Dov’era lo Spirito Santo il Venerdì Santo?
Trascrizione di un file audio
Durante questa Settimana Santa prendiamo del tempo per fissare il nostro sguardo sulla croce di Cristo. Ci sono giunte diverse domande sulla crocifissione, a due delle quali risponderemo questa settimana. Venerdì esamineremo attentamente perché Simone di Cirene dovette portare la croce di Cristo, un episodio biblico breve e curioso che tutti abbiamo letto ma sulle cui implicazioni forse non abbiamo riflettuto abbastanza.
Oggi però parliamo dello Spirito Santo. Alla croce, il Dio trino è all’opera — Padre, Figlio e Spirito. Ma in che modo lo Spirito è all’opera? Questa è la domanda che un ascoltatore di nome James ci ha rivolto. “Caro Pastore John, hai avuto un profondo impatto nella mia vita e nella mia conoscenza di Gesù e della sua croce. Ho una domanda sulla crocifissione. Romani 8:11 dice che lo Spirito ebbe il ruolo di risuscitare Gesù dai morti. Ma quale fu il ruolo dello Spirito Santo nella crocifissione?”
Per quanto ne so, gli autori biblici non hanno descritto l’attività diretta dello Spirito Santo in relazione alla crocifissione nell’ora della morte di Gesù. Se c’è un testo che la descrive, mi sfugge. Sarei felice di essere smentito.
Se ho ragione in questo, allora è necessario rispondere a questa domanda in modo indiretto basandoci su ciò che Dio ha detto sullo Spirito Santo in generale — su cose che Dio nella sua Parola ha detto sullo Spirito Santo in relazione a Gesù e in relazione al Padre suo, ma senza collegamenti alla croce.
Dio vero da Dio vero
Inizio rendendo esplicito un mio presupposto. Forse è diverso da ciò che alcuni hanno detto, soprattutto in tempo recenti. Alcuni dicono che siccome Gesù era autenticamente uomo, la sua deità non fu il mezzo mediante il quale egli compì i suoi miracoli, ma li fece per mezzo dello Spirito Santo da uomo come noi — un vero uomo, un uomo di fede.
Considero questa una verità parziale che è stata portata a un estremo non biblico. Il Nuovo Testamento afferma chiaramente che le opere di Gesù non solo erano compiute per mezzo dello Spirito Santo, ma erano fatte anche come evidenza della sua deità.
Solo per citare un esempio, in Giovanni 13:19, Gesù dice: “Ve lo dico fin d'ora, prima che accada; affinché quando sarà accaduto, voi crediate che io sono”. Credo che io sono è un’allusione alla sua deità, e quindi la sua prescienza qui ha lo scopo di farci concludere: “Santo cielo, quest’uomo sta affermando di essere vero Dio da vero Dio e lo sta dimostrando con le sue opere”.
Questo è ciò che io sono significa. Gesù si aspettava che coloro che lo osservavano — inclusi noi, quando lo vediamo nei Vangeli — fossero in grado di scorgere la sua gloria divina: “E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14).
Essi videro qualcosa in Gesù — nell’insieme delle sue opere, parole e vie, nel suo contegno. Quegli atti stavano comunicando che questo uomo era più che un semplice uomo, benché è vero che egli confidava nell’aiuto di Dio e dello Spirito Santo nel compiere le sue opere. Per esempio, egli disse cose come: “E’ con l’aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demoni” (vedi Matteo 12:28).
Uomo perfetto
Detto questo, non è sbagliato evidenziare che Gesù era il modello perfetto di come un uomo dovrebbe essere, inclusa la sua dipendenza dallo Spirito.
Egli disse apertamente che scacciava i demoni per la potenza dello Spirito Santo (Matteo 12:28). Fu condotto nel deserto dallo Spirito (Matteo 4:1). Egli fu pieno di Spirito Santo (Luca 4:1). Egli fu unto dallo Spirito (Atti 10:38). Egli fu mandato dallo Spirito (Luca 4:18). Egli fu giustificato nello Spirito al suo battesimo (1 Timoteo 3:16).
Egli fece tutto questo mediante lo Spirito. In tal senso, egli era il modello dell’uomo perfetto per noi. Anche noi dobbiamo vivere mediante lo Spirito. Con questo presupposto alle spalle, vorrei cercare di dire tre cose in merito alla domanda dell’ascoltatore su come lo Spirito ha a che fare in modo specifico con la crocifissione di Gesù.
Agnello senza macchia
Per prima cosa, Gesù non avrebbe potuto morire per i peccatori a meno che non fosse senza peccato. Sulla base di quanto abbiamo appena detto di come egli visse mediante lo Spirito, credo che lo Spirito Santo è stato all’opera nella vita di Gesù permettendogli di camminare nella santità e conservandolo in purezza e santità come Agnello di Dio. Senza questo non avrebbe potuto esserci nessuna espiazione sostitutiva.
Immagino che le maggiori tentazioni per Gesù di essere disubbidiente alla sua missione avvennero nelle ore immediatamente precedenti alla sua morte. Quelli furono i momenti di sofferenza peggiori. E se c’è stata un’occasione nella quale avrebbe potuto fare naufragio nella fede e fallire nella sua missione, sarebbe stata quella. Se c’è stato un tempo in cui lo Spirito Santo è stato attivo, sicuramente lo è stato nel fortificare e aiutare Gesù a perseverare fino alla fine nella santità e nella fede. Pertanto direi che la nostra stessa salvezza dipende dall’intervento dello Spirito Santo nell’occasione della crocifissione.
Concepito dallo Spirito
Seconda cosa, la realtà dello Spirito Santo nella vita dell’uomo-Dio, Gesù Cristo, era essenziale per la sua stessa identità di Dio sulla croce. Era essenziale per la sua deità. Egli fu concepito nel grembo di Maria dallo Spirito Santo affinché potesse essere chiamato Figlio di Dio (Luca 1:35). La nascita verginale, il concepimento per opera dello Spirito, è essenziale per la sua deità nella sua esistenza di uomo-Dio.
Mentre era appeso alla croce, era appeso lì in virtù dello Spirito che lo aveva concepito nel grembo come uomo-Dio. Egli non avrebbe potuto compiere la sua opera sulla croce in nessun altro modo se non come Dio vero da Dio vero in unione con il Padre mediante lo Spirito. La sua stessa esistenza come uomo-Dio che è morto al posto nostro è dovuta allo Spirito Santo.
Il diletto del Padre
Terza e ultima — ammetto che questo punto è più speculativo degli altri due, ma voglio affrontarlo comunque — c’è un senso profondo per cui il diletto che il Padre prendeva nell’obbedienza del Figlio mentre egli era crocifisso era un diletto o un amore che consisteva nello Spirito Santo stesso.
La prima reazione davanti a questa affermazione potrebbe essere: “Ehi, aspetta un minuto. Il Padre stava riversando la sua ira sul Figlio sulla croce affinché non fosse riversata su di noi. Che cos’è questo parlare del diletto nel Figlio mentre era appeso lì?”
Beh, non è proprio così facile da capire. Egli si trovava certamente sotto la maledizione di Dio mentre moriva (Galati 3:13; Romani 8:3). Egli era sotto quella maledizione. Egi stava subendo la condanna. Egli portò la nostra condanna e la nostra maledizione.
Ma da un’altra prospettiva, egli era approvato da Dio e gradito a Dio. Efesini 5:2 dice: “Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, quale profumo di odore soave”. Nel momento della sua sofferenza e della sua perfetta obbedienza, egli fu un profumo per Dio. Dio odorò l’obbedienza del Figlio e prese piacere in essa.
Dio il Padre stava sperimentando la morte di Cristo in più di un modo. Egli stava sperimentando l’obbedienza del Figlio come un’offerta dal profumo soave, e suggerisco qui che lo Spirito Santo fu il mediatore di quel diletto da parte del Padre. Sto suggerendo questo nel senso che lo Spirito Santo, in unione con il Padre e il Figlio, era sperimentato dal Padre come un’unione di diletto.
So che è profondo. Se ti stai chiedendo da dove ho ricavato questo modo di intendere lo Spirito Santo, ti rimando al trattato di Jonathan Edwards sulla Trinità. Puoi trovarlo online gratis. Se vuoi scoprire i fondamenti biblici del suo pensiero, puoi leggere quel trattato.
Senza peccato e divino
Tuttavia, va detto questo per la nostra adorazione di Cristo in questa importante stagione. Uno, i nostri peccati non sarebbero perdonati se il Figlio di Dio non fosse stato senza peccato, ed è stato lo Spirito Santo a sostenere la sua fede e a conservarlo nella sua perfezione senza peccato.
Due, i nostri peccati non sarebbero perdonati se il Figlio di Dio non fosse stato Dio vero da Dio vero mentre era appeso al legno della croce, e la sua deità dipendeva dall’essere stato concepito 33 anni prima dallo Spirito Santo.
John Piper (@JohnPiper) è insegnante di desiringGod.org di cui è anche il fondatore. E’ rettore del Bethlehem College & Seminary. Per trentatré anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano” e il recente Why I Love the Apostle Paul: 30 Reasons.
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