Come non insegnare la Bibbia ai tuoi figli
Recentemente ho letto tutte le epistole di Paolo in un’unica volta. Raccomando vivamente di farlo almeno per una volta.
Sorprendentemente, ci misi meno di un minuto.
La sera prima lessi di Gesù che camminava sulle acque, di come egli calmò la tempesta con una sola parola. Da quei versetti dedussi che Dio può aiutarmi quando ho paura. E la sera ancora prima lessi di Daniele nella fossa dei leoni e scoprii che Dio mi proteggerà da ogni pericolo.
Se non lo hai ancora capito, stavo leggendo una Bibbia per bambini. Se hai figli piccoli, probabilmente sai già che in molte Bibbie per bambini e in molto del materiale d’insegnamento utilizzato dalle chiese c’è una storia semplice con un insegnamento morale.
Valori da G.I. Joe
In questi contesti i bambini imparano a essere onesti, a condividere, persino a ubbidire ai loro genitori. Non sono forse questi i valori che vogliamo trasmettere? Eppure, quando leggo una di queste storie in una Bibbia per bambini o quando i nostri figli escono saltellando dalla scuola domenicale con in mano il foglio da colorare cosparso con batuffoli di cotone e colla con i brillantini - e un insegnamento morale, a volte rabbrividisco.
Perché? Perché ricordo di aver imparato le stesse lezioni crescendo in una famiglia secolare. Mi venivano insegnate da quei grandi eroi della fede come He-Man, G.I. Joe e le Tartarughe Ninja. Erano storie per bambini ideate per insegnare loro a comportarsi bene.
Da adulto, ascoltai il vangelo e scoprii che la mia moralità mi condannava (Romani 2:12-15). Da genitore, mi resi conto che avevo fallito nell’insegnare ai miei figli l’incredibile storia della redenzione permettendo che insegnamenti morali secondari prendessero il posto del messaggio principale della Scrittura.
In pratica, stavo insegnando ai miei figli che c’è poca differenza tra la potenza del vangelo e il potere di Grayskull. Dovevo fare dei cambiamenti. I miei figli avevano bisogno di imparare a leggere e a capire la Bibbia nei suoi termini.
Quattro cose da evitare
Anche se i sostituti del vangelo a buon mercato assumono molteplici forme, la cosa che hanno in comune è che spesso travisano il significato dei racconti biblici in quattro modi:
1. Insegnano i racconti biblici in modo moralistico.
I racconti del Vecchio e del Nuovo Testamento spesso vengono insegnati come una versione spirituale delle favole di Esopo. Per esempio, la storia di Giona viene trattata come una storia su come la disubbidienza a Dio porta al disastro. Anche se ciò è vero, i racconti biblici non hanno come unico e principale scopo quello di trasmettere una mera lezione morale.
2. Estrapolano troppo dal contesto alla ricerca di significati sottintesi.
I bambini sono invitati a leggere tra le righe, ad attribuire sentimenti e motivazioni ai personaggi e a immedesimarsi nell’eroe di ogni storia. Gli vengono fatte domande come: “Perché pensi che il ragazzo volesse condividere i suoi pani e i suoi pesci?” o “Come pensi che questa azione abbia fatto sentire Gesù?”
3. Sottintendono la teologia della prosperità.
Molte volte le lezioni rischiano di superare —e talvolta superano —la linea sottile che porta alla teologia della prosperità promettendo che Dio proteggerà sempre i loro corpi, guarirà le loro malattie e provvederà ai loro bisogni materiali. Questa teologia ben presto crolla quando i bambini affrontano abusi, difficoltà familiari e malattie serie. Potrebbero persino domandarsi se sono stati loro a causare tali avversità o se in qualche modo sono colpevoli.
4. Escludono il genere epistolare, poetico e profetico.
Ammesso che siano contemplati, questi generi spesso sono riuniti in un’unica storia e insegnati come una narrazione. Tanta ricca teologia viene persa a favore di un insegnamento morale.
Cinque principi da adottare
Qual è dunque l’alternativa? Come genitori cristiani, siamo responsabili di allevare i nostri figli nella disciplina e nell’istruzione del Signore (Efesini 6:4). E’ nostra responsabilità insegnare loro come studiare la sua Parola. Vogliamo che essi considerino la Bibbia non come una raccolta di racconti morali, ma come la storia epica della redenzione.
Questi sono cinque brevi suggerimenti per raggiungere questo obiettivo:
1. Leggi e parla della Bibbia con i tuoi figli.
Deuteronomio 6:4-9 dice di insegnare ai nostri figli le cose del Signore a casa nostra, quando siamo in viaggio, quando ci corichiamo la sera e quando ci alziamo al mattino. Le conversazioni su Dio e sulla sua Parola dovrebbero essere una parte integrante della nostra interazione quotidiana con i nostri figli.
2. Non affidarti soltanto alle Bibbie per bambini.
Presenta le Scritture a tuo figlio quanto più possibile. Anche la migliore Bibbia per bambini è un sostituto inadeguato della cosa reale, perciò utilizzala soltanto in aggiunta alle Scritture e scegli solo quelle che si concentrano sul vangelo (alcune scelte eccellenti sono La Bibbia racconta Gesù e La storia più grande.)
3. Insegna loro a riflettere sui paragrafi nelle epistole.
Poiché ciascun paragrafo contiene un pensiero completo, leggine uno alla volta e aiuta tuo figlio a riflettere a fondo su quel paragrafo. A seconda della sua età, potresti aver bisogno di fermarti dopo ogni frase per fare delle domande. I bambini più grandi potrebbero essere in grado di leggere due o tre paragrafi insieme. Lo scopo è imparare a comprendere ciò che l’autore biblico sta comunicando.
4. Quando leggi i racconti, leggi tutta la storia e poi fai delle domande.
Fai domande sui personaggi, sulla trama e sull’intenzione della storia. Attieniti ai dettagli della storia quando fai delle domande, e trattieniti dal leggere tra le righe. Alla fine, fai domande sul “perché” per aiutare i tuoi figli a cogliere i temi redentivi più generali. Resisti all’impulso di concentrarti esclusivamente sulla moralità delle azioni dei personaggi.
5. Non credere di aver bisogno di tutte le risposte.
Non conoscere le risposte a tutte le loro domande può essere invece costruttivo. Trasformala in un’occasione per imparare a cercare le risposte insieme a loro, offrendo un esempio di come trovare le risposte nella Bibbia.
Ne vale la pena
Abbiamo iniziato a fare così con i nostri figli, e anche mio figlio di 5 anni ora riesce a seguirci. Il compito è certamente più impegnativo rispetto a leggere una pagina della Bibbia di tuo figlio, ma per i nostri figli vale la pena farlo.
Che possiamo trovare il tempo per investire nella loro comprensione della Scrittura e della buona notizia che essa proclama.
John Wells ha ottenuto un Master of Divinity dal Temple Baptist Seminary e ha lavorato come fondatore di chiese, pastore-insegnante e responsabile dell’assistenza. John è sposato e ha due figli. Puoi seguirlo su Twitter.
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