Dieci motivi per cui il razzismo è un peccato

La maggior parte delle persone sa che il razzismo è sbagliato. E’ una delle poche cose su cui quasi tutti sono d’accordo. Eppure mi domando se abbiamo (e se ho) dedicato poco tempo a considerare perché è sbagliato.

E’ facile dire che odiamo il razzismo, ma forse lo facciamo solo per moralità, per avere una pacca sulla schiena, per farci degli amici e attirarci le simpatie degli altri, per dimostrare che non siamo come quelle persone, o forse stiamo soltanto ripetendo quello che abbiamo sempre sentito dire da tutti.

Come cristiani dobbiamo cercare di andare in profondità per capire non soltanto cosa dice la Bibbia ma anche perché lo dice. Se il razzismo è così malvagio, perché lo è?

Questi sono dieci motivi biblici per cui il razzismo è un peccato e un’offesa contro Dio.

1. Tutti siamo creati a immagine di Dio (Genesi 1:27). Quasi tutti i cristiani sanno questo e lo credono, ma le implicazioni sono più sconvolgenti di quanto potremmo immaginare. Il cartello raffigurato sopra non è soltanto ignobile, è disumanizzante. Esso voleva privare gli Irlandesi e i neri della loro condizione elevata di persone che portano l’immagine di Dio, voleva renderli non diversi dagli animali. Come uomo bianco non sono più simile a Dio, né più capace di adorare, né ho uno scopo divino migliore, né possiedo e merito più dignità rispetto a ogni altro essere umano di qualunque altro genere, colore o etnia. Siamo più simili che diversi.

2. Tutti siamo peccatori corrotti dalla caduta (Romani 3:10-20; 5:12-21). L’immagine di Dio in ognuno di noi è stata rovinata e deturpata dal peccato originale. La nostra antropologia è identica alla nostra ontologia. Stessa immagine, stesso problema. Siamo più simili che diversi.

3. Se crediamo in Gesù, tutti siamo uno in Cristo (Galati 3:28). Nel resto del Nuovo Testamento vediamo che la giustificazione per fede non elimina il nostro genere, la nostra vocazione o le nostre origini etniche, ma relativizza tutte queste cose. La nostra identità principale (e più importante) è quella di cristiani, non se siamo maschi o femmine, americani o russi, bianchi o neri, se parliamo spagnolo o francese, se siamo ricchi o poveri, influenti o sconosciuti. Siamo più simili che diversi.

4. Separare le persone era la maledizione di Babele (Genesi 11:7-9); unire le persone era il dono della Pentecoste (Atti 2:5-11). La realtà della Pentecoste potrebbe non essere possibile in ogni comunità—dopotutto a Gerusalemme c’era gente di ogni nazione per via della festa religiosa—ma se la nostra inclinazione è quella di muoverci nella direzione del castigo di Genesi 11 anziché della benedizione di Atti 2 c’è qualcosa che non va.

5. Il favoritismo è un peccato (Giacomo 2:1). Quando trattiamo le persone ingiustamente, quando pensiamo il peggio di persone e popoli, quando preferiamo un gruppo più di un altro, non rispecchiamo il Dio di giustizia, né onoriamo il Cristo che è venuto a salvare tutti gli uomini.

6. Il vero amore ama come vorremmo essere amati (Matteo 22:39-40). Nessuno può dire in tutta onestà che il razzismo tratta il nostro prossimo come noi vorremmo essere trattati.

7. Chiunque odia suo fratello è omicida (1 Giovanni 3:15). Purtroppo è possibile odiare senza rendercene conto. L’odio non si manifesta sempre in un’ira implacabile, e non sempre si traduce in omicidio fisico (perché Dio nella sua misericordia spesso lo trattiene). L’odio però è omicidio nel cuore, perché l’odio vede qualcun altro o qualche altro gruppo e pensa: Vorrei non averti intorno. Sei ciò che non va in questo mondo, e il mondo sarebbe un posto migliore senza persone come te. Questo è odio, e assomiglia terribilmente all’omicidio.

8. L’amore gioisce con la verità e cerca il meglio per l’altro (1 Corinzi 13:4-7). Non puoi credere ogni cosa e sperare ogni cosa se pensi al peggio sulle persone e vivi una vita piena di pregiudizi, di convinzioni sbagliate e di palesi vecchi rancori.

9. Cristo è venuto per abbattere i muri tra i popoli, non per erigerli (Efesini 2:14). Questa non è una  promessa mielosa secondo cui tutti dobbiamo mettere da parte la dottrina e andare d’accordo per amore di Gesù. Efesini 2 e 3 parlano di qualcosa di molto più profondo, molto più glorioso, e molto più cruciforme. Se siamo stati creati alla stessa immagine e siamo nati nel mondo con lo stesso problema, e se abbiamo la stessa redenzione mediante la stessa fede nello stesso Signore, come possiamo non avvicinarci gli uni gli altri come membri della stessa famiglia?

10. In cielo non c’è posto per il razzismo (Apocalisse 5:9-10; 7:9-12; 22:1-5). Guai a noi se la nostra visione della bella vita qui sulla terra sarà interamente cancellata dalla realtà dei nuovi cieli e della nuova terra ancora da venire. L’antagonismo nei confronti di persone di un altro colore, lingua o origine etnica è antagonismo nei confronti di Dio stesso e dei suoi piani per l’eternità.

Noi cristiani dovremmo rifiutare il razzismo e fare ciò che è in nostro potere per denunciarlo e combatterlo con il vangelo, non perché ci piace ricevere pacche sulla schiena per la nostra indignazione o per un bisogno disperato di recuperare autorevolezza morale, ma perché amiamo Dio e ci sottomettiamo all’autorità della sua Parola.


Kevin DeYoung è pastore senior della chiesa University Reformed Church di East Lansing, vicino all'Università di Michigan State. Lui e la moglie Trisha hanno sei figli piccoli.

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