Figli, parliamo di sesso

Il sesso è uno degli argomenti di conversazione più importanti tra genitori e figli. Tuttavia è un argomento che indubbiamente può spaventarci.

Come ne parliamo? Quando ne parliamo? Quanto conoscono già sul sesso? Fino a che punto dobbiamo spingerci? Abbiamo aspettato troppo tempo?

Ecco quattro suggerimenti di due coppie con figli di età diverse che possono aiutarci a guidare queste conversazioni e ad affrontarle senza imbarazzo.

1. Batti la cultura sul tempo

L’ingenuità dei tuoi figli nei confronti del mondo del sesso finirà. Ma la domanda è questa: finirà in modo scombussolante per loro al parco giochi, o finirà felicemente nella sicurezza di casa tua?

I bambini di oggi vivono in una società estremamente sessualizzata nella quale sono esposti a linguaggio, immagini e comportamento a sfondo sessuale ancora prima che il loro sviluppo permetta loro di gestire queste cose. La maggioranza dei bambini sente parlare di sesso dai loro amichetti dall’età di 8 anni (3^ elementare). Il bambino medio viene a contatto con la pornografia all’età di 10 o 11 anni (5^ elementare e 1^ media).

La cultura parla di sesso ai nostri figli sin da quando sono piccoli. E’ inevitabile che i nostri figli risentano e subiscano le influenze della cultura sul sesso, ma possiamo evitare che sia la cultura a essere la voce predominante nella formazione dei nostri figli. Come genitori, abbiamo il privilegio di essere gli esperti che formano la comprensione dei nostri figli sul sesso, anziché lasciare quel ruolo ai loro compagni di classe o a internet, alla televisione o ai film.

La buona notizia è che non è mai troppo tardi per iniziare.

2. Avvia una conversazione

Parlare ai nostri figli di sesso non è come spuntare una casella; è una conversazione che va iniziata e mantenuta nel tempo. L’approccio “ne parliamo una volta e basta” può bloccare il bambino e chiudere la porta a domande future. Dare spiegazioni semplici per un lungo periodo di tempo è un approccio che va più a fondo e genera fiducia. Perciò inizia a parlare dell’argomento presto e coltiva una relazione intorno ad esso.

Queste chiacchierate non richiedono momenti solenni o circostanze particolari. Possono svolgersi mentre stai portando a letto i tuoi figli, mentre siete seduti sul divano, o anche durante un pasto. Sembra che la maggior parte di queste conversazioni avvengono mentre facciamo un giro in auto. Forse perché non possiamo andare da nessun’altra parte. Forse perché non è necessario il contatto visivo. Individua questi luoghi per la tua famiglia e usali in modo intenzionale.

Oltretutto, condividere informazioni sul sesso adeguate all’età e insegnare una visione biblica del sesso può contrastare pericolose norme sociali sulla sessualità e sulle relazioni. Studi dimostrano che queste conversazioni fanno molto di più che fornire informazioni—esse creano figli più sani. Secondo Deborah Ruffman, esperta di sessualità giovanile e autrice di Talk to Me First: Everything You Need to Know to Become Your Kids’ ‘Go-To’ Person About Sex, “I ragazzi che crescono in famiglie dove si parla apertamente di sessualità non sono soltanto più sani e felici, ma posticipano anche la partecipazione in tutta una serie di comportamenti pericolosi, compresa l’attività sessuale”.

Gli interventi dei figli nelle loro vite ordinarie —le osservazioni che fanno sui ragazzi o sulle ragazze, i loro commenti sulle donne incinta, la loro eccitazione per i matrimoni, persino la loro curiosità sui cartelloni pubblicitari e gli spot televisivi inappropriati — possono essere il perfetto inizio di una breve conversazione su qualche aspetto del sesso. Inoltre, i genitori possono iniziare conversazioni sul sesso facendo domande a risposta aperta: Quali sono alcune delle differenze tra ragazzi e ragazze? Perché pensi sia necessario chiudere la porta quando ti fai il bagno o ti cambi i vestiti? Che cosa sai su da dove vengono i bambini? Le risposte dei tuoi figli a domande come queste ti aiuteranno a capire quello che già sanno, e cosa potrebbero avere bisogno di imparare.

Come puoi dunque sapere se hai iniziato una reale conversazione con i tuoi figli? Se loro ti stanno facendo delle domande.

3. E’ imbarazzante solo se tu lo rendi imbarazzante 

Non sono gli argomenti a essere imbarazzanti; sono le persone a essere imbarazzate dagli argomenti. Parlare di sesso con i nostri figli può metterci in imbarazzo perché il sesso è una cosa privata e personale. Può causare imbarazzo perché molti genitori si sentono in colpa per i peccati sessuali che hanno commesso in passato, o provano vergogna e soffrono a causa di peccati sessuali commessi contro di loro. La nostra vergogna o la nostra colpa rende la conversazione imbarazzante—e questo è esattamente ciò che il nostro Nemico vuole. L’imbarazzo crea delle barriere che ostacolano quel rapporto basato sulla fiducia di cui i nostri figli hanno bisogno e che desiderano avere con noi.

Immagina una strada di conversazioni sane. L’imbarazzo è un fossato su entrambi i lati della strada.

A destra, c’è l’imbarazzo di dare a tuo figlio meno informazioni di quelle che ha bisogno. Questo tipo di imbarazzo chiude la conversazione dicendo cose come: “Non sei ancora abbastanza grande per questo” o “Dove ne hai sentito parlare?” Non scomporti, sorridi, e digli che è una buona domanda e che sei molto contento che abbia scelto di farla a te.

A sinistra, c’è l’imbarazzo di dare a tuo figlio più informazioni di quelle che ha bisogno. Dovremmo sforzarci di rispondere alle domande che i nostri figli ci stanno effettivamente chiedendo, non a quelle che noi supponiamo o temiamo ci stiano chiedendo. Un bimbo di 4 anni che chiede da dove vengono i bambini sta facendo una domanda molto diversa da quella di un bambino di 8 anni che usa le stesse parole. Dire troppe cose può soffocare la conversazione tanto quanto dirne troppo poche.

4. Racconta una storia migliore

Il più grande errore che i genitori commettono probabilmente è quello di trasformare il sesso in un argomento pericoloso pieno di avvertimenti, invece di una cosa che Dio ha creato per essere celebrata. I nostri figli ascolteranno fuori di casa nostra una narrativa sul sesso che alimenta insicurezza, vergogna ed egoismo. Persino in alcune famiglie cristiane ben intenzionate, la narrativa può limitarsi a essere questa: “Il sesso è una cosa cattiva fino a quando non ti sposi. Poi diventa una cosa buona”.

C’è una storia migliore da raccontare. Dio ha creato il sesso per il nostro piacere e per il nostro bene, perciò lo celebriamo. Celebriamo il miracolo della vita, celebriamo ogni aspetto dell’unione coniugale, celebriamo il modo in cui il sesso ci fa amare e apprezzare di più l’un l’altro, celebriamo il piacere fisico e celebriamo il modo in cui il sesso ritrae la realtà del vangelo.

Come per ogni dono buono, è possibile beneficiare del sesso ed è possibile abusarne.

Non parlare ai nostri figli di sesso mentre crescono in una cultura iper-sessualizzata è come lasciare che siano loro, del tutto impreparati, a scegliersi la propria avventura, che assomiglia più a un racconto dell’orrore che finisce in tragedia e confusione che a una storia di integrità, gioia e pace. Parlare con loro di sesso è invece una delle cose più amorevoli che possiamo fare come genitori. E ci offre anche l’occasione di spiegare il perché Dio ha creato il dono del sesso, quanto il sesso può essere potente per amare o ferire, e il ruolo importante che il sesso riveste nel piano di creazione di Dio.

Mamme e papà, abbiamo più potere di influenzare i nostri figli di quanto possiamo immaginare. Nel bene o nel male, avremo una grande influenza nello sviluppo emotivo, spirituale e psicologico dei nostri figli riguardo al sesso. Usiamo bene questo privilegio.


Jim Davis è pastore per l’insegnamento della Orlando Grace Church (Acts 29). Jim e sua moglie, Angela, sono oratori in conferenze sul matrimonio. Jim si è laureato in teologia al Reformed Theological Seminary di Orlando. Puoi seguirlo su Twitter o sul suo blog.

Angela Davis è una mamma a tempo pieno di quattro figli. Lei e suo marito, Jim, sono oratori in conferenze e ritiri sul matrimonio. Angela ha lavorato per 15 anni per un ministero per studenti.

Lindsey Holcomb è il coordinatore per le comunicazioni di Samaritan Village. Ha un master in gestione sanitaria con una tesi sulla violenza contro le donne e gli interventi della sanità pubblica. Lindsey e suo marito Justin hanno scritto il libro God Made All of Me, Rid of My Disgrace, e Is It My Fault?.

Justin Holcomb è un parroco della chiesa Episcopale e un professore di teologia presso il Reformed Theological Seminary e il Gordon-Conwell Theological Seminary. Ha scritto con la moglie Lindsey God Made All of Me, Is It My Fault?, e Rid of My Disgrace: Hope and Healing for Victims of Sexual Assault. Justin ha scritto e curato anche molti altri libri sulla teologia storica e di studio biblico. Poi trovarlo su Facebook, Twitter, e su JustinHolcomb.com.

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