Nemmeno la demenza è oscura per Dio
Quando mia madre, che già soffriva di una forma lieve di demenza, ebbe un ictus all’inizio di quest’anno, il suo vocabolario di nomi fu cancellato. Un perfido pezzo di placca arrivato nel suo cervello fu sufficiente a farle dimenticare i nomi di persone, luoghi e cose che lei aveva conosciuto.
In un istante, tutte le storie che aveva sempre raccontato non sarebbero mai più state raccontate di nuovo da lei.
Il buio della demenza
Praticamente ogni volta che la accompagnavo a casa dopo aver cenato con noi, mia madre mi ripeteva la storia di suo padre che guidava il suo “blitz buggy” sulla stessa strada (che a quei tempi era una strada sterrata di campagna). Il blitz buggy era privo di tetto e aveva uno sterzo tutt’altro che preciso su questa strada collinosa e ventosa.
A volte il carburante finiva. A volte aveva dei guasti al motore. Ma suo padre era sempre riuscito a superare tutti i tipi di problemi che il suo veicolo improvvisato creava. Avevo spesso alzato gli occhi al cielo mentre cominciava a raccontarmi la stessa versione della stessa storia. Adesso, quando passo per quella strada, mi commuovo e faccio una deviazione.
Mia madre non riesce a ricordare il mio nome senza suggerimento. È confusa su dove si trova la sua camera da letto nella casa dove vive da 31 anni. L’ictus ha peggiorato la sua demenza. Quando mi ha detto: “C’è qualcosa che non va. Questo non va bene”, le raccontai che aveva avuto un ictus. Alzò la testa allarmata, spalancando gli occhi.
Ho imparato presto che rispondere sinceramente a questa domanda insistente produce la stessa apprensione, così cambio argomento.
Salmo 139: la mia preghiera
Sotto molti aspetti, non sono in grado di comunicare con lei. Ricordando il mio salmo preferito, il Salmo 139, grido a Dio. Gli chiedo di parlare al suo cuore, che non è in grado di elaborare praticamente niente oltre il momento dei pasti, una veloce partita a carte o una breve visita da sua sorella prima di addormentarsi di nuovo.
Chiedo a Dio di toccarla nel profondo della sua anima, di darle la sua sicurezza e la sua pace. Quando è sveglia, canto con lei ogni genere di canti, dalle canzoncine sui coccodrilli ai meravigliosi inni sulla fedeltà di Dio.
Talvolta nel cuore della notte la sento cantare “Take Me Out to the Ball Game” o canticchiare “Forte rocca è il nostro Dio”. Mamma è ritornata, anche se per poco, ed è un dono bellissimo per me.
Vedere l’inizio e la fine della sua vita
Un pomeriggio, le lessi il libro di Eric Carle Il piccolo bruco Maisazio. Era felice quando il bruco mangiava la frutta ogni giorno della settimana. Dopo che il bruco si era costruito il bozzolo, voltai la pagina, e lei rimase stupita che fosse diventato una farfalla. Questa volta toccò a me spalancare gli occhi.
Stavo vedendo mia madre novantenne trasformarsi in una piccola bimba piena di stupore e meraviglia per la creazione di Dio (Matteo 18:3). Stava ascoltando queste storie come se fosse una bambina, apparentemente per la prima volta. Mi sembrava di essere presente all'inizio e alla fine della sua vita. Sentii un brivido. Solo Dio può vedere l’inizio e la fine della vita di una persona anziana, perciò questo scorcio mi lasciò sbalordita e addolorata.
Cominciai a leggere La Bibbia racconta Gesù, iniziando dalla creazione. “Hai mai letto questo libro prima?” chiesi. Non sapeva rispondere. Arrivai alle storie su Gesù, chiedendole se lo conosceva. Di nuovo, non lo sapeva. “Forse” fu la sua risposta.
Mia madre non può chiedere a Gesù di aiutarla. Non le è più chiaro chi egli è. Non può cercare Dio per avere pace. Non può pregarlo. Lei non può gridare a lui—almeno non in modo verbale. Chi di noi, pensando alla fine dei suoi giorni, ha considerato che potrebbe non essere in grado di pregare a voce alta?
Solo una cosa è cambiata
Quando leggo il Salmo 139, mi viene in mente che Dio è l’unico attore in questo brano, e noi siamo semplicemente i beneficiari sbalorditi e grati della sua onniscienza e onnipresenza.
Egli conosce assolutamente ogni cosa di mia madre. Egli sa tutto del suo sedersi, che è gran parte del modo in cui passa il tempo (Salmo 139:2-3). Egli conosce i suoi pensieri ansiosi e conosce le sue parole che noi invece non capiamo più (Salmo 139:4). Egli le sta di fronte e alle spalle (Salmo 139:5).
Mia madre dimora, per così dire, all’estremità del mare della demenza. Ma, come dichiara il salmista: “Anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra” (Salmo 139:10). Le tenebre sovrastano la sua memoria. Ma “le tenebre stesse non possono nasconderti nulla e la notte per te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce ti sono uguali” (Salmo 139:12). La demenza non è troppo buia per Dio.
Quando il mio cuore è calmo, so che l’unica cosa ad essere cambiata è la memoria di mia madre. Dio non è cambiato. Il nostro Dio onnipresente può andare dove io non posso. Egli può provvedere ai bisogni della sua anima nonostante lei ora abbia una conoscenza carente di lui.
Mi trovo in sintonia con il salmista quando confessa: “La conoscenza che hai di me è meravigliosa” (Salmo 139:6).
Guidala per la via eterna
Trovo speranza e una profonda consolazione pensando che anche se io non sono in grado di provvedere per il grande bisogno di pace di mia madre, Dio può. La demenza non è troppo buia per il Dio che è pienamente presente con lei nel suo sentiero oscuro e confuso.
Il salmista conclude chiedendo a Dio di guidarlo per la via eterna (Salmo 139:24). Così anch’io chiedo a Dio di guidarla dolcemente, a suo tempo, alla sua dimora eterna e alla sua luce gloriosa.
Cynthia Fischer e suo marito frequentano Restoration Community Church a St. Louis, dove guida il suo piano di studi The Children’s Sanctuary. Laureata presso il Covenant Seminary, Cynthia ha un passione per insegnare ai bambini delle nostre chiese ad amare e adorare Dio. Cynthia e suo marito hanno due figli adulti e sono i nuovi nonni di due gemelli. Ha un blog su faithpassing.org.
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