padre, incarnandosi obbedientemente per portare a termine la volontà del Padre e compiere l’espiazione sostitutiva penale (Giovanni 4:34; 5:36).

Che dire dunque dello Spirito Santo?

Lo Spirito era attivo dall’inizio alla fine 

Dio lo Spirito Santo era attivo dall’inizio alla fine nell’opera divina dell’espiazione.

Per prima cosa, nell’incarnazione, lo Spirito Santo era la persona divina che ha causato il concepimento del Figlio nel grembo della vergine Maria. Come le spiegò l’angelo: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio” (Luca 1:35). Il ruolo fecondo dello Spirito in questa “nuova” creazione è in qualche maniera parallelo al suo ruolo fruttuoso nella “vecchia” creazione iniziale (Genesi 1:2). Come allora, anche qui l’opera dello Spirito è essenziale, dato che non ci potrebbe essere nessuna espiazione senza l’incarnazione (Ebrei 2:9,17).

Secondo, dal concepimento e per tutto il corso della sua vita terrena, Gesù Cristo era ripieno dello Spirito Santo “senza misura” (Giovanni 3:34). Ovvero, pur essendo pienamente Dio in relazione eterna con lo Spirito, il Figlio incarnato era anche ripieno dello Spirito e della sua potenza. Questa presenza arricchente dello Spirito significava che tutte le volte che il Figlio incarnato agiva—obbedendo il Padre che lo aveva mandato, resistendo alle tentazioni, comunicando parole divine, amando i suoi discepoli, annunciando il vangelo, guarendo gli ammalati, scacciando i demoni, confrontandosi con i capi religiosi—egli era unto con la pienezza dello Spirito (per es., Luca 4:18; Matteo 12:28; Atti 10:38).

Terzo, proprio come lo Spirito Santo aveva dimorato in Gesù durante tutta la sua vita, così non lo abbandonò nella sua angosciosa conclusione. Al contrario, il Figlio incarnato sopportò il suo atto di espiazione sostitutiva penale sostenuto fino alla fine dallo Spirito Santo. Il testo chiave qui è Ebrei 9:14. In un brano che mette in risalto la potenza purificatrice del sangue di Cristo, l’autore osserva che Gesù “mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio”.

Di nuovo, il ruolo dello Spirito nella morte di Gesù mette in evidenza le operazioni della Trinità inseparabile. Chi offrì se stesso? Il Figlio. A chi si offrì il Figlio? Al Padre. E come il Figlio offrì se stesso al Padre? Mediante lo Spirito Santo. In altre parole, fu per mezzo della presenza abilitante dello Spirito che il Figlio morente “sopportò la croce, disprezzando l’infamia” (Ebrei 12:2) e compì così l’espiazione sostitutiva penale.

Quarto e ultimo, la morte non ebbe però l’ultima parola. La crocifissione fu seguita dalla risurrezione (Atti 2:24), senza la quale l’espiazione non sarebbe stata efficace (1 Corinzi 15:17), e lo Spirito ha avuto un ruolo essenziale anche qui. Per esempio, Paolo evidenzia che l’opera iniziale del Padre di risuscitare il Figlio fu realizzata dallo Spirito Santo: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Romani 8:11).

Quest’opera vivificante dello Spirito non dovrebbe sorprenderci. Gesù stesso affermò: “E’ lo Spirito che vivifica” (Giovanni 6:63). Il mistero della pietà confessa che Gesù è stato “giustificato dallo Spirito”, un riferimento alla risurrezione del Figlio (1 Timoteo 3:16). E Paolo sottolineo’ che Cristo è stato “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti” (Romani 1:4). Per mezzo della sua risurrezione mediante lo Spirito a coronamento della sua opera di salvezza, la Bibbia afferma che Cristo è risorto per la nostra giustificazione (Romani 4:25).

Pertanto, dall’inizio alla fine e in ogni singolo passo, lo Spirito Santo era coinvolto attivamente nell’espiazione sostitutiva penale compiuta da Cristo.


Gregg R. Allison è professore di teologia al Southern Baptist Theological Seminary. E’ segretario della Evangelical Theological Society, anziano della Sojourn Community Church e responsabile dei contenuti a carattere teologico di Sojourn Network. E’ l’autore di tre grandi opere: Historical Theology: An Introduction to Christian Doctrine (Zondervan, 2011), Sojourners and Strangers: The Doctrine of the Church (Crossway, 2012), e Roman Catholic Theology and Practice: An Evangelical Assessment (Crossway, 2014).

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