Come essere produttivo nonostante le restrizioni

Giovedì ho partecipato a un incontro di preghiera online organizzato da “Impatto Italia”, una rete di chiese simili per mentalità che cercano di “fondare chiese che fondano chiese”. La chiesa “La Rocca” di Imola fa parte di questo network. Nel mondo di lingua inglese, l'organizzazione è conosciuta con il nome di Acts 29. Ha una splendida visione, che focalizza l’attenzione dei suoi affiliati sul chiaro obiettivo di fondare altre chiese e di “far crescere il Vangelo”.

Anche il nome Acts 29 è ingegnoso; poiché nel libro degli Atti ci sono ventotto capitoli, la continuazione della storia della chiesa costituisce il capitolo successivo, vale a dire, duemila anni di storia della chiesa.

L’esperienza che stiamo attraversando mi ha riportato agli ultimi versetti di Atti 28, dove troviamo l’apostolo Paolo agli arresti domiciliari a Roma. Ecco cosa dicono:

“30 E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, 31 proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento”.

La cosa che mi ha incuriosito era il fatto che Paolo era produttivo nonostante le restrizioni cui era sottoposto. In effetti, questo è un tema ricorrente in tutto il libro degli Atti. Le restrizioni non avevano alcuna importanza. Le sue epistole agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi e a Filemone sono state scritte da questa casa a Roma. Il ministero continuava.

Infatti, Atti è pieno di esempi: Pietro fu fatto evadere da prigione da un angelo, quando Paolo e Sila erano in prigione ci fu un gran terremoto ma essi non si mossero dalla loro cella, e di conseguenza il carceriere e tutta la sua famiglia furono salvati. Paolo poi continua ad avere molti momenti durante i suoi viaggi missionari nei quali era perplesso ma non disperato, sotto un grande peso riuscendo tuttavia a prosperare.

Il mio punto è questo: francamente sono stufo di questa sorta di arresti domiciliari nei quali mi trovo. Come milioni di altre persone, mi manca la mia libertà di spostarmi e tutte le altre cose che non posso fare a causa delle restrizioni. Desidero andare in chiesa, godermi un caffè, fare una passeggiata in campagna se ne ho voglia, senza dover pensare se mi è permesso fare questo o quello e se ho con me la documentazione giusta, l’igienizzante per le mani e la maschera protettiva.

Ora guardiamo a Paolo. Egli non poteva muoversi liberamente. Non poteva andare dove voleva e aveva di fronte a sé una morte certa. Al termine della sua seconda lettera al suo figlio nella fede Timoteo, si sta avvicinando alla fine della sua vita. Leggendo le sue ultime richieste, sembra che egli desideri compagnia, (vv. 9, 11) e che sia infreddolito e annoiato (v. 13).

“9 Cerca di venir presto da me, 10 perché Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n'è andato a Tessalonica. Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11 Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero. 12 Tichico l'ho mandato a Efeso. 13 Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene”.

Paolo ci dice in Filippesi 4:12: “So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza”. Il versetto successivo ci svela il suo segreto: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”. Qui sta la differenza. Quest’uomo è di gran lunga davanti a me in termini di spirito di contentezza. Devo ravvedermi per la mia scontentezza e per il mio malumore e capire come posso essere veramente produttivo nella situazione in cui attualmente mi trovo.

Leggendo tra le righe, penso che possiamo imparare diverse cose che spero possano aiutarci ad affrontare la presente situazione.

1. Non preoccuparti per ciò che non hai e che non puoi avere. Credo che ci fosse un comandamento a riguardo: “Non concupire!”

2. Confessa. Confessa al Signore le tue difficoltà dovute all’isolamento (se le hai), e che desideri veramente essere produttivo, indipendentemente dalle circostanze. Pensa a tutte le decine di migliaia di persone che nei secoli hanno sopportato la prigionia, e che sono state private della loro libertà con la forza. Questa, a confronto, è una momentanea e leggera afflizione (2 Corinzi 4:17).

3. Accettare la situazione significa essere a metà dell’opera.

4. Concentrati sul superare un giorno alla volta. La grazia è porzionata in questa situazione.

5. Fai qualcosa di utile. Sii creativo. Paolo scrisse lettere - non email. Da quando sono chiuso in casa ho coltivato ortaggi, tinteggiato il corridoio e la cucina, messo le piastrelle sul muro della cucina, portato a spasso il cane, scritto articoli, fatto lavori di giardinaggio (seguendo la lista di mia moglie Carol), carteggiato e ritoccato porte e altre cosette. Non mi sono ancora messo a girare video di balli però!

6. Leggi, prega, parla, scrivi, cammina, canta, impara le Scritture. Queste cose manterranno la tua mente acuta e il tuo malumore per questa situazione a livelli minimi.

7. Ricorda: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.

8. Sii grato. Questa è probabilmente una delle cose che ci aiuteranno di più, perché un cuore grato è un cuore che loda. La lode e il ringraziamento ci condurranno all’adorazione e questo a sua volta cambia tutta la nostra prospettiva.

Alcune settimane fa Carol ha scritto una lista simile, solo che la sua è più completa e probabilmente più pratica. Spero comunque che la mia sia stata una riflessione costruttiva e magari, in qualche modo, anche una benedizione.

Signore, siamo tutti bravi ad affrontare quella che consideriamo essere la vita normale. Ma ti ringraziamo per averci portato nell’oceano dell’incertezza, per aver messo alla prova la nostra fede, e per averci fatto vedere di quale pasta siamo fatti veramente. Grazie perché ci mostri la nostra natura, fragile e mortale. Insegnaci a vivere con contentezza nel tempo presente, fortificati da Te, la nostra Speranza eterna. Amen.


Il presente articolo Stanley McMahon è un’opera di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

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