Natale, tempo di verifiche: affrontare conversazioni serie con i figli che frequentano l’università

Le decorazioni natalizie sono pronte, la lista dei regali prende forma e i canti natalizi risuonano nei negozi. Le festività si avvicinano velocemente, e questo significa tra le altre cose che tuo figlio che frequenta l’università sta per tornare a casa, forse per la prima volta in tutto il semestre. Sei felice di riaverlo a casa, ma forse sei un po’ nervoso per come il vostro rapporto sta cambiando. Dormirà tutto il giorno? Mangerà tutto il mangiabile? Devo aspettarmi che mi faccia scenate per rivendicare la sua indipendenza? Mi dirà veramente come sta? Mi parlerà almeno?

Queste sono le domande con cui molti genitori fanno i conti in questo periodo dell’anno. Vuoi accogliere tuo figlio a casa a braccia aperte, ma desideri anche lasciargli spazio per riposare, rivedere i vecchi amici e continuare a crescere. Come genitori di figli che stanno diventando adulti, dobbiamo imparare a interagire con loro in modi nuovi. Allo stesso tempo, sono ancora i nostri figli, e abbiamo ancora molto da offrirgli mentre imparano a conoscere meglio se stessi.

Come possiamo muoverci in questo nuovo territorio della genitorialità?

Suggerisco di concentrarti su tre aree di conversazione: la loro missione, i loro compagni, e il loro Maestro. Cercare di scoprire gradualmente cose su questi tre elementi ti darà più informazioni di quanto tu possa pensare. Non bombardarlo subito di domande. Non aspettarti di essere subito coinvolto nella vita universitaria di tuo figlio; ci vorranno giorni se non settimane. 

Nel considerare queste tre aree, pensa a domande semplici che potresti fare per incoraggiare tuo figlio a condividere apertamente la sua vita con te. Se tuo figlio non torna a casa per Natale, puoi usare questo metodo la prossima volta che vi parlate al telefono o tramite video chat.

La loro missione

Non è un dramma se tuo figlio ancora non sa cosa vuole fare a lungo termine quando entra all’università, o anche se è al secondo o al terzo anno. Può essere deprimente per un diciottenne sentirsi chiedere di decidere cosa vuole fare nel resto della sua vita. La realtà è che la generazione attuale non avrà il posto fisso ma cambierà più di un’occupazione nel corso della carriera lavorativa. Come genitore è rassicurante sapere che i nostri figli sono circondati da informazioni e strumenti in grado di prepararli al meglio qualunque sia la vocazione che scelgono.

Andare all’università apre le porte a opportunità che forse i nostri ragazzi non avevano mai considerato prima. Forse tuo figlio ha sempre avuto un interesse per le scienze ma non si era mai reso conto di quanto esso fosse reale. Oppure gli piaceva scrivere ma non gli era mai stato detto che fosse piuttosto bravo. Forse sta scoprendo di avere una passione per la giustizia e vuole valutare se dedicare la sua vita a cercare di rendere il mondo un posto migliore.

L’università è per loro un tempo per scoprire, essere creativi e provare cose nuove. Nelle vostre conversazioni durante le festività, ricorda a tuo figlio che non deve per forza aver pianificato il suo futuro. Incoraggialo a considerarlo un periodo per raccogliere idee e discuterne insieme.

Non dimenticarti di incoraggiarlo parlando dei talenti e dei doni specifici che Dio gli ha dato. Anche se può sembrare che la tua opinione non gli interessi, è molto importante per lui.

Parlare con tuo figlio o tua figlia della sua missione è un ottimo modo per avviare una conversazione su quello che sta pensando sul futuro, anche se ha ancora dei dubbi. E’ un modo più delicato per affrontare una domanda impegnativa. Chiedere quali sono le sue passioni, i suoi sogni e che cosa gli piace fare può aiutarlo a elaborare le informazioni che sta ricevendo. Ricorda, poter scegliere è una bella cosa, ma può anche essere paralizzante. Tuo figlio è già teso per il suo futuro, perciò mettilo in grado di affrontarlo serenamente, senza farlo sentire sotto pressione.  

I loro compagni

Diventiamo come le persone di cui ci circondiamo. La tua comunità e il tuo gruppo di amici sono importanti, soprattutto all’università.

Il tuo studente imparerà a creare e a mantenere amicizie durature nei suoi anni all’università. Capirà che sono le cose speciali a tenere unite le persone. Crescerà nella sua capacità di creare una comunità e di coltivare relazioni, ma può essere una cosa che impaurisce. Invece di fare mille domande, apri la conversazione parlando della tua storia. Parla delle amicizie che avevi alla sua età e che cosa hai imparato. Condividere le tue esperienze positive e negative con gli amici durante quegli anni giovanili gli darà esempi tangibili con cui si può identificare attraverso i quali può filtrare la sua esperienza.

Un altro modo per conoscere gli amici di tuo figlio è di invitarli se sono del posto, o anche di invitarli a venire a casa tua per parte delle vacanze se vivono più lontano. Questo ti permetterà di conoscerli meglio nel tuo ambiente domestico.

Il suo Maestro

Infine, l’università è un tempo in cui la fede di tuo figlio è messa alla prova. E’ lontano da casa, la sua vita è esposta a nuove influenze, e potrebbe avere difficoltà di inserimento in un nuovo ambiente e con persone nuove. Non vive più sotto il vostro tetto e ha la responsabilità di assumere decisioni in modo autonomo. Questo include andare in chiesa e trascorrere tempo con il Signore. La realtà è che questa potrebbe essere la prima volta in cui vive la sua fede come una realtà personale. E’ un percorso ignoto che può spaventare, ma è un’esperienza che deve fare. Come genitore, hai l’opportunità di chiedergli chi o cosa sta guidando le sue azioni.

Durante la pausa per le vacanze, potresti scoprire che tuo figlio non va in chiesa, ma che frequenta regolarmente un ministero per gli studenti universitari. Chiedi che cosa stanno imparando, chi hanno incontrato, com’è il responsabile del gruppo. Un ministero per gli studenti universitari non è un sostituto della chiesa locale, ma il senso di colpa non aiuterà tuo figlio o tua figlia a trovare una chiesa. Deve sperimentare la sensazione che manchi qualcosa. Gli studenti universitari frequentano sempre persone della stessa fascia d’età, ma presto si renderanno conto di avere bisogno di amici più eterogenei che provengono dalla chiesa locale.

La conversazione “chi è il tuo Maestro?” non va affrontata facendo sentire tuo figlio in colpa o giudicato. Deve essere fatta con amore e comprensione, perché tuo figlio sta crescendo nella sua fede e nella persona che Dio vuole che sia.

Un modo per aiutare tuo figlio in questo viaggio è incoraggiarlo ad assumere un ruolo di leader nel ministero per gli studenti universitari, servire in occasione di un evento o fare un viaggio di missione. Ho scoperto che queste esperienze maturano gli studenti e li aiutano a capire che il mondo non gira intorno a loro. L’università può generare in alcuni una visione limitata della vita; come genitore, puoi contribuire ad allargare gli orizzonti di tuo figlio.

Mentre dai il bentornato a casa al tuo studente universitario con baci, abbracci e chili di pasta, ricorda di essere intenzionale nello scoprire chi sta diventando facendogli domande sulla sua missione, sui suoi compagni e sul suo Maestro. E’ fantastico riavere a casa tuo figlio. Goditi questo momento!


D. Michael Lindsay (PhD) è l’autore di Faith in the Halls of Power: How Evangelicals Joined the American Elite e View From the Top: An Inside Look at How People in Power See and Shape the World. E’ anche il presidente del Gordon College a Wenham (Massachusetts, USA).

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