Due visioni dell’autorità nella chiesa: Protestante contro Cattolico-Romana
Pensiamo a uno sgabello a tre piedi.
Immaginiamo di chiamare il primo di questi piedi “Scrittura”, il secondo “Tradizione”, il terzo “Magistero” (spiegherò questi nomi tra poco).
Ora avete un’immagine mentale della triplice struttura dell’autorità nella Chiesa Cattolica Romana.
Ora pensiamo a una colonna di marmo che fa da sostegno a una statua. Chiamiamo questa colonna “Scrittura”.
Ora avete un’immagine mentale della struttura dell’autorità nelle chiese Protestanti.
Due considerazioni dovrebbero venire subito alla mente. Le strutture di autorità di questi due rami del cristianesimo sono molto diverse. Una è simile a uno sgabello a tre piedi; l’altra è simile a una colonna di marmo. E hanno un elemento comune: la Scrittura.
LO SGABELLO CATTOLICO-ROMANO
Mettiamo a confronto questi due approcci all’autorità, esaminando per primo lo sgabello a tre piedi.
Scrittura
La struttura di autorità nella Chiesa Cattolica Romana consta di tre elementi. Il primo, la Scrittura, è la Parola di Dio scritta. La Chiesa Cattolica considera la Bibbia divinamente ispirata, autorevole (insieme alla Tradizione e al Magistero), vera (forse perfino inerrante), e che cambia i peccatori. Mentre il Nuovo Testamento Cattolico Romano è identico a quello Protestante, il Vecchio Testamento differisce. La versione Cattolico Romana contiene gli Apocrifi e sette libri aggiuntivi: Tobia, Giuditta, Sapienza di Salomone, Ecclesiastico, Baruc, e Primo e Secondo Maccabei. Contiene anche sezioni aggiuntive in Ester e Daniele. Dottrine Cattoliche quali il purgatorio (2 Maccabei 12:38–46) e il meritare la vita eterna (Ecclesiastico 16:14) si basano su questi scritti aggiuntivi. Anche se i Cattolici Romani e le chiese Protestanti hanno in comune la Scrittura, è importante sapere che non condividono la stessa Scrittura.
Tradizione
Il secondo elemento dell’autorità è la Tradizione, termine che si riferisce agli insegnamenti trasmessi oralmente da Gesù ai suoi apostoli, che a loro volta li trasmisero oralmente ai loro successori, i vescovi della chiesa, che continuano a tramandarla e a preservarla fino ai nostri giorni. In alcune occasioni, come capo della Chiesa Cattolica, il papa ha elevato una di queste Tradizioni a dogma ufficiale della chiesa, vincolante per la coscienza del fedele Cattolico. Per esempio, nel 1854 Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, e nel 1950 Papa Pio XII proclamò il dogma dell’Assunzione corporale di Maria.
E’ importante dire che la Chiesa Cattolica “attinge la sua certezza su tutte le cose rivelate non solo dalla Scrittura. Perciò l’una e l’altra – la Scrittura e la Tradizione – devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di riverenza”. La rivelazione divina consiste di Scrittura più Tradizione, che non sono due fonti indipendenti ma due aspetti della rivelazione autorevole di Dio.
Magistero
Il Magistero è il terzo elemento dell’autorità. Soggetti di questo ufficio di insegnamento sono il papa e i vescovi (quando questi sono in unione al papa e sotto la sua autorità). Tra le sue competenze rientra la determinazione autorevole del canone delle Scritture, l’interpretazione autorevole delle Scritture, il pronunciamento autorevole sulla Tradizione e la sua interpretazione.
“Di conseguenza, la Chiesa Cattolica detiene una struttura di autorità tripartita: la Scrittura scritta, la Tradizione e il Magistero. Come le tre stanghe di uno sgabello a tre piedi sostengono chiunque vi si sieda sopra, questi tre elementi forniscono la rivelazione divina e la sua interpretazione autorevole per la Chiesa”.
LA COLONNA PROTESTANTE
Ora passiamo dall’immagine di uno sgabello a tre piedi a quella di una colonna di marmo.
La struttura di autorità Protestante consiste di un elemento: la Scrittura, la Parola di Dio scritta, divinamente ispirata, autorevole, vera, sufficiente, necessaria, chiara e che trasforma i peccatori. A differenza dei Cattolici Romani, i Protestanti si attengono al principio sola Scrittura: la Scrittura è l’unica e suprema autorità della chiesa in materia di dottrina, di pratica, di fede, di adorazione e di ministero. Al tempo della Riforma, questo principio era accompagnato dal rifiuto esplicito della struttura di autorità Cattolico Romana. Solo la Scrittura è l’autorità della chiesa, non la Scrittura più la Tradizione, più il Magistero.
A questo punto è necessario puntualizzare tre cose: Primo, l’autorità biblica deve essere sempre collegata a Dio stesso, che come Signore sovrano rivela se stesso e la sua volontà mediante le Scritture ispirate, e perciò autorevoli. Dio mantiene la relazione più stretta possibile con la sua Parola. Di conseguenza, ubbidire alla Parola di Dio significa ubbidire a Dio. Disubbidire alla Parola di Dio significa disubbidire a Dio. Avere fiducia nella Parola di Dio significa avere fiducia in Dio. Non avere fiducia nella Parola di Dio significa non avere fiducia in Dio. Come disse Timothy Ward: “Dio si è talmente identificato con le sue parole che quello che uno fa delle parole di Dio . . . è come se lo facesse a Dio”. Quest’affermazione non equipara Dio alla sua Parola, ma chiarisce che il Dio cui appartiene tutta l’autorità comanda quello che i credenti devono fare e credere e proibisce quello che essi non devono fare e credere, sta dietro alla sua autorevole Parola.
L’autorità della Parola di Dio va pertanto di pari passo con l’autorità dello Spirito Santo, che ha ispirato quella Parola (2 Pietro 1:19–21; 2 Tim. 3:15–17) e che permette alla chiesa di comprenderla (1 Cor. 2:10–16).
Secondo, sola Scriptura è un principio di autorità finale e non significa che la chiesa non abbia nessun’altra autorità. Anche se le chiese Protestanti rifiutano giustamente la Tradizione (con la T maiuscola) della Chiesa Cattolica, non rifiutano la tradizione (con la t minuscola), o la saggezza acquisita dalla chiesa storica. Esempi di tradizione sono le dottrine della Trinità (un solo Dio in tre persone) e di Cristo (una persona, due nature) enunciate dalla chiesa primitiva.
Mentre la Scrittura possiede autorità magisteriale (di guida) per le chiese Protestanti, la tradizione possiede autorità ministeriale (di servizio). Mentre la Scrittura detiene l’autorità finale, la tradizione possiede autorità presunta: tenuto conto del fatto che essa è fondata sulla Scrittura, che riassume correttamente la Scrittura, ed è stata apprezzata dalla chiesa sin dai suoi inizi, la tradizione va considerata vera autorità secondaria fino a quando non è confutata.
Terzo, le chiese Protestanti sono caratterizzate da alcune forme di governo ufficiale. Nelle chiese congregazionaliste, per esempio, i pastori/anziani esercitano il loro ufficio con l’autorità delegata loro da Gesù Cristo, il capo della chiesa. Hanno pertanto il compito di insegnare (1 Tim. 3:2; 5:17; Ef. 4:11), guidare (1 Tim. 3:5; 5:17), pregare (specialmente per i malati, Giacomo 5:13–16) e pascere (1 Pietro 5:1–4). Essi possiedono l’autorità necessaria per svolgere queste funzioni. Anche i membri della chiesa hanno alcune prerogative, come ad esempio accettare e scomunicare membri della chiesa (Matteo 18:15–20) e confermare le decisioni importanti dei loro pastori (per esempio, il bilancio annuale e le modifiche alla costituzione della chiesa). Possiedono altresì l’autorità necessaria per portare avanti queste funzioni.
In altre chiese Protestanti, i vescovi esercitano un ruolo di autorità (governo episcopaliano) o gli anziani di una sessione locale esercitano autorità mediante presbiteri, sinodi e assemblee generali (governo presbiteriano). Tuttavia, nessuna di queste strutture si avvicina all’autorità del Magistero della Chiesa Cattolica Romana.
Alla vigilia del 500° anniversario della Riforma Protestante, la nostra mente dovrebbe essere rivolta alla colonna di marmo anziché allo sgabello a tre piedi. Sola Scrittura è più che un semplice motto della Riforma. E’ la struttura di autorità delle chiese Protestanti.
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